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Era passata una settimana dalla festa a Berlino con il club catalano, e io non vedevo Marc-André da quel giorno.
Probabilmente non lo avrei più rivisto, ed era meglio così. Lui sarebbe tornato alla sua vita a Barcellona e io avrei continuato con la mia nella capitale tedesca e con il mio insolito hobby.

Non era successo molto a quella festa a parte il ballo, ed eravamo rimasti d'accordo di perdere i contatti e così avevamo fatto.

-Rin, a che ora cominci il turno?- Mi domandó mia sorella Chow, vedendo che stavo consultando la tabella dei turni.
La mia famiglia aveva un ristorante cinese, e noi davamo spesso una mano, alternandoci o lavorando assieme.

-Alle sette, siamo assieme. Tu all'accoglienza e io cameriera.-L'avvisai, dopo aver dato una rapida occhiata anche ai nostri ruoli. Preferivo di gran lunga accogliere le persone e accompagnarle ai vari tavoli, così potevo organizzare meglio il mio tempo, cosa che non potevo fare con facilità quando mi toccava fare il turno della cameriera che era decisamente più faticoso.

-Mancano tre ore allora. Vado al supermercato, ti serve qualcosa?

Scossi la testa, e tornai in camera a godermi il mio tempo libero, leggendo un bel libro.

[...]

-Tavolo 18: Riso alla cantonese, involtini primavera, spaghetti di soia con maiale e pollo alle mandorle.- Mi disse Cheng, mio cugino, dandomi i vari piatti. Io uscii in fretta dalla cucina, e mi affrettai ad andare verso il tavolo disegnato, con un gran sorriso dipinto sul volto.

-Ecco i vostri piatti, a chi devo dare il riso alla cantonese?- Cominciai rivolta alla coppia che avevo di fronte.
Lei guardava lui con aria totalmente innamorata, e lui sembrava essere cotto di lei in ugual misura. Erano terribilmente sdolcinati.

-A me.- Sussurró la ragazza, ma ormai non la stavo più guardando.

Una ragazzo biondo alto all'incirca 1,87 aveva rapito la mia attenzione.
Era girato di spalle, ma ero più che certa fosse lui.
E infatti, quando il ragazzo si girò, confermai la mia tesi: tra tutti i ristoranti cinesi che c'erano a Berlino, Ter Stegen era proprio nel mio.

Abbandonai bruscamente le pietanze nel tavolo, e senza farmi vedere corsi in cucina.
Dovevo assolutamente evitare il biondo.

-Rin! Hai gente al tavolo 22, non stare qua a perdere tempo.- Mi riprese mia sorella, venuta in cucina ad avvisarmi dopo
Quando vide la mia espressione, capì subito che c'era qualcosa che non andava.

-Non puoi andare tu?- La implorai, ma ciò non fece altro che aumentare la sua curiosità.

-Come mai? Hai paura di cinque biondi?- Mi domandó sarcastica, beccandosi un'occhiataccia.

-Vai al diavolo.- Bofonchiai, uscendo dalla cucina in direzione del tavolo di Marc-André.
Oltre a lui, c'era una ragazza bionda e un ragazzo biondo che non conoscevo, Raquel e Rakitic.

-Buonasera. Avete già deciso cosa volete ordinare?- Chiesi al gruppetto, e notai subito Ter Stegen spalancare gli occhi dalla sorpresa.

-Si, ma tu non ti chiamavi mica Chow?-Intervenne subito Raquel, indicando la targhetta con su il mio vero nome. Ero stata piuttosto stupida ad non averla tolta in tempo.

-Oh, che sbadata! Ho messo la targhetta di mia sorella.- Cercai di rimediare, togliendomi prontamente la targa.

Marc-André non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso.

-La conosci?- Domandó la ragazza bionda a Raquel, mentre io tamburellavo con la penna sul block notes.
Non sapevo che fare.

-È la ragazza con cui mi sto frequentando. Per questo ho insistito nel venire qui, volevo farvela conoscere anche se Ivan e Raquel già la conoscono.- Prese parola Marc-André, sorridendomi in maniera affabile.

-Esatto?-Cominciai piuttosto incredula, ma dopo lo sguardo implorante del biondo decisi di reggergli il gioco. -Si, sono Chow Wang, piacere di conoscervi.-

La bionda sembrava squadrarmi stralunata.
Certo, ero completamente diversa da lei.
Lei indossava un abito argentato e sexy, mentre io vestivo la divisa da cameriera sporca di salsa agrodolce.
Ero più credibile come badante di Ter Stegen che la sua ragazza.

-Io sono Daniela, la ex di Marc-André. E lui è Manuel, un nostro caro amico.-

Ero certa che tra lei e quel Manuel ci fosse più di una semplice amicizia, si vedeva lontano ad un chilometro.

-Piacere di conoscervi. Cosa volete ordinare? Vi consiglio il riso al curry. È squisito.- Cercai di essere amichevole, ma in realtà avevo un nodo allo stomaco per il nervoso.
Speravo di chiuderla con quella farsa, prima che troppe persone fossero invischiate in quella faccenda.

-Allora io prendo le nuvole di drago, il riso al curry e del pollo all'ananas.- Fu Marc-André a rompere il ghiaccio, e dopo di lui, tutti i suoi amici fecero le ordinazioni.

Quando fu il momento di tornare in cucina, fui sollevata.
Ero riuscita a staccarmi da loro, e adesso avevo il tempo necessario per il contrattacco.
Ma naturalmente mi sbagliavo.

-Hai dimenticato la penna.- Affermò una voce roca che ormai avevo imparato a conoscere.

-Grazie mille.-
Mi girai con l'intenzione di prendere la penna e andare di corsa in cucina, ma il biondo non aveva la minima intenzione di lasciarmi andare con così tanta facilità.

-Ho bisogno di un grandissimo favore, e mi sembra che tu me lo devi.- Cominció lui, e io alzai gli occhi al cielo.

-Non ti devo un bel nulla.- Affermai bruscamente, già pronta a girare i tacchi.

-Ah no? Chi ti ha retto il gioco dopo la partita?- Replicó il ragazzo, tenendomi per un braccio.

-Dai, non pensavo che Raquel fosse così scema da credere alla mia cazzata!-

-E invece si, perciò domani ti vengo a prendere a casa e andiamo a pranzare con Daniela e Manuel.- Disse lui, sembrando deciso e sicuro di se'. -Ti prometto che ti spiegherò tutto quando saremo in macchina, davvero.

-Mi sembra il minimo.- Affermai, sapendo che non avevo alternative. -Abito in Mollstraße 6, vieni alle dodici con una macchina sobria, non farti vedere e non suonare assolutamente al citofono. Sii puntuale, ma tanto sei tedesco e non avrò problemi a riguardo.

Sapevo di sembrare una maestrina, ma se qualcuno della mia famiglia, fatta eccezione per Chow, veniva a sapere del tedesco ero nei guai fino al collo.

-Agli ordini. Ora vai, ci vediamo domani.- Marc-André si affrettò a tornare al suo tavolo.
Io purtroppo dovevo vedermela con Chow che aveva assistito a tutta la scena.

-Immagino che tu e quel biondo stavate parlando di riso al curry.- Chow sogghignó e io le lanciai una delle mie occhiatacce di fuoco migliori.

-Ah-Ah, divertente.- Sbuffai. -Non devi mica accogliere i clienti? Cosa ci fai ancora qua? Ah, domani mi devi coprire, mangio fuori.

Lei non sembró affatto irritata dal tono della mia voce, e mi fece un gran sorriso sornione.

-Rin, cara, ricordati che i tedeschi fanno quasi sempre i conti separati!-

Eisblume « Marc-André Ter Stegen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora