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Era ormai il nostro quarto giorno in vacanza assieme, e mi ero fatta il fisico a furia di tutte quelle passeggiate.
Tenevo il ritmo pure con Daniela e Manuel, con cui stavo stringendo una buona amicizia.
Con Marc-André le cose non andavano benissimo. Ci sforzavamo di sembrare naturali, ma notavo che spesso mi fissava con aria stralunata e pensierosa.

-Oggi direi che ci prendiamo una giornata libera. Io e Manuel andremo alle terme, volete unirvi a noi?- Ci chiese Daniela, quella mattina, mentre facevamo colazione.

-Io non ho molta voglia a dire il vero. Resterei qua in hotel se vi va bene.-Ammisi poco entusiasta di passare una giornata tra varie piscine termali.

-Anche io volevo stare in hotel, ho bisogno di riposarmi.- Affermó Marc-André, e notai che Manuel e Daniela si lanciarono un'occhiata di chi la sapeva più lunga. Avevo paura di sapere cosa passava nella loro testa.

-Va bene.- Dissero in coro, con uno strano sorriso.
Non ci badai più di tanto, e dopo avergli augurato una buona giornata, mi affrettai ad andare in camera.

Sapere che potevo passare tutta la giornata nel letto era una bella notizia, non lo facevo da tanto tempo.
Non trovavo il pigiama, però. Dalla stanchezza presi la prima maglia comoda che trovai vicino a me, e me la misi.
Poi chiusi gli occhi e mi addormentai.

[...]

-Hai la mia maglietta.- Sussurró Marc-André, una volta che aprii gli occhi.
Mi guardai, e quando vidi che effettivamente avevo una sua maglietta addosso, feci spallucce.

-È mia ora.- Replicai, dandogli le spalle.

-Non mi ribello solo perché mi fa male la schiena.- Disse lui, facendomi rigirare di colpo.

-É colpa mia, è per quel giorno in cui mi hai preso sulle tue spalle.- Cominciai, cercando di trattenere l'ansia. -Non dovevo permettertelo!

Lui scosse la testa, e mi guardò con una smorfia divertita. Probabilmente si stava trattenendo dal ridermi in faccia.

-Non é per quello, non pesi molto. Sei uno stecchino.- Mi rassicurò lui, accennando ad un sorriso.

-Ti faccio un massaggio, sono abbastanza brava. Girati!- Era meglio per lui non perdere l'occasione, perché era raro che mi offrissi per fare un massaggio.
Lui, però, non sembrava entusiasta dell'idea.

-Non c'è bisogno...-Cercó di ribellarsi lui, ma io ero un vero e proprio osso duro.

-Fidati, starai meglio.- Affermai, con fermezza.
Lui sembró arrendersi, e con un sospiro, si giro sulla schiena nuda e bianca come una mozzarella.

Titubante, appoggiai le mie mani sulle spalle e cominciai a massaggiarle. Erano così rigide!

-Rilassa i muscoli, non ti farò male. Non ci sarà l'happy ending.- Gli sussurrai nell'orecchio, e lui scoppió a ridere. Si vociferava che all'interno dei centri massaggi cinesi si facessero dei massaggi di diverso tipo. Non ne volevo sapere nulla, io scherzavo e basta.

Pian piano sembró rilassarsi, mentre i movimenti delle mie mani si facevano sempre più decisi.

-Sei davvero brava, e ti assicuro che di massaggiatori ne ho avuti tanti.-
Disse Marc-André, che sembrava davvero essersi lasciato andare. Era come se avesse intuito che non avevo nessuna intenzione di fare quelle mosse da Karate che si vedono in alcuni film.

-Sbaglio o mi hai fatto un complimento?- Sorrisi, mentre gli accarezzavo la spina dorsale. Lo sentii rabbrividire, e perciò continuai ad insistere su quel punto preciso della sua schiena.

-Non ti ci abituare, ma in questo caso te lo meriti.- Sospiró lui, e quando terminai di fargli il massaggio, brontoló, scocciato che il massaggio fosse già finito.

Eisblume « Marc-André Ter Stegen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora