Zero.
La folla esplode in un boato quando esco sulla passarella dell'Underground.
Infondo, davanti a me, vedo il ring che mi aspetta. Sette metri per sette, quattro corde parallele su ogni lato, quattro pali. O come quest'anno, per la prima volta, una gabbia, dove tutto è lecito. Dove ognuno combatte con l'arte marziale che lo rispecchia. Quest'anno, per la prima volta, ho deciso di dedicarmi all'MMA. Il perché? Vinco sempre, e con avversari diversi, e spero forti, vorrei che qualcuno mi facesse il culo. Non è ancora successo. Ma sono ancora fiducioso, il torneo è appena iniziato.
Il ring è come una seconda casa per me. Quando non sono qui sopra mi manca, e quando mi alleno, non faccio altro che pensarci.
Ogni volta, nonostante siano anni l'adrenalina è a mille. Le vene si dilatano, il cuore mi pompa come non mai. Ogni centimetro del mio corpo si prepara ad attaccare, a difendere, a sopravvivere, e ad eccitare tutte queste persone che urlano il mio nome a gran voce.
Con Sympathy for the devil dei Rolling stones che mi tuona nelle orecchie corro tra le strade poco trafficate di Boston, nel cielo si sta preparando una tempesta, nonostante sia estate. Lo ignoro e mi focalizzo sul mio corpo per spingerlo fino al limite.
Fra due giorni si terrà l'unico spettacolo in questa città. E nel pomeriggio, dopo essere arrivato e aver concluso l'allenamento. Eccomi qui, a correre ancora insoddisfatto.
‹‹Dovrò mandare un messaggio a Jin››, penso fermo ad un semaforo, quando finalmente inizia a piovere. Alzo il viso verso il cielo, e socchiudo gli occhi. Sono poche le cose che mi piacciono in questo mondo, e la pioggia è una di queste.
Ricomincio a correre passando davanti a dei negozi e a una serie di esercizi commerciali ormai chiusi per tornare in hotel; la maglietta ormai fradicia di acqua e sudore. Sono quasi le due di notte, e spero che dopo questa corsa sia in grado di prendere sonno.
Continuo a correre quando nell'ombra osservo una ragazza correre dentro ad un vicolo inseguita da tre uomini. Tolgo le cuffie, i miei piedi rallentano, finché non cominciano a camminare in direzione della voce.
‹‹Puttana del cazzo, e ora?››, dice una delle voci maschili, e, quando mi affaccio li vedo; ci sono tre uomini in tutto, due di loro tengono ferma una ragazza e l'altro è di fronte a loro.
La luce fioca della notte non mi aiuta a distinguere bene i volti, ma, se non altro, non si sono accorti della mia presenza. La ragazza è immobile, non prova nemmeno ad agitarsi.
È terrorizzata.
Inizio ad avvicinarmi, quando lei con un salto, colpisce uno di loro con una testata all'indietro. L'uomo la lascia andare, portandosi le mani al naso. Sorrido, mentre gli altri uomini iniziano a sbraitare.
Allungo il passo, arrivando dietro le spalle dell'uomo che ancora la tiene stretta, proprio in tempo per intercettare e bloccare un pugno destinato a lei. ‹‹Signori...›› intervengo, stritolandogli la mano. ‹‹Perché non ve la prendete con qualcuno di più grosso?››
Si voltano verso di me, compresa la ragazza, che sembra quasi infastidita.
‹‹E tu chi cazzo sei?›› Sbraita uno degli uomini.
Piego le labbra in un mezzo sorriso e volto lo sguardo verso la ragazza. ‹‹Non ha importanza›› mormoro, mentre la fisso; la luce debole dei lampioni non mi permette di vederne bene il volto, se non il nero dei suoi lunghi capelli bagnati e appiccicati sulle guance. Ma sono i suoi occhi ciò che mi attirano. Occhi sensuali e leggermente a mandorla. Sono così chiari da sembrare trasparenti come il ghiaccio. Non ho mai visto un colore così insolito. Ha delle labbra rosa che ora sembrano imbronciate.
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Mine-Le Origini
Romansa[Nuovo capitolo ogni martedí e giovedi] ©copertina a cura di @Aylinthewriter Un'anima oscura che nasconde un cuore candido come la neve, un segreto da custodire fino alla morte. Per Zero James il ring è casa. Rigido, autoritario e severo. Tutto nell...