Raggiunsero la Foresta dopo appena due giorni di cavalcata continua: non si erano fermati nemmeno per la notte.
Con il soggiorno a Noor, i due ragazzi avevano recuperato le forze che avevano perso nella prima parte del viaggio e avevano deciso di sfruttare al meglio quel recupero improvviso delle energie.
Appena giunsero al limitare della Foresta, i due ragazzi si fermarono.
Davanti a loro si estendeva una fitta boscaglia ed alberi enormi li sovrastavano.
Garreth resistette a stento all'impulso di voltarsi e andarsene, abbandonando la missione; non poter scorgere cosa gli si sarebbe presentato a meno di dieci metri di distanza gli fece apparire l'impresa in cui si era gettato ancora più ardua.
Ci avrebbero messo molto molto tempo.
Ad un tratto qualcosa lo fece sobbalzare.
Axel,che li aveva raggiunti appena fuori dal villaggio, gli era volata sul pugno e ora lo guardava dritto negli occhi, come a volerlo incoraggiare tentando di trasmettergli un po' della sua forza.
Garreth accennò un sorriso, che il falcone parve ricambiare, dopodiché respirò a fondo e percorse il tratto di strada che lo separava dalla Foresta, sapendo di non poter più tornare indietro.
Quella notte, dopo parecchie insistenze da parte di Danise ed altrettante proteste da parte di Garreth, decisero di concedersi un po' di riposo.
Camminarono– data l'impervia natura del paesaggio avevano deciso di scendere dal cavallo – per un'altra ora alla ricerca di un luogo ottimale dove allestire l'accampamento e alla fine trovarono riparo in una concavità naturale creatasi nel tronco cavo di un albero.
Danise si offrì di nutrire e sistemare i cavalli mentre Garreth si occupò del fuoco e della cena.
Axel era riuscita a catturare alcuni conigli e dopo un'attenta pulitura da parte del falconiere divennero parte integrante del pasto.
Garreth insaporì la loro carne con qualche pianta che ricordava essere commestibile dal corso di botanica e sperò con tutto se stesso di non avvelenare se stesso e la compagnia di viaggio, essendo troppo orgoglioso per chiedere conferma a Danise sulla loro appetibilità.
<<Non sapevo sapessi cucinare così bene.>>bofonchiò la ragazza addentando una coscia della lepre e mangiandone la carne con avidità.
Garreth sorrise compiaciuto.
<<Si,ho ottime qualità.>>ammise pavoneggiandosi.
<<Oh piantala!>>sbuffò Danise alzando gli occhi al cielo<<Piuttosto renditi utile passandomi l'acqua.>>concluse allungandosi per prendere la borraccia ma Garreth fu più veloce e l'afferrò portandola in alto con il braccio.
<<Che fai?>>strillò Danise colta alla sprovvista<<Dammi subitola borraccia!>>ordinò minacciosa ma Garreth la ignorò sorridendo maligno.
<<Prima voglio che tu mi chieda scusa.>>disse sporgendosi verso di lei ma assicurandosi di tenere sempre la borraccia a debita distanza.
<<Cosa?Non ci penso proprio! Avanti dammi quell'acqua.>>sbuffò stizzita la ragazza ma vedendo che Garreth non accennava a muoversi,gli si gettò addosso.
Danise cercò di arrampicarglisi sul braccio provando a raggiungere la borraccia mentre Garreth scoppiava a ridere.
<<Avanti Dani, bastano poche parole e l'acqua sarà tutta tua.>>la beffeggiò.
La ragazza nell'udire quel soprannome si irrigidì impercettibilmente e quell'attimo di distrazione bastò perché Garreth riuscisse ad allontanarla da se e a bloccarle le braccia lungo i fianchi.
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L'eredità di Turak_Il falco
FantasyPrima parte: Il falco . . Garreth è un comune ragazzo di diciassette anni. La sua vita alla villa dove vive è scandita dalle lezioni con Elina, la sua tutrice, e dalle battute di caccia col falcone assieme al padre Alexander. Ma quando alla villa ar...