Capitolo 1

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Se c'era una cosa che Garreth odiava più dell'essere svegliato presto la mattina, era l'essere svegliato presto quando suo padre non c'era.

In quel periodo, come accadeva puntualmente tutti gli anni da quando il ragazzo avesse memoria, era a corte.

Suo padre, infatti, era il falconiere personale del sovrano di Turak, un'isola a forma di stella circondata da chilometri e chilometri di acqua salata che Elina, la sua tutrice, chiamava oceano.

Garreth non aveva mai visto l' "oceano" ma non soffriva per questo.

Lui amava la campagna che circondava la sua villa signorile e i monti alle sue spalle erano una fonte di selvaggina perenne.

Come suo padre, Garreth aveva un'innata passione per la falconeria e per tutto ciò che avesse a che fare con i rapaci.

Aveva addirittura un suo falcone, Axel, una splendida femmina di falco sacro che gli era stata regalata da suo padre il giorno del suo decimo compleanno.

Ma la passione per quell'arte non era l'unica cosa che suo padre gli aveva lasciato in eredità.

Garreth aveva acquisito anche il suo fisico magro e asciutto e i foltissimi capelli neri.

Gli occhi però, beh gli occhi erano l'unica cosa che lo differenziavano dal suo vecchio e caro babbo.

Uno ce li aveva di un azzurro limpidissimo mentre quelli di Garreth erano gli occhi più strani che si fossero mai visti.

Uno di un viola scurissimo, quasi nero; l'altro di un oro splendente e purissimo.

Ogni persona che il ragazzo incontrasse guardava con ribrezzo e suggestione quegli "occhi del demonio", come gli aveva definiti sua madre.

Gli unici che sembravano non farci caso erano il padre, il fratellino James ed Elina.

Elina era la tutrice ed istruttrice di Garreth.

In paese si vociferava che fosse una strega ma in realtà la povera donna aveva solo il grande difetto di dire tutto ciò che pensava.

Quindi, con gran disappunto di James, niente magia.

Fu proprio Elina, quella mattina a svegliare quasi all'alba Garreth.

<<El!>>protestò il ragazzo, rigirandosi nel letto <<E' ancora presto! Lasciami dormire!>> continuò sperando che la tutrice lo lasciasse in pace ma quest'ultima gli aveva già strappato le coperte di dosso.

<<Su, su. Svegliati pigrone. Non vorrai perderti il giorno dei regali!?>> l'ammonì la donna con fare materno.

Il giorno dei regali era la giornata in cui Alexander, il padre di Garreth, spediva oggetti o souvenir che acquistava nella Città Bianca, la capitale di Turak e sede del palazzo reale.

Garreth sbuffò sonoramente e scese dal letto.

Rabbrividì.

Il pavimento era gelato.

Non appena Elina lo lasciò solo, si cambiò in fretta, una camicia di flanella bianca, un paio di calzoni di tela ed una giacca di pelle di camoscio, ai piedi un paio di stivali di cuoio, e scese nelle cucine.

<<Garreth!>>lo accolse James, abbracciandogli le gambe.

Il ragazzo sorrise e arruffò i capelli del fratellino.

<<Buongiorno, Jam.>>lo salutò.

Il ragazzino si scostò imbronciato e incrociò le braccia al petto.

L'eredità di Turak_Il falcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora