Dolore.
Fisico,psicologico, emotivo.
Dolore sotto ogni sua forma e intensità.
Dolore che aveva accompagnato Garreth per tutta la durata della sua prigionia.
Dolore fisico quando lo picchiavano perché non collaborava.
Dolore psicologico durante le allucinazioni che gli procuravano grazie a dei veleni.
Dolore emotivo quando si rendeva conto di essere completamente solo, lontano da Danise e abbandonato dal suo stesso padre.
Ormai aveva perso il conto del tempo che era passato da quando si era risvegliato incatenato in quella cella buia ed umida.
Da quel giorno non aveva più visto suo padre se non per un paio di volte durante il suo interrogatorio quotidiano. O forse se l'era solo immaginato.
D'altronde gli capitava sempre più spesso di avere allucinazioni anche senza che gli somministrassero il veleno.
Per un paio di volte aveva pure creduto di vedere Axel nascosta dietro lo stipite della porta che restava socchiusa quando il carceriere entrava per portargli del cibo.
Ma era empiricamente impossibile che fosse lì.
Gli interrogatori ormai si svolgevano sempre allo stesso modo.
Iniziavano con il carceriere che gli chiedeva se si fosse deciso a parlare e con Garreth che in risposta gli sputava con disprezzo sui piedi.
Era allora che arrivava il dolore fisico.
Un pugno. Un calcio. Un altro pugno. Ma la sua bocca rimaneva inesorabilmente chiusa.
Allora se non era messo troppo male si passava alle allucinazioni.
Garreth era costretto a bere una piccola dose di veleno, non abbastanza per ucciderlo ma sufficiente per confonderlo e indurlo a parlare.
Non appena il liquido gli scorreva giù per la gola, bruciandola, un dolore lancinante gli partiva dallo stomaco irradiandosi per tutto il corpo. Poi sentiva l'alito bollente del carceriere solleticargli l'orecchio.
<<Avanti Garreth fa il bravo.>> gli sussurrava suadente <<Dimmi dov'è la tua amichetta e ti risparmierò tutto questo. E lo risparmierò anche a lei. Perché lo sai cosa le farò se la prenderò. Più tempo tu insisti a voler fare l'eroe e più lentamente e dolorosamente lei morirà.>> continuava marcando ogni parola in modo che il ragazzo le sentisse distintamente, una per una <<Sai faccio questo mestiere da anni e ho imparato molti modi per farla pagare a chi si ostina a fare l'impertinente.>>rincarava l'uomo ed iniziava ad elencarglieli, quei modi orribili e grazie al veleno immagini brutali si riversavano nella mente di Garreth.
Corpi martoriati e sofferenti.
Corpi con il volto di Danise.
Ma lui non si dava per vinto.
Doveva resistere, per lei.
Non avrebbe permesso che le torcessero nemmeno un capello.
Aveva giurato di proteggerla e non aveva nessuna intenzione di rimangiarsi quella promessa.
Quel giorno, com'era di routine, aveva subito l'ennesimo interrogatorio durante il quale aveva fatto irritare il carceriere più del solito il quale infatti era arrivato addirittura a frustarlo ripetutamente fino a fargli sanguinare la schiena.
Ed ora era disteso a terra, i denti stretti per non urlare di dolore ogni volta che muoveva un muscolo; non era riuscito nemmeno a mangiare.
Ad un tratto, Garreth sentì la porta della cella aprirsi e per la prima volta ebbe paura.
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L'eredità di Turak_Il falco
FantasiaPrima parte: Il falco . . Garreth è un comune ragazzo di diciassette anni. La sua vita alla villa dove vive è scandita dalle lezioni con Elina, la sua tutrice, e dalle battute di caccia col falcone assieme al padre Alexander. Ma quando alla villa ar...