Il passato ci perseguita

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Damon Pov
È scappata e non so davvero cosa fare, ho esagerato prima, l'ho trattata in un modo che lei non meritava affatto. È vero, lei mi aveva detto che ero un mostro... ma come darle torto? Ho un passato alle spalle che mi perseguita tuttora, che non mi fa dormire la notte e che mi porta ad avere questi comportamenti a volte violenti contro chi amo. Da quando la conosco non ho fatto altro che farla stare male, l'ho delusa in continuazione, l'ho ferita e umiliata, lei non merita tutto ciò, non lo ha mai meritato. Devo cercarla, la devo trovare, è in pericolo lì fuori, tutta sola.

Pensai mentre Jade, Stefan e Jeremy mi guardavano delusi.

"Sei un emerito cretino!" Iniziò Jade "Che cavolo ti è saltato in testa? Come ti permetti di parlarle in quel modo!"
"Jade..." la fermò Stefan
"No, ha ragione. È tutta colpa mia, e io ti giuro che farò di tutto pur di ritrovarla!"
Dissi.
"Sarà meglio per te" disse Jeremy superandomi e uscendo di casa.

Devo trovarla, non posso permettermi di perdere un'altra persona a cui tengo.

Uscii di casa, mi misi in macchina e partii alla ricerca di qualcuno che non voleva farsi trovare.

Sam Pov
Stavo camminando da tempo quando la vista iniziò ad annebbiarsi. Iniziai a barcollare, nella mia testa c'erano così tante urla, le sue, le mie...
Ero confusa, arrabbiata, piena di dolore e odio, ero delusa e ferita.
Stavo per cadere quando delle braccia mi sostennero prontamente.
Poi chiusi gli occhi.

Li aprii poco dopo, o almeno così mi era sembrato. Ero in una stanza buia, la luce filtrava solo da una piccola finestrella che mi fece capire di trovarmi in uno scantinato. Ero su una sedia e avevo le braccia poggiate sui braccioli, provai a toglierle ma non ci riuscii. Provai di nuovo, ma mi accorsi che erano legate. Non riuscivo a vedere bene, non capivo con cosa fossero legate, fin quando qualcuno accese la luce.

Lo vidi, in fondo alla stanza, gli occhi rossi e lo sguardo cupo. Si mosse velocemente verso di me...

Damon pov
Non la trovai da nessuna parte. Avevo cercato in città chiedendo a dei passanti se l'avessero vista, ma a quanto pare nessuno fu d'aiuto. Era scomparsa, riprovai per la decima volta a chiamarla al telefono, ma come al solito mi rispose la voce fredda della segreteria telefonica.
Poi mi venne un'idea, parcheggiai fuori dall'ospedale ed entrai, magari si era sentita male...

Chiesi alle infermiere, ai medici, ma nessuno l'aveva vista. Piano piano sentivo la paura farsi spazio in ogni centimetro del mio corpo. Le mie gambe tremavano, così come le mani. Ormai non capivo più nulla, il mio corpo si muoveva ma la mia mente era completamente immobile, ferma, senza alcun segno di vita.

Uscii e mi misi di nuovo in macchina, la cerchai ovunque, nei bar, nel bosco, nei dintorni della città, ma niente. Come se fosse scomparsa dalla faccia della terra, senza lasciare tracce, segni... niente.

Tornai a casa quando ormai era buio, entrai e trovai Jade, Stefan, Jeremy, Caroline e Tyler sul divano.
Appena entrai si voltarono tutti verso di me, magari sperando di vederla entrare.
Ma quando si accorsero che ero solo io, tornarono a guardare ognuno un punto indeterminato.

"La dobbiamo trovare" disse Jade completamente scossa dai singhiozzi.
Stefan l'abbracciava e le accarezzava la schiena cercando di tranquillizzarla, ma non c'era verso, e la capivo.
"L'ho cercata in tutta la città, ho chiesto anche all'ospedale, nei bar, nel bosco, fuori citta, l'ho chiamata, ma non la trovo." Dissi in preda alla disperazione.

Andavo avanti e indietro per la stanza giocherellando con una ciocca di capelli.
"Abbiamo avvertito la polizia e abbiamo sparso foto per la città" intervenne Caroline, forse con il tentativo di calmarmi che ovviamente non funzionò.

È tutta colpa mia, lei è in pericolo ne sono sicuro, se le dovesse succedere qualcosa io... non me lo perdonerei mai.

Sam pov
Era alto e muscoloso, un braccio completamente ricoperto di tatuaggi, un sorriso malefico e l'odio negli occhi.
(Joseph Morgan)

Era ad un centimetro da me, lo sguardo fisso e impenetrabile, le mani strette sulle mie braccia.
"Ben svegliata bambola!" Disse con una voce roca e profonda.
Volevo parlare, fargli mille domande, urlargli contro, ma non avevo le forze... non avevo la forza di aprire bocca.
"Non sforzarti piccola, è da quando sei qui che ti sto togliendo del sangue." Continuò facendo un cenno con la testa rivolto al lato destro della sedia.
Guardai e c'era una sacca di sangue mezza piena collegata con un tubicino al mio braccio, mentre sul pavimento c'era una scatola che ne conteneva molte altre.
Sbarrai gli occhi, davvero non capivo...

"Tranquilla, non è un modo per ucciderti, mi servi viva, mi serve il tuo sangue."
Aspetta, già l'avevo sentita questa storia, che il mio sangue era importante per qualcuno, era importante per... Klaus!
"Klaus" riuscii a dire.
"Ah la mia fama mi precede!" Disse allontanandosi di qualche passo.

"Sono felice di essere famoso, in molti mi conoscono... molti mi temono." Alzò la voce che risuonò tetra per tutta la stanza.
"Sei carina devo ammetterlo" tornò a pochi centimetri da me "Ed è un peccato vederti soffrire, per chi poi? Damon...".
"L-lo conosci?" Chiesi con molta fatica.
Fece una risata sarcastica "E chi non lo conosce? Ha fatto strage di cuori per anni! Nel vero senso della parola eh. Infilava la sua mano nel corpo di innocenti, e toglieva loro il cuore. Poi se ne andava, senza voltarsi, senza ripensamenti. Era una vera bestia." Disse sorridendo.
"N-no... non c-ci credo." Tossii più volte, il sangue che mi toglieva era troppo e il mio corpo non ce la faceva più.

"Oh piccola ed innocente ragazzina" mi accarezzò la guancia "siamo vampiri, questa è la nostra natura, non siamo fatti per fare i bravi. Noi siamo il male!" Disse fiero della sua specie.
"St... Stefan..." cercai di dire.
"Ah lui poi! Lo squartatore, si è guadagnato questo bellissimo soprannome agli inizi degli anni '20. Era spericolato, crudele, spietato, non aveva pietà per nessuno, adulti, donne, bambini... li faceva fuori tutti. Era un mito, una leggenda. Un idolo per i vampiri più giovani e un pericolo per i suoi nemici."
Si era messo seduto per terra, in un angolo della stanza, con le braccia incrociate e le gambe distese.
"Finché un giorno incontrò Lexie, vampira audace, forte e determinata. Lo riportò ad avere un'umanità, dei sentimenti, quel briciolo di pietà che gli serviva per superare quel periodo. Ed ora eccolo, incapace di far del male ad una mosca. Bah! "

Ero completamente sconvolta, come se la terra sotto i miei piedi si fosse aperta ed io stessi sprofondando nel vuoto più totale.
Non riuscivo a togliere dalla mia testa l'immagine di Stefan, ragazzo dolce e premuroso, e del mio Damon mentre fanno a pezzi persone innocenti. Non me ne potevo capacitare, non riuscivo a crederci.

"E D-amon?" Visto che c'ero volevo scoprire di più sul suo passato che per me era sempre stato un enorme punto interrogativo, un buco bero, un alone di mistero da cui voleva scappare.

"Beh, la sua storia è un po' più complicata. Piena di intrighi, di fallimenti, di bugie e tradimenti. Piena di delusioni e priva di affetto. È sempre stato temuto, ma a differenza di Stefan lui da piccolo è stato maltrattato dal padre. E poi in seguito da un'associazione chiamata Augustine."

Sentivo la testa girare, le mie gambe tremavano e iniziai a non vedere bene.
"Quest'associazione studia i vampiri e così hanno fatto con lui..."
Chiusi gli occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2016 ⏰

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