Di nuovo con me

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Sam pov

Dopo aver parlato con Stefan raccontai tutto a Jade, che mi disse di stare attenta.

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"Sam muoviti! Siamo in ritardo" urlò Jade sulla porta di casa.

Io stavo finendo di preparararmi. Non so per quale motivo Stefan voleva vederci al parco davanti al bosco. Jade sapeva qualcosa ne ero sicura.

Soprattutto perché aveva insistito nel farmi vestire bene.

Aveva scelto dal mio armadio un paio di shorts di jeans a vita alta e una maglietta bianca corta con una piuma disegnata sopra.

Mi truccó con della matita, un filo di mascara e un rossetto non molto diverso dal colore delle mie labbra.

Avevano qualcosa in mente, e ciò mi spaventava!

Scesi di corsa le scale e per poco non inciampai.

"Eccomi! Per l'ultima volta mi spiegate che vi prende?!" Chiesi sull'orlo dell'esasperazione.

"Uhh che noia che sei! Sali e basta!" Disse lei scocciata.

Amavo la mia migliore amica ma quando faceva così non la sopportavo proprio!

Salii sulla moto e partii, in dieci minuti fui davanti al bosco.

Brividi corsero lungo la schiena al ricordo di ogni singolo momento passato lì dentro con... Damon.

Vidi Stefan e gli corsi incontro
"Senti ora mi dici che succede?!" Chiesi pregandolo.

"Nah" disse sorridendo.

"Uff! Perché siamo qui?!" Chiesi agitata.

"Perché una persona vuole parlarti" rispose tranquillo.

Intanto Jade si era affiancata a Stefan e mi sorrise come se nascodesse qualcosa.

"Che cosa vuole questa persona da me?" Dissi cercando di tranquillizzarmi, ma invano.

"Chiediglielo tu" disse Stefan guardando dietro di me e facendomi segno di voltarmi.

Lo feci, mi voltai.

No! Non può essere lui!

Dissi

Eppure era lì che camminava verso di me.

Quel'aria spavalda, quel fisico perfetto e quegli occhi... dio erano uno spettacolo.

Inutile dire che mi erano mancati.

Inutile dire che avrei voluto sentire di nuovo le sue braccia sul mio corpo. Che avrei di nuovo voluto sentirmi protetta, come solo lui sapeva fare.

Avanzava a passi lenti ma decisi, così da permettermi di ammirarlo in tutta la sua bellezza.

Aveva dei Jeans stretti neri, una maglietta a maniche corte e i capelli un po' arruffati.

Sentivo le farfalle nello stomaco e la felicità di un bambino. Ma d'altra parte cresceva l'odio per essersene andato via.

Lo ammirai per qualche secondo fin quando non lo trovai a pochi centimetri dal mio viso.

I suoi occhi nei miei. Incastrati ancora una volta.

Passarono pochi secondi e senza il mio comando la mia mano schioccó un sonoro schiaffo sulla sua guancia.

Da Vampiro quale era non si mosse nemmeno di un millimetro.
Ma il suo volto si rabbuió. Rimase comunque immobile difronte a me, sapeva che avevo fatto bene.

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