Uscite dal bagno andammo fuori per vedere dove fossero i ragazzi.Trovammo solo Liam appoggiato con il fianco alla sua auto. -Dove sono Tristan ed Aaron?-
Lui ci rivolse uno sguardo strano-Sono andati via.Il fratello di Aaron lo ha chiamato ed era ubriaco marcio,così visto che lui non aveva la macchina Tristan gli ha offerto un passaggio!Gli ho detto che ti avrei riportata io a casa.Solo che non avevo pensato ad Allie ,e io in macchina ho un posto solo in più.- Guardai verso Allie che stava ancora cercando di reprimere le lacrime.-Non fa niente,porta lei a casa io chiedo a Matt.- Detto questo li salutai e rientrai nel locale in cerca di Matthew, andai fino al tavolo dove eravamo seduti prima ma non trovai nessuno.-Cavolo-mormorai tra me e me. Camminai per il locale in cerca di Matt, ma non lo trovai da nessuna parte.Chiamai Tristan ma entrò la segreteria telefonica.
Andai a sedere su uno sgabello davanti il bancone e sentì qualcuno sedersi vicino a me. Riconobbi la sua acqua di colonia.
-Una birra-disse al bar man. Continuai a guardare dritto mentre lui si girò sullo sgabello nella mia direzione.- Sei rimasta sola?-
Non avevo voglia di parlare con lui ma dissi comunque- Non sono affari tuoi.- -Non essere così acida.-
-Non sono acida,non ho voglia di parlare con uno sconosciuto che mi segue.-dissi continuando a guardare avanti.
-Io non ti ho seguito.Mi hanno detto che questo locale era nuovo e sono venuto qui,e se vogliamo dirla tutta oggi tu sei venuta sul mio posto di lavoro!- finì la birra e appoggiò la bottiglia sul bancone. -Io vado al "Caffè" da anni tutti i sabati .- dissi furiosa.
-Ok calmati.- e si alzò dallo sgabello.Non vedevo l'ora che se ne andasse ma in tutto il locale era l'unico che conoscessi. -Aspetta-gli dissi contro la mia volontà.Le parole mi uscirono di bocca senza pensarci.
Si girò e mi guardò negli occhi,mi persi nel verde dei suoi,e lui mi schioccò due dita davanti il viso. -Ho bisogno di un passaggio,i miei amici se ne sono andati e non so come tornare a casa-dissi alzandomi.
-E il tuo ragazzo ti ha lasciato qui da sola?-
-Ha avuto un imprevisto ed è dovuto andare via,non è questo il punto.Mi puoi dare un passaggio?Di tutto il locale sei l'unico che abbia mai visto più di una volta nella mia vita.-Non avrei voluto chiederglielo ,ma era l'unica soluzione.
-Non so neanche il tuo nome.Sei una sconosciuta e non dò passaggi alle sconosciute.-disse facendomi un sorriso malizioso.
-Sono Camille e ora ci conosciamo.- gli tesi la mano ma lui la guardò e mi disse -Dai forza andiamo.-
Lo seguì fino all'uscita e lui si fermò davanti un Harley 1340 nera. -Io non ci salgo sulla moto!-dissi.
-Allora torni a piedi!- Mi porse un casco. Lo presi perchè non avevo nessuna via d'uscita. Salì dietro di lui senza sapere dove tenermi ,all'improvviso prese le mie mani e le allacciò davanti il suo petto.Mi sentivo in imbarazzo anche perchè aveva indosso solo una t-shirt e riuscivo a sentire i suoi muscoli guizzare. -Pronta?- -Si.!- aggiunsi l'indirizzo di casa mia e partì rombando. Mentre attraversammo la strada ripensai alle volte che lo avevo visto da ieri,aveva sempre un carattere indifferente, ma mi aveva colpita accettando di portarmi a casa. C'era qualcosa in lui che non mi piaceva,soprattutto il suo legame con Tristan.
Arrivati fuori il vialetto scesi dalla moto e cercai di togliermi il casco.Fantastico! Era incastrato. -Puoi aiutarmi?- lo guardai con sguardo implorante. Scese e venne da me incrociando il mio sguardo mentre mi aiutava a togliere il casco. Glielo porsi e rimasi ferma davanti a lui.Mi sorrise e risalì in sella alla moto.-Digli al tuo ragazzo che non fa bene il suo lavoro,io non ti avrei mai lasciato da sola in un locale di sera.- Non ebbi neanche il tempo di rispondere che ripartì.
Entra in casa e il cellulare squillò.Era Tristan,doveva aver visto la mia chiamata persa,ma non avevo voglia di parlare con lui,quindi lascia partire la segreteria e poi spensi il cellulare. Misi il pigiama e mi infilai al letto. Non riuscii a dormire per ripensare a Nathan. Ora che sapevo anche il suo nome mi sembrò più difficile dimenticarmi di lui.
Mi addormentai pensando a quanto fosse stato arrogante con me e gentile allo stesso tempo.L'indomani avrei chiesto una volta per tutte la verità a Tristan.
Sentii il campanello di casa tintinnare senza sosta.Mi alzai a fatica ed andai ad aprire,sorpresa che nessuno dei miei genitori fosse in casa. Aprii la porta e mi sorpresi di vedere Nathan sulla soglia con gli occhiali da sole calati sugli occhi,jeans e maglietta bianca.Entró oltrepassandomi,si girò verso di me e mi squadrò.-Bel pigiama.- Oh mio dio! Avevo degli shorts cortissimi e una canottiera celeste senza reggiseno. mi strinsi le braccia al petto e dissi-Cosa ci fai tu qui?- Girò per la casa arrivando in cucina e posando una borsetta sul bancone.La mia borsetta.-L'hai lasciata nel portaoggetti della moto-Si sedette. -Grazie,ma devi andare via.- dissi.
-E perchè mai?C'è una vista fantastica qui!-incollòil suo sguardo alle mie gambe nude. -Perchè sta per arrivare il mio ragazzo.-mentii. Si alzò e venne verso di me fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso. Alzai di poco la testa per guardarlo negli occhi. -E tu ti saresti presentata davanti a lui in così?- fece scivolare il suo sguardo sul mio corpo scosso dai brividi.
-Io...io..- riuscì a dire solo questo prima che lui si avvicinò di più a me e poggiasse le sue labbra sulle mie.All'inizio fu un bacio quasi casto ma in seguito cercò di infilare la sua lingua nella mia bocca e io la schiusi facilitandogli l'accesso. Divenne tutto così eccitante e caldo.Stavo morendo di caldo mentre lui mi poggiò le mani aperte sui fianchi staccandosi per un momento dalla mia bocca e facendomi riprendere fiato.Non appena posò la sua bocca sul collo sentì la mancanza delle sue labbra contro le mie.
Improvvisamente tornai alla realtà.Era stato solo un sogno.
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Il gioco del destino
RomansaNon è nelle stelle che è conservato il nostro destino,ma in noi stessi. W.Shakespeare