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-Vi ricordate che mamma era partita per la Francia a vedere la finale, giusto?- cominciò Harry, cercando di prepararli psicologicamente alla notizia, per quanto possibile.

-Certo, ci aveva scritto che sarebbe tornata domani. Che è successo, resterà fuori ancora un pò?- chiese James di rimando.

Ma Albus era più sveglio.
-È per colpa dell'esplosione, vero? Ne ho sentito parlare oggi in Sala Comune. Deve fare un servizio sull'accaduto?-

Harry sospirò.
-Non proprio, no. Ecco...-

Ma Albus lo anticipò.
-È morta, vero?-

Harry annuì debolmente. I tre reagirono in maniera differente: Albus chiuse gli occhi, poggiando la testa sulla spalliera del divano su cui erano seduti; James aveva gli occhi spalancati e lucidi di lacrime che si sforzava invano di nascondere; la piccola, invece, guardava ancora il papà con aria confusa.

-Vuol dire che non tornerà più, che ora è in Paradiso?- tentò, ingenuamente.

-Si- rispose il padre, cercando di suonare dolce per non spaventarla.

-Allora non vedo quale sia il problema- ribadì lei.

James si voltò di scatto verso di lei, le lacrime che scorrevano ormai liberamente lungo le sue guance.
-Ma sei cretina o cosa?!? ERA TUA MADRE, DEFICIENTE, ED È MORTA. MORTA. ANDATA. FINITA. KAPUTT-

La povera Lily indietreggiò spaventata, andando a cercare rifugio tra le braccia del padre, il suo eroe, che non aveva neanche la forza per rimproverare il primogenito.

Fu Albus a tranquillizzarla. Era lui che si occupava di quelle cose, visto che spesso quando gli altri due maschi di casa Potter erano arrabbiati o tristi si concentravano troppo su loro stessi per accorgersi se qualcun altro stava male.
-Come mai, Lily? Me lo spieghi, per favore?-

La bambina alzò la testa che aveva nascosto nella giacca di Harry.
-Perché, è vero, noi siamo tristi, ma lei sta meglio di noi. È in cielo, con i nonni, lo zio Fred, zio Sir, i genitori di Teddy, zio Sev e zio Al. Non è sola, e sono sicura che è felice lì dov'è-

Harry sorrise alla semplice ingenuità del pensiero di sua figlia.

-Hai ragione, Lils, lei sta bene. Siamo noi che non lo siamo- le disse, accarezzandole i capelli.

-Ma un giorno la rivedremo, sai- disse la piccola teneramente, mentre con un ditino asciugava una lacrima dal volto dell'uomo, scappata senza il suo permesso.

Harry la strinse forte a sé, e il calore trasmessogli da quel corpicino gli permise di riacquistare il controllo.

Si guardò intorno. Quello che sembrava averla presa peggio era di sicuro James, che lasciò la stanza con una debole scusa.

Albus, al contrario, era rimasto stranamente calmo, anche se i suoi occhi erano decisamente più tristi del solito.

E Lily, la piccola, tenera Lily, era stata più forte di tutti loro messi insieme. Per quanto fosse molto legata alla madre, non aveva versato una lacrima, ma al contrario aveva cercato di consolare tutti loro.

Era una bambina forte.
Proprio come sua madre.

-Dovremmo dirlo agli altri, no?-
Eccolo lì, la voce della ragione.

-Suppongo di si, anche se non me la sento per niente- rispose Harry, prendendosi la testa fra le mani.

-Dillo solo a zio Ron. Io posso dirlo a Teddy, e sarebbero loro a spargere la voce. Anche se penso che una volta identificati tutti i corpi apparirà una lista completa sulla Gazzetta- riprese Al, sorprendendo il padre con il suo autocontrollo.

-Ah, e dovresti anche andare a parlare com James, direi- aggiunse poco dopo.
-Ma magari non adesso, lascialo stare un'ora o due-

Harry annuì, incapace di fare altro.

-Sai anche quando sono i funerali?-
continuò il piccolo dagli occhi verdi.

-Credo che il Ministero stia organizzando un funerale in pompa magna per tutte le vittime, ma non sono troppo sicuro del giorno in cui si terranno. Forse dopodomani, se non sbaglio. Non stavo ascoltando- rispose l'uomo, per poi congedarsi e tornare nella sua stanza, esausto.

Un attimo prima di uscire dalla stanza, però si voltò.
-Naturalmente siete autorizzati a restare a casa fino ai funerali, o anche per tutta la settimana, se preferite-

Detto questo, uscì, e l'ultima cosa che vide fu Lily rannichiarsi vicino al fratello e quest'ultimo stringerla forte.

Poi chiuse la porta.

Una Fine È Pur Sempre Un Inizio ~ DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora