Perchè è così difficile stare con lui,perchè devo stare male io.
Continuavo a ripetermi tutte quelle domande in testa mentre mi asciugavo le lacrime che scendevano copiose sulle mie guance,la pettinatura era sfatta,il trucco colato e il mio bellissimo vestito tutto piegato.
-piccolina dai tranquilla andiamo a casa mia.-disse christian mentre guidava,era arrabiato ma non voleva farmelo vedere se fosse stato per lui avrebbe preso emiliano a pugni fino a spaccargli qualche osso.
Il portinaio del palazzo mi guardò preoccupato mentre Christian mi prendeva in braccio.
-tutto bene?-chiese l'anziano aprendoci la porta.
-brutta serata.-rispose christian al mio posto.
Non appena fummo dentro casa il profumo di limone mi inebriò le narici,mi tolsi il vestito con l'aiuto di Christian mi feci una doccia per levarmi il trucco colato e per cercare di rilassarmi un pò.
-jessi hai fame?-chiese intanto che mi mettevo una sua maglietta che mi arrivava a metà coscia.
-no dormiamo?-chiesi con un filo di voce,annuì si cambiò infilandosi un paio di pantaloncini da basket sorrisi quando vidi il mio nome e la mia data di nascita tatuati sul suo fianco
Jessica 05.10.1996
Sorrisi almeno ho sempre il mio migliore amico che c'e sempre lo abbracciai forte sprofondando nel suo petto.
-ti voglio bene piccola.-disse dandomi un bacio sulla fronte.
La mattina successiva fui anzi fummo svegliati dal mio telefono che continuava a suonare lo cercai a tastoni sul comodino e quando lo trovai vidi che mi stava chiamando emiliano era giá la trentesima chiamata,spensi il telefono e ritornai a dormire,questa volta era il telefono di Christian che suonava senza guardare chi fosse rispose al telefono.
-pronto?-
-christian abbiamo una riunione straordinaria con il tuo team in ufficio tra quaranta minuti.-era pamela.
-possiamo evitare di venire in giacca e cravatta?-chiese prima di mettere giù.
-sì.-rispose mettendo giú.
-jess dai andiamo a fare colazione.-disse alzandosi in piedi,mi lanciò un paio di pantaloni neri della tuta nike e una felpa grigia anch'essa della nike.
-le mie converse sono da te vero?-chiesi mentre mi cambiavo.
-sotto il letto come sempre.-rispose,dopo averle trovate me le infilai svogliatamente arrivò christian che si sedette di fronte a me.
-te le metto io.-disse allacciandomi le stringhe delle scarpe,mi tornarono in mente le parole di emiliano scoppiai a piangere di nuovo e ogni volta faceva male.
-nonono dai piccola non piangere.-disse asciugandomi le lacrime con i pollici.
-i_io lo o_odio.-mentì lo amavo più di ogni altra cosa.
-dai vai a sciacquarti il viso e poi andiamo.-disse baciandomi i palmi delle mani.
-ti v_voglio un m_ondo di b_ene.-dissi abbracciandolo forte,mi strinse forte.
E li capì che i migliori amici sono come lui che da quindici anni mi sopporta,che mi protegge e consola che lui é unico e io senza di lui non potrei reggermi in piedi.