16. epilogo (2)

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Canzoni per il capitolo:
Photograph - Ed Sheeran

Wherever you are-
5 seconds of summer

I giorni passarono, io e Arcia eravamo sempre più uniti sembrava andar tutto bene.
Non c'era nulla di particolare da raccontare, era quasi tutto tornato alla normalità, ma si sa, le cose belle non durano molto. Infatti arrivò il fatidico giorno. Dovevo ripartire per Milano, questa cosa mi lacerava il cuore ma dovevo per forza, avevo lì tutto e poi dovevo dare degli esami all'università.
Il saluto con Arcia fu uno strazio, stava quasi piangendo "dai, in men che non si dica questo mese sarà passato e potremo rivederci" le dissi baciandole prima le labbra poi la fronte. "Sappi che se non mi rispondi ai messaggi vengo a spaccare la testa di cazzo che sei." Risi, certo che le avrei risposto, non avrei fatto una cazzata due volte.
Stava ascoltando i catfish and the bottlemen con una cuffietta, era partita cocoon.
Dopo un ultimo bacio salii sul treno e la salutai.

Quella fu la penultima volta che la vidi, malattie genetiche. L'aveva avuta anche il suo fratellino prima di morire.
Ti mangia dall'interno e non puoi fare un cazzo.
Lei sapeva di averla ma non volle far nulla. Nessuno sapeva di questa malattia, tranne lei, solo lei.
Nemmeno io, non posso essere arrabbiato con lei però cazzo, se solo l'avessi saputo, avrei fatto di tutto per lei, avrei cercato di salvarla.
Era un giorno tranquillo, avevo appena dato un esame quando mi arrivò una chiamata da Arcia "Hey Amore, quando puoi venire su? Sono all'ospedale, ti devo parlare" magari non era nulla di male, magari. Pensai al peggio e, data la mia indole alla positività, pensai al fatto che poteva essere incinta. Non ero pronto a fare il padre a quest'età. Però appena salì capì che la situazione era molto più grave, appena arrivai davanti alla sua stanza vidi sua madre piangere contro il petto di suo marito sussurrandogli "non voglio che se ne vada anche lei così, così velocemente" entrai di colpo in camera di Cia. "Cosa minchia succede?" Lei mi accolseo con il suo solito sorriso. "Sto male Giova, rimani con me, sempre." E così feci, mi misi a letto con lei, mi sdraiai vicino. "Sai oggi è passato il mio ex... come si chiama?" "Giorgio" "AH si, murry, con la sua ragazza Mara. È davvero simpatica e da quel che mi ha detto siete diventati amici, e avete quasi creato una crew insieme ad altri youtubers." Le sorrido, glielo dissi anche io qualche giorno prima, ma non importa so che non fece apposta a dimenticarlo. "Sai Giova, io avrei voluto passare tutta la mia vita con te. Sempre, ogni giorno, ogni secondo però ormai non posso più, quindi ti prego. Non voglio che tu mi veda soffrire, vai a casa tua a Milano appena puoi, però prima baciami, baciami come se non ci fosse un domani e ricordati di me, sempre, per sempre perché io mi ricorderò di te. Qualsiasi cosa accada, sarai per sempre dentro di me. Ti amo. Perché dalla mia piccola vita ho capito poche cose, ho capito che l'amore può far male a volte, però è anche l'unica cosa che ci fa sentir vivi. Quindi ti prego, tieni il nostro amore in una fotografia" mentre dice ciò mi porge dalle sue piccole mani una polaroid di noi due, è stata fatta qualche settimana prima, io sono sdraiato a letto e tengo la polaroid in mano, lei con la testa sopra il mio petto che ride con le mani davanti al viso, io che faccio il sorriso più vero e spontaneo che possa esistere. "Costudiscila perché qui i nostri cuori non erano spezzati e il tempo sembrava congelato. Infine, so un'altra cosa, che l'amore può guarire, amare può riparare la tua anima. Ed è quello che è successo a noi, quindi io voglio che tu mi ricorda così, la persona che ti ama di più al mondo. Non importa come andrà, io ti amerò per sempre." mi disse questo tra le lacrime. Presi la sua piccola mano fragile e la misi vicino al mio cuore "batte per te" e mi ero avvicinato sempre di più alle sue labbra fino ad annullare la distanza. Sentii le lacrime che scendevano da entrambi i volti. Consapevoli che sarebbe stato l'ultimo bacio, l'ultima volta che staremo insieme. Non la volevo lasciare, anche quando interruppe il bacio continuai a starle vicino, le diedi piccoli baci su tutto il viso e sul collo, mi soffermai su un punto preciso e lasciai il mio marchio. "La smetti di farmi succhiotti? Poi che penseranno i medici?" "Devono sapere che sei solo mia, di nessun altro" così lei fece lo stesso, abbassando un po' la maglietta lasciando scoperta la mia clavicola e lasciò lì il suo marchio. "Qualsiasi studentessa deve starti alla larga, almeno finché sono in vita." Abbozzai un sorriso un po' triste. Quando finì l'orario delle visite mi fiondai per un ultimo bacio. "Sai che ti amo Giova, sappilo, sei l'unica persona che amerò nella mia vita." La baciai ancora, le dissi che la amavo, che non mi sarei mai dimenticato di lei. Si mise a piangere, le infermiere quasi mi portano via di peso. La salutai tra le lacrime, lei aveva un piccolo sorriso sul suo volto. "Ti amo. Ti prego esci con un sorriso" mi disse poco prima che io possa andarmene. "Ti amo, Cia ti amo" la salutai per un'ultima volta "anche io Giova" sentii che lo disse dall'interno della camera.
Appena fuori dalla struttura scoppiai a piangere, pensai che non ce la potessi mai fare senza di lei, è stata colei che mi ha risollevato, che mi ha sempre aiutato, che c'è sempre stata e ora non ci sarà più. MAI più.
Presi il treno delle 9,30 diretto verso Milano, la mia nuova casa. Quanto avrei voluto rimanere lì ma feci come disse lei, so che era quello che voleva, non voleva vedermi star male ulteriormente per lei.
Passai la notte insonne a piangere, Andrea che stava male con me ma che allo stesso tempo mi consolava.
Verso le 8 di mattina mi chiamò sua mamma, era in lacrime.
"Ciao Giova, come stai? Milano?"
"Salve, io bene ma lei piuttosto? Sembra distrutta" sapevo già, anche se speravo sempre un qualcosa di buono, qualche bella notizia
"Arcia...Arcia non c'è più..." e riniziò in un pianto isterico.
Lasciai cadere il telefono e mi accasciai a terra. Non ci potevo credere, presi a pugni la prima cosa che trovai cioè il comodino, sapevo che sarebbe successo però non volevo NON ERO PRONTO.
Andrea entrò in camera mia e, vedendomi in quelle condizioni, si preoccupò.
Non aveva più un senso stare lì.
Non aveva più nessun senso impegnarsi per ottenere ciò che si vuole perché poi in un modo o nell'altro ci vengono tolte.
Non aveva più un senso la mia vita, perché anche quando non ci parlavamo sapevo che stava bene e che era ancora qui con noi. Ora invece? Non ho nulla. Chissà se sono stato l'ultima persona alla quale ha pensato.
Richiamai la mamma di Cia "stavo per richiamarti io Giovanni, ti devo dire una cosa, siediti se puoi" ero già a terra "Cia, prima di star male definitivamente stava parlando di te con la sua compagna di stanza, diceva cose tipo "Sai il mio ragazzo è fantastico, hai visto che bello che è?" Però non ricordava il tuo nome, sai, per quello che aveva. Però, poco prima di spegnersi definitivamente lo disse. Te lo giuro Giovanni, disse il tuo nome. Se lo ricordò" scoppiai a piangere.
"Grazie mille, e scusi per prima"
Appena chiusa la chiamata piansi di nuovo, e ancora. Non poteva essere vero. Non c'era più.

Il giorno del suo funerale fu alquanto triste, come se i giorni prima non lo fossero stati.
Sua madre mi chiese di fare un discorso, non ero bravo in queste cose.
"Tutti voi conoscevate Arcia, quindi non sto qui a dirvi cose scontate, cose che tutti sapete, oggi voglio raccontarvi di un' Arcia che pochi conoscevano, forse solo io. Lei ascoltava sempre musica, doveva almeno avere una cuffietta all'orecchio. Lei si nascondeva se indossava il costume o la maglietta era leggermente più corta, si vergognava del suo corpo anche se non ce n'era motivo, era spettacolare.
Lei adorava raccontare battute idiote.
Lei era troppo emotiva quando si parlava di musica.
Lei era la persona più estroversa del mondo, però secondo tutti voi era timida, quello che la fregava era la poca autostima. Lei mi diceva sempre che voleva parlare con tutti, cercare interessi comuni, chiaccherare ma aveva paura di essere giudicata o di sbagliare quindi lasciava perdere.
Non volevo dilungarmi troppo, volevo solo dire che Arcia era la ragazza che amavo da una vita e che avrei amato per tutto la mia vita, anzi che amerò per tutta la mia vita. Non posso dimenticare una persona così importante per me. Mai. Quindi vi prego, fatelo anche voi, non dimenticatevi di lei.
E mia piccola Arcia, non dimenticarmi di me."
Quando scesi dall'altare vidi sua mamma piangere e Andrea che mi guardava con uno sguardo fiero, dato che non avevo pianto.
Appena finita la cerimonia mi alzai, abbracciai andre e scoppiai a piangere, cosa che non succedeva da esattamente due ore.

Mia cara Arcia, ora voglio parlare a te. Sono qui, sei mesi dopo la tua morte che penso ancora a te, sappi che abbiamo vinto su tutti anche se è andata come è andata io e te abbiamo vinto su tutto e tutti.
Arcia io ti amo, un amore sincero.
Ti amo.
Potrei dirtelo per sempre, perché è così, sappi che rimarrai sempre la persona più importante del mio cuore ma a un certo punto bisogna fare delle scelte non posso vivere sempre nella tua memoria, non posso stare a piangermi addosso tutta la vita, quindi Cia, amore mio ti dico addio. Ci rivedremo prima o poi, lo prometto, potremo stare insieme tutta la vita però ora ti devo dire addio. Ti amo.

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