- Vestiti, perché stasera ti porto fuori a divertiti. - .

- No! Sono stanca. - sbuffai.

- Vedrai che con due birre, la stanchezza passerà. Vengo a prenderti tra 20 minuti. - disse Evan.
Sorrisi debolmente, nonostante la mia voglia di divertirmi era come la voglia di leggere un libro di storia dell'arte, grande come il vangelo, lui riusciva sempre a farmi sorridere.
- Mi hai convinto. Ora mi preparo. A dopo. - lo salutai.

Mi alzai velocemente dal divano, spensi il computer.
Misi a caricare il cellulare, non volevo che si spegnesse durante la serata. Natalia avrebbe potuto richiamare da un momento all'altro.

Andai sotto la doccia, lavai il mio corpo e capelli.
Poi mi depilai le gambe e le ascelle, ne avevo bisogno.
Quando uscì, avvolsi il mio corpo in un asciugamano arancione, intanto cominciai ad asciugare i miei capelli. Dopo aver finito, scelsi i miei vestiti.

Optai per dei pantaloni in pelle, neri. Una blouse bianca senza maniche, e un giachetto nero anche esso in pelle.
Indossai degli stivali con il tacco non tanto alto, di colore blu scuro.

Mi lavai i denti, e poi applicai poco trucco alla mia faccia stanca.
Lasciai i capelli sciolti. Erano passati più di venti minuti, ma Evan non si era ancora fatto sentire.
Evan era sempre in ritardo,se per solo una volta fosse stato in anticipo, sarebbe stato preoccupante.
Per esempio, una volta era arrivato in ritardo a scuola. Ricordo che la maestra era infuriata, quel giorno avevamo un test di inglese e lui inventò una scusa esilarante. Disse che il suo pesce rosso aveva mal di orecchie.
Tutta la classe scoppiò in una fragorosa risata, fu da quel momento che diventammo amici per la pelle.
Lui mi faceva sempre ridere.
Non avevo molti amici in quel periodo, per colpa delle mie origini.

La maggior parte dei genitori facevano in modo che i loro figli stessero lontano da me, pensavamo fossi diversa perché ero metà americana e metà messicana.

La campanella suonò alle dieci in punto, proprio come ogni mattina.
Ero al quarto anno delle elementari.
Uscimmo in giardino, i miei compagni cominciarono subito a correre verso tutte le parti.
I maschi giocavano a fare la guerra, usando le proprie dita per far finta di spararsi a vicenda.
Invece, le bambine, giocavano in un angolino. Stavano sedute sull'erba a gambe incrociate. Avevano portato da casa delle bambole, poi cantavano delle canzoncine che si sentivano solo nelle pubblicità, in televisione.
- Perché non vai da loro, Rosa?- mi chiese la maestra, era dietro di me.
Sapeva che le stavo guardando, morendo dalla voglia che una di loro mi invitasse a giocare.
Feci un sospiro e mi avvicinai al gruppetto.
Mi guardarono appena mi fermai davanti a loro.
- Ciao. Posso giocare anch'io? - domandai con un sorriso.
Grace si alzò da terra, lei era un pò come la leader del gruppo.
Aveva i capelli rossici e gli occhi marroni. Era una bambina alta per la sua giovane età, aveva anche un brutto caratterino come la madre.
- No. - disse per poi sedersi di nuovo.
Le altre continuarono a guardarmi con una espressione vuota.
- Perché? - mi sedetti tra Grace e Maddalen, lei invece era una bambina molto dolce ma Grace le diceva sempre cosa fare.
- Beh...- cominciò Grace mentre Maddalen mi passò una bambola un pò inquietante.
- Mia madre ha detto che sei diversa, che non devo parlare con te. Ha detto che fai male. - rispose alla fine.
- Credo che la tua mamma si sia sbagliata. Io non picchio le persone, è una cosa brutta! - le sorrisi.
Fece il broncio - Allora...sì, puoi giocare! - rise Maddalen.
Grace le tirò un piccolo sassolino. - No, non puoi giocare. Vattene! Dammi la bambola! - mi prese la bambola dalle mani e poi mi spinse.
Mi alzai e cominciai a piangere!
Le mie lacrime bagnavano le mie labbra.
- Gioco io con te. - era Evan Dearnley, era un bambino molto dolce.
Eravamo amici ma non stavamo quasi mai insieme, stava spesso con gli altri maschi.

Il mio cellulare cominciò a squillare, togliendo dalla mia mente quelli odiosi ricordi.
- Pronto? - .

- Sto quasi arrivando, spero tu sia pronta! - rise.
- Non sono io il ritardatario, caro. - .
- Non sono io la stronza! - mi sfidò.
- Ok, hai vinto. Ti aspetto! - sospirai facendo un sorriso.
Lo aspettai un paio di minuti seduta sul divano, guardando l'inizio di un film.
Quando il film cominciò a diventare interessante e movimentato, Evan mi inviò un messaggio.

Ricevuto da Evan:
Vieni fuori. ♥

Inviato a Evan:
Arrivo subito!!! :)

Presi la mia borsa con dentro tutto il necessario per la serata. Andai fuori e trovai subito la sua macchina, intravidi altre due persone nei posti anteriori.
Entro nella macchina, stando davanti insieme ad Evan.
- Hey, sei molto carina questa sera. - sussurrò guardandomi.
Annuii con un sorriso.
Voltai il mio volto, c'erano due ragazze sedute dietro di noi.
- Vedo che non siamo soli, Evan...- risi leggermente.
- Oh sì, le ho invitate...spero non ti dispiaccia! - rispose Evan accendendo la macchina.

- No, anzi, non fa mai male un pò di compagnia. Io sono Ross, piacere! - mi presentai alle due ragazze, una aveva i capelli rossi e l'altra invece gli aveva più scuri dei miei.
- Piacere, sono Aileen. - rispose per prima la ragazza dai capelli rossi.
- Io sono Tamara. - sorrise l'altra.
Sembravano simpatiche. Ricambiai il sorriso.
- Umh...dove andiamo? - domandai al mio amico.
Lui fece spallucce, mi diede una piccola occhiata.

- Oggi andremo in un posto che piacerà a voi tre. - ci indicò con un dito Evan.
Speravo con tutta me stessa che fosse un ristorante, il gelato non mi aveva per niente sfamata.
Mi ricordai quel che successe qualche minuto prima.

Mi ero toccata da sola! E per di più pensando a Harry.

Mio dio, quel uomo mi faceva impazzire, dal primo giorno in cui l'ho visto. . .qualcosa in me era scattato!
All'inizio ero sicura fosse solo una stupida cotta, "passerà" pensavo. Invece, non era passata, continuavo a pensare a lui. . .ai suoi atteggiamenti, il modo in cui parlava, il modo in cui sistemava i suoi ricci, il modo in cui muoveva quelle labbra!

Quando conobbi Mr. Styles, ero una ragazzina di venti anni.
Non potevo capire la parola "amore". Ero ancora giovane, dovevo pensare a divertirmi come facevano tutti gli altri.
E mi ritrovai lì in quella casa,troppo grande e lussuosa per me, con il tempo capii!

Lui era il mio primo vero amore.
Avevo avuto un paio di ragazzi prima di conoscere lui. Ero certa di amarli.
Ho persino commesso l'errore di perdere la verginità con Zack. Il mio ultimo ex,non che avessi milioni di ex, per carità!
A Zack interessava solo la fama e il sesso.

Era molto famoso tra le ragazze, era molto bello. Alto, muscoloso e biondo. . .il solito principe azzurro!
All'inizio della nostra relazione lui era dolce, divertente e protettivo.
Poi cominciò a trascurarmi. Stava sempre per i fatti suoi, ero anche sicura avesse un'altra.
Così decisi di darli la cosa più pura che avevo, volevo delle attenzioni.

Quando mi accorsi cosa avevo appena fatto, scoppiai in un pianto disperato. Io non volevo essere. . .così sua. Lo avevo fatto per avere attenzione, perché pensavo di amarlo.
Invece, era solo un pervertito a cui piacevano le droghe e le ragazze facili.

In fondo ero solo una ragazzina che pensava di incontrare il suo amore dietro l'angolo, vero?

Tre anni più tardi, incontrai Harry ed incominciai a lavorare per lui.

- Ross?! - Evan mi risvegliò dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo verso di lui.
Cominciai a respirare correttamente.
- Stai piangendo? - domandò preoccupato.
Mi accorsi solo in quel momento, alcune lacrime avevano lasciato i miei occhi.

Tamara e Aileen mi guardavano con uno sguardo preoccupato.
- Va tutto bene? - .
- Certo, sono...sono solo un pò in pensiero per...per mia sorella.- mentii - Mi ha chiamata e non le ho risposto. Quando ho provato a richiamare, non ha risposto.
Sto sinceramente pensando al peggio! - .

- Tranquilla,è una bambina...di certo sarà con le amiche a giocare con le Barbie. - rise Evan. " Lei odia le barbie!" Pensai.

Don't Let Me Down||H.S||  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora