Curtain Call (9)

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"È troppo presto" grugnì, appoggiandomi contro l'armadietto.

"Fattene una ragione" disse Bennett in risposta.

Cercai nel corridoio un qualsiasi segno di Donnie ma non lo vidi. Sospirai, realizzando che avrei dovuto incontrarlo all'ora di pranzo.

Beh, almeno non dovevo preoccuparmi di Neo che mi vedeva parlare con Donnie. Mi chiesi come sembrasse nella sua uniforme scolastica. Ricordavo che neanche Jake, che era andato nella sua stessa scuola, era riuscito a rendere attraente quell'uniforme.

"Il tuo orribile piano procede ancora?" chiese Scott quando suonò la campanella.

"Quale orribile piano?" chiese Bennett, guardandomi sospettosamente. Non gli piaceva quando c'era qualcosa che non sapeva.

"Non preoccupartene" risposi, e vidi le sue labbra contorcersi per l'irritazione.

"Toby è lì" disse lui, facendomi un cenno con la testa.

Mi voltai e vidi il ragazzo poco distante da noi. Oggi era particolarmente attraente con quel cappellino grigio, quella maglietta bianca a scollo V e quei jeans che lo fasciavano alla perfezione.

Stava parlando con i suoi amici, il suo allegro sorriso sempre presente in viso. Mi voltai nuovamente e feci spallucce a Bennett.

"Faremo tardi. Meglio andare" dissi, guidando i miei amici lungo il corridoio.

Quando venne l'ora di pranzo mi sedetti al nostro solito tavolo. Bennett e Scott si unirono poco dopo e, dall'irritazione negli occhi di Bennett, potevo facilmente dire che Scott gli aveva riferito quale fosse il mio "orribile piano". 

Scott mi lanciò un'occhiata ed io annuì. Sospirò prima di tirare indietro la sedia e iniziare a mangiare.

Finsi di guardarmi attorno nella mensa, sentendo il mio cuore accelerare leggermente i battiti quando individuai Donnie e Clifton al loro solito tavolo. Donnie stava mostrando a Clifton qualcosa sul telefono e lui stava annuendo mentre lo guardava.

Mi alzai. Dovevo farlo prima che perdessi il coraggio.

"Dove stai andando?" chiese Bennett.

"Lo vedrai"

"Donnie," rispose lui assottigliando gli occhi "Perchè stai andando a parlargli?"

"Fermami" lo sfidai con un sopracciglio alzato.

Strinse le labbra a due sottili linee "Non essere idiota, Alexander"

"Non lo sono" risposi e mi allontanai dal tavolo.

Mi avvicinai perciò al tavolo di Donnie. Lui alzò lo sguardo su di me e la sua espressione si rabbuiò. Clifton appena mi notò mi lanciò un'occhiataccia.

"Alexander," esclamò Donnie "Cosa vuoi?"

"Parlarti. Vieni con me"

Donnie esitò ma si alzò lo stesso. Mi seguì fuori dalla mensa e verso i corridoi. Lì era tranquillo, nessuno avrebbe potuto origliare la nostra conversazione.

"Di che si tratta?" chiese infine.

"Di Neo"

Donnie sollevò una mano "Fermati qui, è tutto quello che ho bisogno di sentire. Me ne ritorno a mangiare il mio pranzo"

Afferrai il suo braccio prima che potesse andarsene "Smettila! Pensava solo che ti stesse vendicando!"

"Non avevo bisogno di vendetta. Ti volevo solo fuori dalla mia vita!" sbottò lui "Andava tutto bene prima che ti annoiassi e decidessi di usarmi di nuovo come intrattenimento!"

Curtain Call [boyxboy] (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora