Curtain Call (15)

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Mi lavai il viso con dell'acqua fredda. Mio padre ero uscito dal bagno quando gli dissi che avevo bisogno di un minuto per riprendermi del tutto.

Mi asciugai il viso con un asciugamano e osservai il mio riflesso nello specchio. Gli occhi erano ancora rossi ma al momento non potevo fare niente a riguardo.

Lasciai il bagno ed aprì la porta della mia camera. Neo era seduto sul letto, accarezzando Vesper sulle sue gambe.

Mi guardò attentamente mentre mi avvicinavo "Neo, dobbiamo parlare"

"Continui a dirlo" affermò lui.

"Lo so, ma questo volta non parleremo di noi. Parleremo di te"

"Non fraintendermi, amo parlare di me, ma tu lo dici nel modo in cui farebbe un terapeuta" rispose cautamente.

"I tuoi genitori" affermai.

"Cosa?"

"Devi parlare con loro. Devi farlo, Neo. Non accettano la tua sessualità. Tu e tuo padre non andate per niente d'accordo. Parli mai con tua madre?"

Lui serrò la mascella e si costrinse a fare spallucce "Non mi importa. Non sono mai andato d'accordo con i miei genitori. Sono sempre stato io a preoccuparmi di me stesso"

"Neo," cercai di farlo ragionare "Devi parlargli, sono i tuoi genitori"

"Non siamo tutti come te e la zucca vuota, Alexander. Io e i miei genitori non parleremo, realizzando all'improvviso la gioia dell'amore di una famiglia per poi abbracciarci allegramente e cantare delle canzoni sdolcinate" potei vedere l'amarezza che si rifletteva nei suoi occhi.

"Per favore, parla con loro. Almeno saprai come andrà"

Si alzò, poggiando Vesper sul letto "Parlerò con i miei e mi occuperò della questione papino e mammina solo se tu affronterai il tuo problema con Jake"

"Avevo già intenzione di farlo" risposi, anche se non sapevo come.

"Bene. Andrò a casa, mostrerò le mie ferite di guerra, li farò sedere e farò loro una chiacchierata sui schifosi metodi educativi genitoriali e di figli omosessuali" disse, superandomi e fermandosi improvvisamente, esitando. Sollevò la mano e gentilmente fece correre le sue dita tra i miei capelli. Mi fece un cenno con la testa prima di uscire definitivamente dalla mia camera.

Mi sedetti accanto a Vesper, sollevandolo e affondando il viso nel suo pelo. Lui miagolò e mi toccò delicatamente la spalla con la zampa.

"Pensavo fossi io la tua spalla su cui piangere?"

Alzai lo sguardo su Toby, il quale mi regalò un debole sorriso "Come stai?"

"Sto...bene." Poggiai Vesper sul letto "Chiudi la porta. Vieni qui"

Lui fece quello che gli dissi "La nostra assenza dalla cena è giustificata. Gli adulti hanno intenzione di uscire all'aria aperta per bere un pò di vino e chiacchierare." Sospirò "I tuoi genitori pensavo che avessi bisogno di un pò di spazio. Posso andarmene se vuoi. Volevo vedere prima come stavi"

"Non andartene" lo presi per la mano e lo trascinai sopra le mie gambe. Lui mi guardò sorpreso. Gli baciai il collo, preferendo la porzione di pelle sotto la mascella, che sapevo fosse la sua parte sensibile.

Il suo corpo tremò leggermente "Alexander..." disse sbalordito "Pensavo che tu...che noi..."

Toby faticò a trovare le parole, per la sua sorpresa. Preso proprio alla sprovvista.

Gli baciai l'angolo della bocca. Poi pressai le mie labbra sulle sue e lui ricambiò il bacio. Lo aiutai a spostarsi su di me, le sue gambe mi avvolsero la vita, le mie mani scivolarono dietro la sua schiena, afferrando la maglietta e gettandola sul pavimento.

Curtain Call [boyxboy] (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora