Capitolo 16 pt.2.

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Apro gli occhi improvvisamente sussultando sul letto, mentre la luce della finestra davanti a me fa eco nella stanza.

Un incubo deve avermi svegliata ed una strana sensazione al petto mi divora, non capisco però cos'è.

Cerco di non farci caso e mi giro verso Lauren.

Non c'è.

La sensazione nel petto ora arrivano fino alla bocca dello stomaco per poi risalirmi in gola, un senso di ansia mi divora.

Mi butto giù dal letto alla ricerca di lei, corro via dalla camera ma non c'è da nessuna parte.

-Lauren! – urlo con voce roca.

-Lauren! – di nuovo.

-Camila, Camila che succede? – mi abbraccia da dietro tenendomi stretta a se.

Mi sento decisamente meglio fra le sue braccia ed ora il cuore torna a battere regolare.

Mi giro verso di lei e scaccio via la lacrima che mi stava rigando il volto.

-Io... scusami non ti trovavo, ho fatto un incubo e...sento qualcosa al petto Lauren. – dico a stento mentre appoggia le fronte sul suo petto ispirandone il profumo.

-Piccola ero in cucina che preparavo la colazione, sh va tutto bene era solo un brutto incubo, non succederà nulla. – cerca di calmarmi con voce opaca, rilassata e nel frattempo mi accarezza i capelli.

Non succederà nulla.

Ripeto nella mia mente.

Sorrido cercando di convincermi anche se il peso al petto non cessava ad aumentare.

Mi prende per mano e avviamo in cucina dove facciamo colazione.

Lauren di prima mattina era mozzafiato.

I capelli spettinati, senza trucco, il viso ancora non del tutto sveglio.

Era questo che volevo, per tutta la vita.

Volevo svegliarmi con lei, volevo vivermela, il più a lungo possibile.

Mando giù il caffè mentre ripenso alla giornata precedente.

Dopo aver fatto l'amore, entrambe ci siamo lavate e poi una volta calato il sole abbiamo passato la serata a parlare, a conoscerci meglio.

Io accoccolata su di lei, i suoi capelli bagnati che mi inebriavano le narici di quello shampoo profumato, la sua pelle calda sotto di me, la sua voce roca.

Cominciò a parlarmi dei suoi genitori, della sua infanzia, del suo primo bacio, della sua prima volta.

Aveva perso la verginità a 14 anni, cosa che mi stupì al quanto.

Era stata a letto perfino con Normani, ma erano ubriache.

Rise di gusto quando me lo raccontò, io invece non ci trovavo nulla da ridere.

Ero gelosa e se ne accorse così mi bacio, ripetendomi che niente e nessuno poteva separarci, e che mi amava.

-A cosa pensi? – mi risveglia dai miei pensieri con quella domanda.

-A te. –

-E cosa pensi di me? – si avvicina con in mano il suo cornetto e si siede sulle mie gambe continuando a masticare.

Alzo il viso verso il suo spostandole i capelli di lato ed ammirando i suoi occhi.

-Che ti amo e non voglio perderti. –

-Non mi perderai ora che stiamo assieme finalmente, nessuno ci separerà. –

Mi posa un bacio all'angolo della bocca e mi sorride.

Addento il suo cornetto quasi per dispetto e spalanca la bocca fingendosi offesa.

-Ehi! – esclama mettendo il broncio.

-Sei bellissima. – mi esce fuori, senza rendermene conto.

La vedo arrossire e poi alzarsi per sistemare le cose nel lavandino.

-Sei bugiarda. – dice poi posando per un attimo gli occhi su di me.

Mi alzo così da potermi avvicinare a lei. Le sto dietro così le cingo i fianchi con entrambe le mani e le lascio un piccolo e umido bacio sul collo spostandole i capelli.

-Mai stata così seria. – sussurro nel suo orecchio provocandole una scarica di brividi, cosa che noto dalla pelle d'oca sulla sua pelle.

-Camz...- fa cadere la tazza nel lavandino provocando dei piccoli schizzi che si vanno a posare sul muro di fronte.

Chiude poi gli occhi portando il capo di lato in modo da facilitarmi le cose.

Mordo un pezzo di pelle con foga e lo succhio più e più volte poi lo lascio andare creando un rumore sorso e sorrido soddisfatta per il succhiotto che le avevo lasciato.

-Sei mia. – sottolineo mentre la faccio girare di scatto per ritrovarmela davanti.

-Sono tua. – risponde con ancore gli occhi chiusi.

-Per sempre? –

-Per sempre Camz. –

Di nuovo il peso allo stomaco si fa più insistente e devo mantenermi al mobile di lato per non cadere.

-Ehi, tutto bene? – chiede preoccupata.

-Sisi, solo giramenti di testa. – rispondo non molto sicura.

-Va bene, vado a comprare qualcosa da mangiare ad un discount qui all'angolo ti dispiace se tu rimani qui ad apparecchiare? –

-Uh si, certo. – le sorrido.

Come potrei mai dirle di no.

Eppure l'istinto mi dice di andare con lei.

Ma mi sto zitta, non parlo, non faccio nulla.

Mi bacia e mi prende la mano fino alla porta d'ingresso, prende la sua borsa su un mobile e poi si gira verso di me.

-A tra poco amore, aspettami. –

Posa di nuovo un bacio sulle mie labbra e poi esce di casa.

Ti amo.

Cerco di sistemare la cucina ma il peso nel petto e la sensazione d'ansia mi opprimono il respiro.

Mi sento male.

Sono passate due ore e Lauren ancora non ha fatto ritorno.

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