L'umano che c'è in me

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Il cinguettio degli uccellini fu la prima cosa che Chase udì, svegliandosi. Si rigirò nel letto da una parte all'altra, pensando di finire contro un caldo, ingombrante ammasso di peli o ritrovarsi con una zampa in faccia, ma Shane non era lì. Si sedette e sbadigliò, prima di scostare le coperte e scendere dal letto con un balzo. Il legno sotto i suoi piedi nudi scricchiolò mentre si stiracchiava e raccoglieva i vestiti da terra; indossò i propri e ripose quelli del fidanzato su una sedia.

Dopodiché andò in cucina, ravviandosi i capelli mentre preparava il caffè e mangiava un croissant. Era lunedì e non aveva scuola, perciò avrebbe forse dovuto approfittare del tempo libero che aveva per andare a raccogliere un po' di legna. Era solo ottobre, però più ne metteva da parte e meglio era.

Finito di far colazione lavò le stoviglie e poi si lavò i denti, prima di infilarsi la felpa e le scarpe e uscire. Shane era lì, nella sua forma lupina, e stava giocando con uno scoiattolo. Il roditore correva a destra e sinistra, squittendo con aria terrorizzata, e il lupo saltava qua e là per impedirgli di salire sul proprio albero.

Il moro si portò una mano alla bocca e soffocò una risata, sperando di non essere udito. Non c'era visione più tenera di quella, la mattina, se non si contava quella quando si svegliava e lui stava dormendo con il muso poggiato sul suo petto. Per un attimo si chiese come sarebbe stato giocare con Shane come lupo, poi il licantropo s'accorse di lui e iniziò a scodinzolare, distraendosi.

Lo scoiattolo se ne scappò su, lungo il tronco e infine al sicuro tra i rami dell'acero, squittendo stizzito.

Shane uggiolò di solenne delusione e raggiunse il fidanzato a balzelloni, sedendosi ai suoi piedi.

- Buongiorno - disse l'umano, accarezzandogli il testone grigio. Il lupo cercò le sue carezze come un grosso cane carente d'affetto. - Pensavo di andar a raccogliere la legna, vieni con me?

La sua coda vaporosa rispose per lui. Il ragazzo e l'animale s'avviarono per il sentiero, inoltrandosi nel bosco. Le foglie secche indicavano il loro passaggio, cioè, perlopiù il passaggio di Chase, poiché le zampe del suo ragazzo non parevano produrre alcun suono.

Camminarono a lungo, fino al fiume. Il moro si fermava spesso a caricarsi le braccia di legni e legnetti, perfino piccoli tronchi, anche se spesso semplicemente se ne stava col naso per aria ad ammirare le chiome oro, arancio o rosse degli alberi. Shane cercava di restare al suo fianco il più possibile, ma il più delle volte gli trotterellava accanto per un po' e poi si perdeva a seguire questa o quella traccia.

Il ragazzo dagli occhi rossi l'aveva notato eccome e si domandava cosa sentisse, quali odori giungessero al suo naso e quali rumori alle sue orecchie, entrambi ipersensibili, e soprattutto se anche lui da lupo avrebbe avuto i sensi così sviluppati.

- Ti stai divertendo?

- Woof!

Chase sorrise e decise di tornare a casa, non riuscendo a portare altra legna. Il lupo iniziò a correre avanti e indietro, entusiasta. Il giovane umano prese un rametto e lo lanciò. Shane l'annusò e glielo riportò, facendolo ridere di gusto.

- Più stai con me e più ti comporti come un cane - constatò subito dopo in tono dolceamaro.

A non molto da casa, il licantropo sparì per almeno una decina di minuti, ricomparendo con tra le fauci una pallina pigolante di piume scure.

- Shane, non sei un gatto! Gli uccellini non si mangiano! - s'arrabbiò il giovane umano. Lui si trasformò, lì, in mezzo al bosco, sputacchiando piume e stringendo appena in tempo tra le mani la creaturina terrorizzata.

- Non volevo mangiarmelo - ribatté il castano, offeso. - È caduto dal nido.

Il fidanzato sospirò e lasciò la legna nella catapecchia, dopodiché prese in braccio il proprio ragazzo e lo portò in cucina. Fuori, sulla finestra, c'era una casetta per uccelli piena di mangime.

- Lascialo lì, la sua mamma verrà a riprenderlo.

Il ragazzo-lupo osservò l'uccellino con espressione vagamente meravigliata, prima di avvicinarlo al viso e dargli un tenero e delicato bacio sulla testolina marrone. Infine lo posò dove gli era stato detto. Il piccolo iniziò a chiamare la propria mamma.

Chase e Shane fecero poi la doccia insieme, troppo stanchi per fare altro se non lavarsi. Dopo la doccia si sistemarono sul divano.

- Non avevo mai notato quella casetta - esordì il ragazzo dagli occhi dorati.

- Ho sempre amato gli animali - iniziò il moro. - Prima di conoscere te passavo un sacco di tempo ad osservare gli uccelli venire a sfamarsi. Facevo anche bird-watching.

- Che senso ha? Gli uccelli sono creature inutili.

- Non mi sembrava la pensassi così quando hai dato un bacio a quell'uccellino... - rise Chase.

- Sei geloso? Di quel piccolo volatile?

Egli rise ancor più forte. Avrebbe voluto fare una battuta su quale uccello avrebbe preferito baciasse, ma non l'avrebbe capita.

- No. No, non sono geloso. Sono felice, Shane.

Il castano non gli chiese perché. Finché era felice, allora lo era anche lui.

- Ho una fame da lupi - annunciò, abbozzando un sorriso allusivo. - L'hai capita? L'hai capita, Chase?

Il giovane umano gli baciò una tempia, trattenendosi dal rotolare dalle risate.

- L'ho capita, lupo. Stamattina non hai fatto colazione, vero? Avanti, pranziamo. Anzi, ceniamo. Be', insomma, mangiamo.

- Posso cucinare io?

- No - sorrise Chase. Per quanto il fidanzato stesse sviluppando emozioni più complesse, abilità, abitudini e tratti decisamente più umani, ancora persisteva in lui il suo lato lupino. E no, non era sicuro di volerlo vedere scomparire. Forse, se avesse accettato il patto con la luna, avrebbe potuto essergli ancor più vicino.

Forse.

-

Note dell'autrice:
hi! So che questo AU non è molto seguito, ma non importa, vado avanti lo stesso, perché quando ho in mente qualcosa... non mi ferma nessuno. Probabilmente questo mese aggiornerò ancora Patto con la luna e magari terminerò Still Learning. Per intanto gli unici aggiornamenti sicuri sono quelli di Blue Eyes. Baci

Patto con la luna - Luna nuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora