The Hunters

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A seguito del primo incubo, Chase non riuscì più a dormire sonni tranquilli, disturbato da sogni agitati e oscuri. Di giorno, per di più, si sentiva sempre inquieto e provava un gran bisogno di trasformarsi, ma non ne comprendeva il motivo.

Dal canto suo Shane era invece piuttosto restio a farlo. Trascorreva pigramente le giornate in forma umana, rifiutando i suoi inviti a fare una corsa nel bosco e convincendolo a desistere con un milione di baci, mentre contemporaneamente lo trascinava sulla prima superficie orizzontale e comoda che trovava.

Avevano persino litigato, un giorno.

- Perché mi escludi da questa parte della tua vita, adesso che possiamo viverla insieme? - era sbottato il moro alla sua mancata risposta sul perché non desiderasse più trasformarsi.

Gli occhi dorati del ragazzo s'erano fatti sfuggenti e la sua espressione indecifrabile. Non gli aveva più parlato per giorni finché, una mattina, il lupo grigio era entrato in camera e l'aveva svegliato, scodinzolando piano e tornando umano per baciarlo e invitarlo a fare un po' di esercizio fisico sotto le coperte.

A seguito di ciò nessuno dei due si era più trasformato, né aveva fatto riferimento a lupi e quant'altro.

- Shane, - esordì un giorno il moro, stanco della monotonia - oggi andiamo in un posto speciale.

Fecero perciò colazione e, tra un bacio e l'altro, si vestirono e uscirono di casa. Chase lo condusse per la strada che portava in città, inerpicandosi d'un tratto lungo un sentierino che portava su una collina. Shane c'era già stato in forma di lupo, su quella collina, dopotutto la foresta era sempre stata la sua casa e la conosceva alla perfezione, ma non si era mai spinto fino in cima siccome il suo istinto gli diceva di non farlo.

Camminarono per un po' mano nella mano. Le scarpe del ragazzo dagli occhi porpora calciavano distrattamente i sassolini che incontravano e di tanto in tanto gli lanciava qualche occhiata di sottecchi. Il vento soffiava forte, scompigliando loro i capelli e alzando foglie secche.

- Perché mi hai portato qui? - chiese Shane, a voce tanto bassa da essere a malapena udibile. Un brivido lo fece fremere in maniera assai evidente.

Sulla cima della collina non c'era nulla, se non una grande distesa erbosa, gli alberi e... una tomba, scura e inquietante. Se fosse stato in forma lupina, il castano si sarebbe irrigidito tutto, avrebbe ringhiato sommessamente e avrebbe fatto dietrofront. Quel posto lo turbava.

Chase inspirò a pieni polmoni. Da quando si era trasferito al limitare della foresta, quello era il suo posto preferito. Lo trovava così rilassante!

- Questa è la tomba del mio bisnonno... e, da quando vivo qui, è sempre stato il mio posto preferito - spiegò, avvicinandosi. Il ragazzo dagli occhi dorati gli restò accanto in silenzio.

Il nome del bisnonno di Chase era stato inciso male ed ora era stato rovinato dalle intemperie, dunque non si riusciva a leggere tanto bene: pareva qualcosa come Edwin T. W.; il cognome era però leggibilissimo e Shane impallidì.

Hunter.

- Buffo, no? I miei genitori hanno voluto chiamarmi Chase, che deriva dal francese 'cacciare', quasi non fosse abbastanza il cognome - rise sommessamente, abbassandosi per sfiorare le lettere nella pietra con delicatezza. Erano fredde e, nel toccarle, avvertì una lieve scossa. Il vento imperversava. - È rilassante, qui, non c-... Shane?

Il lupo grigio comparve in un istante e si dileguò a grandi balzi.

E adesso che gli prende?, s'interrogò il fidanzato, dedicando un rapido saluto al bisnonno e tornando a casa senza fretta. Lui era lì e si era vestito di nuovo. Era ormai una consuetudine che gli abiti si strappassero.

Patto con la luna - Luna nuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora