Capitolo 7

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Apro lentamente gli occhi, davanti ai miei occhi l'orologio segna le undici e mezza di mattina. Cerco di stirarmi, ma un braccio mi blocca. Harry.
Abbiamo ancora la mano intrecciata, e mi chiedo come, durante la notte, sia potuto accadere questo strano passaggio di posizioni per poi arrivare a quella del cucchiaio.
Mi volto lentamente, trovandomi faccia a faccia con Harry. Appoggio una mano al suo petto, nel punto dove si trova il cuore, e richiudo gli occhi concentrandomi sui suoi battiti. So che è sbagliato, ma non voglio allontanarmi da lui.
Mi avvicino di più, appoggiando la testa sulla sua spalla inspirando profondamente.
Allungo la mano sul suo viso e ne definisco i contorni, sono masochista.

Mi sto facendo del male, mi sto avvicinando ad Harry. E sono anche una stronza perché sto tradendo Kaleb.
No, non lo sto facendo. Non ho fatto niente di male, ho solo aiutato il mio vicino di casa.
'E stai dormendo al suo fianco avvicinandoti il più possibile, quando invece puoi scivolare e allontanarti.' Aggiunge il mio subconscio.
So che è sbagliato, la mia testa lo capisce ma non comanda lei, ma il cuore.
Quindi ammettevo di amare Harry? No.

Harry distorce il naso, si sta svegliando, così faccio scivolare la mia mano sul suo petto, sopra il cuore, e mi fingo addormentata.
Si muove, vorrei aver visto qual è stata la sua prima reazione, sbadiglia e farfuglia qualcosa. Credo che stia provando a ricordare come abbia fatto ad arrivare in boxer e maglietta, abbracciato a me, nel mio appartamento.

Sfiora il mio viso e sposta i capelli, continuando ad accarezzarli dalla radice alle punte. Si arrotola maggiormente su se stesso e posa un bacio sulla mia fronte.
Brividi.
Rimane nel letto, non so se si è riaddormentato ma ho il suo respiro soffiarmi la fronte.
Troppo vicini.
I battiti del mio cuore aumentano quindi decido che sia arrivato il momento di riprendere le distanze.

Apro gli occhi lentamente, come se mi fossi appena svegliata, e guardo davanti a me. Anche lui mi sta guardando attraverso due fessure, è ancora stordito e confuso.

"Buongiorno" sussurra, mi allontano ma il suo braccio ancora sopra di me mi blocca "cosa è successo ieri?" Chiede, con la voce ancora impastata dal sonno. I capelli gli ricadono sul viso, e devo trattenere l'istinto ad allungare la mano e sistemarglieli.

"Niente di inappropriato." Taglio corto.

"Le circostanze fanno pensare diversamente."
Rimango in silenzio un secondo, tolgo il suo braccio da me e mi siedo, incrociando le gambe. Lui rimane sdraiato, seguendomi con lo sguardo.

"Sembra che speri sia successo qualcosa, e non ti dispiace."

"Non mi dispiace, non lo rinnego, ma ad ogni modo spero non sia accaduto nulla di sconsiderato."

"Perché?"

"Perché ero ubriaco" risponde strofinando un dito sotto il naso.

"Cosa ricordi?"

"L'ultima cosa che ricordo è quella di aver ordinato per la seconda volta un Sex on the Beach quando, precedentemente, avevo già bevuto altri tipi di drink."

"Quindi non ricordi proprio niente?"

Riflette ma risponde abbastanza in fretta ed in modo netto "no." si guarda in giro "cosa è successo ieri?"

"Ieri non ti reggevi in piedi, non avevi le tue chiavi e hai bussato alla mia porta. Da brava vicina ti ho ospitato, poi hai vomitato e..." ci siamo lavati insieme.

"E cosa?" Chiede notando che non ho continuato "come mai non ho i miei vestiti e ho i capelli umidi? E come siamo finiti nello stesso letto?" Forse è meglio saltare questo pezzo del racconto.

"Li hai sporcati di vomito, dopo qualche minito ti sei ripreso e ti sei lavato, ma eri troppo stanco per asciugarli."

"E questa dormita a cosa è dovuta?" Al fatto che io sono troppo vulnerabile e mi sono fatta trascinare dal tuo volere ubriaco.

Kismet • Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora