Capitolo 35

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"No, Vivian. Dove stai andando?" Harry mi segue, ma non mi blocca sapendo probabilmente che lo attaccherei.

"Lontano da te." dico prendendo le mie cose essenziali e buttandole senza curarmene dentro una borsa.

"Vivian, non andare. Ti prego."

"Ti prego? Stai scherzando?" gli sbuffo una risata e lo spingo in modo da liberarmi la strada. "Levati di torno. Non voglio vederti, mai più."

"Non mi lasciare Vivian. Non-"

"Non mi toccare." lo avviso appena sfiora la mia mano "Non dirmi cosa devo e non devo fare. Non chiedermi dove andrò perchè non te lo dirò. Non chiamarmi e soprattutto non osare parlarmi perchè ti strappo la lingua con le mie stesse unghie." Lo guardo con ancora le lacrime agli occhi, provo ad avere un tono fermo e deciso ma esce solo un sussurro tremolante.

"Vi-"

"SMETTILA!" urlo tirandogli la prima cosa che trovo a portata di mano ma che riesce ad afferrare al volo. "Non avrei dovuto farti tornare nella mia vita." mi metto vicino alla porta e gli faccio cenno con la testa di uscire dal mio appartamento. "Vattene." dico a denti stretti.

"Tu mi ami ancora Vivian, lo so." afferma avvicinandosi alla porta ma a quel punto mi allontano io ridendo per l'assurdità.

"Ovvio che ti amo, se non ti amassi avrei accettato il fatto che tu mi hai tradita. Mettiti nei miei panni, Harry." dico con aria minacciosa "Mettiti al mio fottuto posto e dimmi che staresti tranquillo, che non ti importerebbe e che è qualcosa di poco conto."

"Non sto dicendo che la tua reazione è sbagliata, ma almeno ascoltami." Si avvicina a me, abbastanza da riuscire a tirarlo fuori da casa mia chiudendo la porta.

"Non credo che ci sia altro da dire e per di più oggi ho sentito abbastanza. Quindi no, non ti ascolto." dico facendo girare le chiavi nella serratura. "Va da Taylor, va a farti fottere... letteralmente." scendo le scale velocemente "Smettila di seguirmi, cosa non capisci del fatto che non voglio più starti accanto?"

Metto le cuffie alle orecchie e il volume della musica al massimo così da non sentire le sue stupide chiacchiere, stringo la borsa a me ed inizio a correre verso la stazione. Credo che per un pezzo di strada mi abbia anche seguita, non ho visto nè se l'ha fatto nè fino a dove.

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"Tesoro, che faccia da funerale!" esclama Maricruz sorridendomi.

"No, ho solo freddo..." le sorrido a mia volta inventando la prima cosa che mi viene in mente. Sono venuta qui non solo perchè è da tanto che non vengo, ma anche perchè non me la sentivo di andare da Daisy e tanto meno da mia cugina.

"Scricciolo, non hai nemmeno una giacca con te?" chiede preoccupata.

"Sì, ma è in macchina." mento, ma non lo faccio di proposito... semplicemente ho il cervello sconnesso dal mondo perchè per il momento i miei pensieri sovrastano tutto il resto. "Come vanno le cure?" sussurro dolcemente.

"Bene cara, ma non ti devi preoccupare di me." si toglie la coperta che ha sulle sue spalle passandola a me.

"No, la tenga lei. Io sto bene così, veramente." in realtà sto congelando, il treno non è un ambiente caldo e tanto meno le temperature di fine gennaio non permettono un abbigliamento che prevede un maglione, dei jeans e delle scarpe di ginnastica in tela. Ma la giacca era l'ultimo dei miei pensieri mentre scappavo da quell'incubo di situazione.

"C'è il tuo fidanzato con te?" chiede risvegliandomi dai miei pensieri.

"Ehm... no, è a lavoro e non poteva venire. Ma sarà per un'altra volta."

Kismet • Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora