prefazione

2.5K 374 199
                                    

a mia mamma,
che nella
sua maturità infantile,
semplicemente è.

σιωπή (silenzio)

«So che sei lì.» mormoro.
Perché sento la sua presenza, la percepisco. Sono sicura ci sia qualcuno, qualcuno che ha ascoltato le mie grida e allora mi convinco sia il mio angelo custode. E quasi mi spaventa la sua presenza in fondo alla mia stanza. Mi rincuora però, mi ricorda che non sono un essere solo nel mondo.
Che c'è ancora qualcuno vicino a me.
Chiudo gli occhi e copro il viso pallido con le mani.
Cerco il silenzio e allora non respiro. Tento di spegnere tutto per un solo attimo, per riuscire a percepire solo il nulla. Ma il silenzio, così prezioso, non sono mai riuscita a viverlo, perché le grida dei miei ricordi, le urla nella mia mente, me lo impediscono. E allora mi arrendo, le lascio vincere, lascio che mi stordiscano, forse per sentirmi meno sola.
La solitudine la percepisco sulla pelle, mi dissolve, ma voglio resistere, cerco di non farmi cancellare. E talvolta, mi travolge troppo in fretta ed è in quei momenti che guardo in faccia alla realtà e allora mi sento persa.
Fa male perché è reale e mi distrugge.
Vorrei solo riuscire a sentire il silenzio, per avere una tregua dal rumore della mia solitudine.

a/n
ho iniziato a scrivere questa nuova storia, in quanto sono una persona di indole drammatica, in un momento di solitudine.
Vi lascio una rosa (spero vi sia piaciuta la prefazione) e ci vediamo al prossimo aggiornamento!

Autophobia (Luke Hemmings)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora