Capitolo 11

32 4 2
                                    

Ero parecchio stanca della solita routine quotidiana: alzati, vai a scuola, ascolta, scrivi, torna a casa, pranzo, fai i compiti, studia, doccia, cena, a volte un po' di televisione o un libro da leggere o naturalmente da ripassare e poi a dormire, per poi ricominciare, un ciclo senza fine, anzi, forse una fine c'era: le vacanze.

Dopo circa due settimane, ecco la mia gioia, le vacanze di Pasqua erano alle porte. Nell'aria si sentiva profumo di fiori e di Primavera.
Baci ed abbracci, saluti più calorosi o meno, uscimmo da scuola, salutai Gigliola e le dissi che ci saremmo viste nel weekend, baciai il mio bel Scott e felicemente mi incamminai verso casa.
La Primavera non mancò ad arrivare e con essa le pulizie, esatto le famose "Pulizie di Primavera".
Quando entrai in casa notai il foglio appeso al muro, con le divisioni delle varie parti della casa, quell'anno mi toccó la soffitta; iniziammo proprio quel pomeriggio e armata dei vari attrezzi per le pulizie, decisi di salire per le cigolanti scale, mi trovai davanti tutto molto in ordine, l'anno precedente la soffitta era stata affidata alla mamma, sicuro.
Iniziai con l'aprire le tende rosse cariche di polvere, spostai bauli, scaffali e scatole; molte cose erano antiche e ciò che mi attirò di più fu il baule che si trovava nel fondo a destra, era grande, in legno scuro, con delle rifiniture in metallo, la più appariscente fu quella che risaltó ai miei occhi, la serratura, era misteriosa, con dei disegni e una lettera: la R, chissà perché proprio quella lettera.

Questo contenitore mi incuriosiva e decisi di scoprire cosa si trovava al suo interno, ma appena tentai di alzare il coperchio, notai che serviva la chiave, avrei dovuto sicuramente mettere tutto in ordine prima di riuscire ad aprirlo.
Dopo aver sostato libri inspessiti della polvere di un anno, librerie cigolanti, scatoloni pieni di oggetti inutili, ricordi di scuola di mamma papà, vecchi album di famiglia, giochi miei e di mio fratello di quando eravamo piccoli, finalmente trovai ciò che cercavo.

Una piccola latta in alluminio con un coperchio legato da un fiocchetto rosso, racchiudeva la chiave che riprendeva gli stessi motivi che si trovavano sulla serratura. Aperto il baule, notai più oggetti, uno era in vetro cristallino, lo recai tra le mie dita, osservai incuriosita, era una clessidra ma era speciale perché emanava un certo chiarore e quando la capovolsi per far spostare la sabbia, ordinata con i colori dell'arcobaleno, notai che si posava nella parte opposta ma con lo stesso ordine di colori e non si mischiò.
La soffitta fu illuminata da una luce esterna, come un lampo, le tende si mossero come soffiate che da un forte vento e spostarono un bel po' di polvere che mi fece tossire e starnutire.

Posai questo oggetto misterioso. C'era anche un libro dalla copertina rossa , con una R scalfita sopra, aprendolo notai che tutte le pagine erano bianche, questo mi stupì per due motivi: il primo fu il fatto che solitamente i libri sono scritti, chi comprerebbe un libro con le pagine tutte bianche? Il secondo motivo fu: perché bianche? Tutti i libri in soffitta erano gialli, perché quello no? Non poteva essere lì da tanto tempo, fu una giornata un po' misteriosa, strana e anche curiosa.

Notai l'orologio al mio polso, avevo passato tutto il pomeriggio in soffitta, era ora di cena, in effetti avevo una certa fame.

La Rosa Rivelatrice.Il tuo destino é già scritto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora