Gentile

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Tutti avevano sguainato le loro armi contro di me, ed io li ringhiai contro, decisa a combattere. Raph fu il primo a partire all'attacco, ma schivai facilmente i suoi affondi dei suoi Sai, e con un movimento veloce della mia katana gli e li feci volare via. Ma non demorse, rimasto disarmato, iniziò ad attaccarmi con calci e pugni, che facilmente deviai, però mi accorsi che ero, letteralmente con le spalle al muro, e dovevo fare qualcosa, o non sarei andata da nessuna parte, se non in trappola. Così mi arrampicai sul muro, saltando, e con una capriola, atterrai di fronte ad April. Lei combatteva con un tessen, ma mi bastò schivare quelle lame e darle un calcio allo stomaco per batterla. Purtroppo mi distrai e qualcosa, di legno e duro mi colpì al fianco ferito, facendomi andare a sbattere contro la porta, sfondandola; Donnie mi aveva colpito con il suo Bo, per difendere la sua amica. Rotolai fuori dal dojo, finendo accanto al divano, ma sorrisi, mi aveva solo fatto un favore, adesso ero più vicina all'uscita. Ma la botta era stata talmente forte che iniziai a tossire, sputando sangue. Loro mi fissarono un po' preoccupati, ma non mi lasciai impietosire; di certo era una tattica per fregarmi. Infondo gli avevo minacciati, traditi, perché avrebbero dovuto compatirmi, dopo quello che avevo fatto e detto?
Mi issai in piedi, pulendomi i rivoli di sangue, che uscivano dalla bocca con la mano e ripresi, saldamente la katana, pronta ad attaccare, ma Splinter alzò una mano, fermando l'avanzata dei ragazzi e, lasciando, sia loro che me, interdetti.
-Adesso basta. Mayumi fermati, peggiori solo le tue condizioni fisiche. Noi non vogliamo farti del male.- disse calmo, avvicinandosi. Io lo fissai diffidente e tesi la lama della katana verso di lui, per fargli capire di non avvicinarsi, mentre i suoi figli si rimisero in posizione di combattimento, pronti a proteggerlo.
-Peccato, topo. Perché sono io che voglio farvene.- minacciai, ma lui non credette alle mie parole, continuando il suo cammino. Continuai a fissarlo decisa, pronto ad attaccarlo, ma qualcosa; una sensazione, mi fece posare lo sguardo su due occhi azzurri; Mikey. I nostri occhi si scontrarono e ci studiammo. Lui temeva per me, e non ne capì davvero il motivo, ma era preoccupato anche per suo padre. Ingoiai un groppo di saliva e, indietreggiai, timorosa sul da farsi. Splinter, vedendomi temporeggiare, indecisa, si avvicinò, più sicuro, ma io, di scatto, mi voltai, correndo fuori dalla tana.
-Dannazione! Ora andrà a dire la nostra posizione a Shredder!- urlò furioso il focoso, serrando i pugni
-No, Raphael. Non lo farà, è una brava ragazza. Solo, spaventata.- spiegò calmo, Splinter pensieroso
-Si, ho visto com'è gentile! E ci credo che è scappata, ha paura di noi! Ne ha sempre avuta!- ringhiò, sbuffando mentre tutti chinarono lo sguardo, cupi. Mikey si morse il labbro, cercando di sopprimere le lacrime, sembrava il più sconvolto e, triste per ciò che era appena accaduto
-No, lei teme di essere amata. Infondo, ha sempre vissuto da sola, è normale che cerchi di scappare da queste nuove sensazioni. Non vuole restare, perché l'amore le fa paura. Il cambiamento spaventa sempre, deve solamente abituarsi.- disse calmo, volgendo lo sguardo verso l'angolo dell'uscita della tana. Sussultai, mi aveva visto. Strinsi forte la katana, pronta a combattere ancora, se ce ne fosse stato bisogno.
-Andiamo ad allenarci, figlioli.- affermò poi, sorridendo. Cosa? Stava sorridendo, a me? Rimasi stupita, mentre li vedevo recarsi tutti nel dojo. Lasciai cadere l'arma, con un tonfo sordo, premendomi la ferita, che continuava a sanguinare, mentre cercavo di calmarmi. Sentivo avere la gola secca, ed una lacrima solcò il mio viso, mentre venni percorsa dai singhiozzi. Feci un profondo respiro, asciugandomi, velocemente gli occhi, e corsi fuori, riprendendo l'arma. Un vento fresco mi investì, mentre osservavo il sole, alto, nel cielo limpido. Rifoderai la katana, sedendomi su un tetto per riflettere, mentre fissavo la mano, impregnata del mio sangue. Continuavo a pensare a quegli occhi azzurri, come il cielo che mi sovrastava e sospirai amaramente. Forse avevo sbagliato. Ma ormai era tardi per tornare indietro, avrei accettato la mia scelta, e sarei andata avanti.
Alla fine il topo aveva ragione. Non avrei detto niente a Shredder; primo perché non ero talmente pazza da andare a cercare un serial killer che mi voleva morta, secondo non ero una loro nemica; lo avevo detto solo per essere cacciata. Infondo, poi, erano stati così bravi ed educati con me. Aveva proprio ragione.
Alla fine sono stata gentile.

I'm falling apart. I need help. I need you.. please.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora