Parte 4

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SOFIA'S POV

Finalmente ci ritroviamo tutti e quattro insieme a parlare allegri e spensierati, era da più di tre mesi che aspettavo questo momento, ed è arrivato. 

- Lorenzo devo dire che è una fortuna che tu sia venuto qui - dice Vanessa spuntando da sotto il braccio di Andrea che le si era gettato addosso.
Non è una piuma, ve lo assicuro. 
- Già - dico sorridendo come un'ebete mentre gioco con le sue dita.
- Tra due giorni farò il compleanno, inizialmente non volevo fare nulla... lo sai come sono Sofi, sarei venuta qui da te come sempre - io annuisco, non è mai stata una ragazza a cui piacciono feste, confusione e robe simili. 

- Però stavolta visto che siamo tutti insieme, vorrei approfittarne e magari fare qualcosa di più... festeggioso

- Festeggioso? Ora capisco perchè voi due siete amiche, vero smocciolato? - dice Lorenzo prendendomi in giro. 
Che simpatico.
 Pfh! Non conosce l'arte d'inventare parole, dilettante. 
- Mi sembra un'ottima idea - aggiunge tornando al discorso compleanno. 
Mentre parlavano ho iniziato a immaginare vari posti in cui poter festeggiare...
Noi quattro, su uno yacht, luci soffuse e una musica di sottofondo. Vanessa propone di fare un brindisi alla meravigliosa giornata, inizia a lanciarsi lo champagne con Andrea, nel frattempo io e Lorenzo guardiamo il mare.

- Guarda, ci sono i delfini - dico indicandoli tra le onde, lui sorride poi mi prende per i fianchi e mi bacia davanti al tramonto. Poi all'improvviso si separa dal mio viso e mi sussurra all'orecchio : - Sono facoceri di mare -. Eh?
- Cosa? - chiedo infatti cercando di capire cosa stia dicendo. Lui continua a sorridermi, poi mi bacia di nuovo - Facoceri di mare - ripete. Continuo a non capire, ma non importa perchè siamo insieme e stiamo bene. Sorrido anch'io e faccio finta di non aver sentito, ma d'un tratto la sua faccia inizia a deformarsi e si trasforma in un pesce, poi anche il suo corpo cambia e diventa quello di un facocero. Cosa diamine sta succedendo? 
- Stai bene? - chiedo guardandolo incredula - Cosa ti sta accadendo? - continuo. Lui mi guarda sventolando le sue pinne, poi cerca nuovamente di baciarmi ma lo allontano, al che lui inizia ad inveire contro di me urlando - FACOCERI DI MARE! FACOCERI DI MARE! -. Mi giro verso Vanessa e Andrea ma sono spariti, poi sento una voce - Sofia, vieni, l'acqua è fantastica! - mi affaccio e vedo che anche loro hanno testa di pesce e corpo di facocero. Oh no! E se mi trasformassi anch'io? 
Lorenzofacocerodimare si avvicina sempre di più a me urlando - FACOCERI DI MARE! FACOCERI DI MARE! - io indietreggio e cado a terra. Ormai è finita per me... lo sento... diventerò anch'io un facocero di mare...


-
 Sofia? - la voce di Vanessa in sottofondo mi riporta nel mondo reale, mi sta anche scuotendo le spalle per accertarsi di farmi rinsavire del tutto. 
- Dici che è entrata in trans? - sento dire a Lorenzo. 
- No, fa sempre così, dalle due minuti - 
- Ma è normale che muova in questo modo le braccia? - 
- Sì, probabilmente pensa di essere un pesce - 

- Certo che è strano - 

- Aspetta, guarda, sta tornando da noi, ha smesso di agitarsi - 

- Vero... Sofi? Tutto bene? - domanda Lorenzo, poso il mio sguardo su di lui, poi su Vanessa, poi su Andrea, poi torno su di lui: - Facoceri di mare -. 


MARTINA'S POV

Stavolta è andata... ma non mi sono di certo arresa! Tch! Ce la farò. 
Devo solo prenderla in un momento in cui è sola, magari prima farò delle lezioni di italiano a Carl che mi sembra un po' scadente su questo piano. 
Non so nemmeno dove sono finita ora che ci penso, sto camminando da un'ora e mezza. 
Non ricordo dov'è il mio hotel e neanche come si chiama. 
Finirò a barboneggiare in giro, già lo so. 
"Martina l'homeless" ecco come mi chiamerò da oggi. 

- Scusi, sa in che hotel sono? - chiedo ad una signora che sfoglia una rivista alla fermata di un autobus. Lei alza lo sguardo, non ha un occhio, poi lo riabbassa.

Sono sconvolta. 
- Non fa niente - dico indietreggiando, proverò a domandare a qualcun'altro.
Mi è appena venuto in mente che nessuno potrebbe mai sapere in che hotel alloggio. 
Potrei chiamare Carl, anche se so che sarebbe inutile, ma lo farò dopo aver messo qualcosa sotto i denti, sto morendo di fame! 

- RAHR - ruggisco contro due bambini che mangiano un gelato, ad uno cade la pallina alla vaniglia e inizio a ridere soddisfatta. Quanto mi diverte spaventare i bambini! 
Potrei andare in una pizzeria se ne trovassi una, ho una voglia matta di pizza. 
Cammino verso un'insegna molto lontana da me in cui scorgo un "-eria" sperando non sia qualcosa tipo "Cartoleria" o "Fumetteria", quando mi giro e alla mia sinistra vedo passare Carl con la sua macchina a circa 2 km/h. 

Lo raggiungo facilmente e busso al finestrino. 
- Carl? - dico appena lo abbassa. 
- Mrs. Martina! - esclama alzandosi gli occhiali da sole anche se sono le nove e mezza di sera. 

- Che ci fai qua? - chiedo perplessa.

- Io fare pasegiatta - 
- Con la macchina? Hai creato una fila di venti metri dietro di te - dico mentre il suono dei clacson copre la mia voce, ma a lui sembra non importare. Nel frattempo sta continuando ad andare a 2 e sono costretta a camminare piegata per parlargli. 
- Carl puoi farmi salire per favore? - dico mimandogli di fermarsi, lui inizia a ridere. 
- Tu salire now - dice continuando a muoversi. 
- Che razza di problemi hai? Fermati e fammi salire - dico spazientita. 

- Ah-ah-ah no! Tu aprire sportello e salire mentre io fare pasegiatta! - dio mio. 
Apro lo sportello e salgo in macchina guardandolo storto.
- Ora puoi andare un po' più veloce? - chiedo guardando indietro le persone che imprecano. 
- Why? - 

Indico lo specchietto retrovisore e ottengo in tutta risposta un "Oh... I don't care, I love pasegiatte!".
Sono le tre e un quarto del mattino e finalmente siamo arrivati all'hotel. 
Non ho speranza di far ragionare Carl, è totalmente andato. 
Prendiamo le chiavi delle nostre stanze e mentre siamo in ascensore inizia a premere i bottoni di tutti i quindici piani. 
- Che cavolo fai?! - urlo.
- Keep calm, arriveremo in due secondi - seh. 
E niente, alla fine siamo rimasti bloccati. L'ascensore è immobile chissà in quale piano e io ho tanta voglia di uccidere Carl. 
- Arriveremo in due secondi - dico imitando il suo accento. 

- Stay calma, ci verranno a prendere! -. 
Non so se usarlo come scala per uscire dalla botola nella parte alta dell'ascensore o semplicemente sfogare la mia rabbia su di lui spiaccicandolo su ogni parete, ma mi lascio scivolare per terra in un angolo e sospiro. 

- Don't cry - mi dice raggiungendomi. 

- Facile a dirsi. Prima mi lasci a piedi, poi ti incontro per caso e dopo sei anni torniamo in hotel e fai bloccare l'ascensore - 

- What? - 
- Niente, lascia perdere -. 

Favij // A volte ritornano (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora