Parte 15

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SOFIA'S POV

- Sofia! - esclama Carl abbracciandomi. Gli sorrido e ci accomodiamo in salotto.
 - Allora stai bene? Cioè... pensavo che... - tiene tra le mani il mio cappotto e me lo porge - Che ti fosse successo qualcosa - dice indicando delle macchie di sangue su di esso. Penso di dovergli dare delle spiegazioni. Tengo il cappotto sulle gambe mentre mi schiarisco la voce.

- Quando Martina mi ha lasciata da sola non avevo idea di cosa fare. Ho sentito la tua macchina allontanarsi sempre di più, dopo di che ho iniziato a camminare verso quella che pensavo fosse una strada ma... era tutto buio e sono finita in un fiumiciattolo - racconto mentre mi ascolta attentamente - Ero bagnata fradicia e nel tentativo di uscire di lì sono scivolata e mi sono graffiata il braccio - alzo la manica della felpa per fargli vedere il taglio che mi ero fatta, va dal gomito al polso. Carl è evidentemente un tipo facilmente impressionabile, infatti ha fatto una smorfia e ha mormorato un "aghh" rabbrividendo. 

- Cadendo ho anche sbattuto il ginocchio e quando sono riuscita ad arrivare in una zona asciutta stavo morendo di freddo, così mi sono tolta il cappotto e ho proseguito verso un'altra strada - 
- Ecco spiegato tutto - dice annuendo serio. 

- E poi niente, sono caduta di nuovo per via del mio ginocchio dolorante e ho intravisto tra gli alberi una luce che veniva verso di me - 
- Devi esserti spaventata a morte... - assume il tipico tono di chi si sente in colpa, gli dico di non preoccuparsi e proseguo.

- Era Osvaldo - dico indicando il gentile vecchietto molto alto che mi ha ospitata in casa sua. Carl sospira - Mi dispiace, davvero - mi guarda negli occhi e io con un gesto gli faccio segno di stare tranquillo. 

- Secondo me dovreste fermare quella pazza - si intromette Osvaldo ad un certo punto accarezzandosi la barba, poi si alza dalla poltrona e inizia a fare avanti e indietro per il salotto. 

- Come? - gli chiedo - Quella è pazza, totalmente pazza, ha minacciato di uccidere Lorenzo... - aggiungo ricordando tutto ciò che ha fatto. 

- Appunto! Voi due ora andrete ad informare la polizia - dice convinto puntando un dito prima su Carl poi su di me, poi di nuovo su di lui. 
- Ha ragione - dice l'inglese alzandosi di scatto - Dobbiamo fargliela pagare! - urla fiero salendo sul tavolino. Osvaldo si gira verso di lui e lo guarda malissimo, poi inizia a grugnire e mormora qualcosa di strano che assomiglia tanto ad un "scendi dal mio tavolo". Ma Carl non lo sente e continua a fingersi supereroe puntando un braccio davanti a sè, immagine a dir poco esilarante.
Il vecchietto continua a fare strani versi - Scendi subito dal mio tavolino - dice stavolta a voce alta, ma lui è troppo impegnato a fare l'idiota, così si avvicina pericolosamente a lui e lo prende di peso.

 Carl adesso è... orizzontale e continua ad avere il braccio disteso - Ce la faremo Sofia! - dice allontanandosi sempre di più, poi mentre lo porta in giardino inizia a urlare - Sto volandooooo! uiiiiiiiiiiiiii! -.

Probabilmente è stanco. 
- Si droga? - mi chiede ad un certo punto quando lo riposa a terra e lui inizia a correre in cerchio.

- Non che io sappia - lo guardo ridendo, che diavolo sta facendo? 
- Ragazzo! Se non ti fermi mi scaverai una trincea in giardino! - gli urla Osvaldo guardandolo a braccia conserte. Non ho idea di cosa gli stia succedendo, ma sono cinque minuti abbondanti che fa in questo modo, così ad un tratto il vecchio prende una padella e gliela sbatte in testa. Carl barcolla, alza un indice arrangiando un "I'm okay", dopo di che cade. 

- Probabilmente ha subito dei traumi - annuisco guardandolo. Credo che quando si sveglierà andremo alla centrale della polizia e denunceremo Martina. 


LORENZO'S POV

Mentre Eustorgio mi spiega come usare un gabinetto e lo strano animale tenta di stuprarmi il piede con Martina che lo incita, sentiamo delle grida dall'esterno della casa, poi dentro e vediamo la zia che sbraita "È andato via! È andato via!" dice. Martina corre a vedere e inizia ad andare fuori di testa.

- CHE DIAMINE DILDA, TI AVEVO DETTO DI CONTROLLARLO! - urla come una furia.
 La zia piange - Io mi sono innamorata - dice tra un singhiozzo ed un altro.
Io sorrido internamente sia perchè Carl ha escogitato chissà quale piano seducendo quell'abominio di donna, sia perchè avevo già capito sin dall'inizio che intenzioni avesse.
Sicuramente è andato a prendere Sofia, almeno, me lo auguro. 
- Che faccio adesso? - dice la pazza portandosi le mani tra i capelli - È finita, è finita - continua a ripetere. 
- Ora quel disgraziato andrà a denunciarmi insieme alla sgualdrina! - le sue urla svegliano "nonna", che apre lentamente la porta della sua stanza ed emerge dalle tenebre. 

Cala il silenzio.
Mentre cammina i suoi passi rimbombano manco fosse Godzilla, io non riesco a descriverla. 

È un ammasso di rotoli e peluria, come suo nipote. Indossa una cuffietta bianca a pois rosa e una vestaglia da notte di tulle. Ha metà delle gambe scoperte e un paio di calzettoni bianchi di lana spessi, contornate da delle deliziose babbucce lavorate a maglia. 
Ah, e puzza di morte.

Ora vomito. 
Stavolta è quella buona.
- Chi è che urla come una cavolo di gallina indemoniata in procinto di essere violentata da un branco di luridi fenicotteri? - dice con una voce più maschile di quella di Eustorgio e una delicatezza pari a quella di uno scaricatore di porto. 
Noi tutti deglutiamo, solo il nipote ha il coraggio di parlarle.
- Nonna, come vedi ci sono ospiti - dice come se lo avessero improvvisamente castrato. Lei gli molla un ceffone che per poco non gli fa rotolare la testa per terra e facciamo un passo indietro in sincronia. 
- Chi ha osato disturbare il sonno di nonnina? - dice cupa e minacciosa elevandosi sempre di più sulle nostre teste. Nessuno di noi muove un muscolo, siamo tutti terrorizzati e quell'animaletto stupido che nel frattempo tenta ancora di farsi il mio piede. 

- CHI - tuona ancora, al che non ci penso due volte e sorridendo nervosamente indico Martina, che mi guarda sconvolta. Ecco a te la mia vendetta, idiota psicopatica. 
La nonna le si avvicina sbuffando come un treno, posso anche intravedere del fumo uscire dalle sue orecchie, poi le si ferma a circa mezzo centimetro. Ha un che della signorina Trinciabue ora che ci penso.

- È vero? Sei stata tu? - lei annuisce con un movimento quasi impercettibile della testa, allora interviene di nuovo Eustorgio che le blocca il braccio.

- Nonnina non fare così ti prego! - la supplica, io soffoco delle risate, scoppia una rissa e la nonna cerca di strappare i peli del petto al nipote, mentre lui sta provando a togliersela di dosso. 
La scena va avanti per circa dieci minuti, dopo di che tutti si fermano e lei si alza sistemandosi la vestaglia. 
- Non sei migliorato neanche un po', rimani sempre la solita femminuccia - al che Eustorgio abbassa la testa e inizia a lamentarsi - Sei crudele nonnina... - piagnucola. Oh mio dio, gli si era spostata leggermente la canottiera ed ho intravisto un reggiseno.

Fatemi uscire da qui.
Nonna ha dimenticato la questione risveglio per mia sfortuna, quindi per questa volta Martina l'ha passata liscia, ma siamo ancora tutti spaventati. 
Eustorgio l'aiuta a sedersi sulla sua personale sedia di ferro, le altre in legno si spaccherebbero, e va a prendere un bicchiere di roba gialla e strana che lei inizia a bere con gusto. 

- Non sarà mica... pipì - bisbiglio schifato, nessuno mi ha sentito, grazie al cielo. 
Rimaniamo tutti zitti a guardarla, quanto ancora dovrò restare qui?




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