Parte 9

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LORENZO'S POV


Cammino avanti e indietro nervoso.
Iniziano a formarsi nella mia mente pensieri orribili... non so cosa farei se qualcuno le facesse del male... non posso pensarci. 
- Lorenzo - sento una voce seria alle mie spalle e una mano che mi si posa sul braccio, mi giro, è Andrea. Ha il respiro affannato, è spettinato e sudato, ha un'espressione terrorizzata e cerca di riprendere fiato.

- Cosa può esserle successo? - chiede passandosi una mano tra i capelli.
- Non lo so, ma dobbiamo cercarla e trovarla - dico mentre nella mia testa mi rimprovero di non essere andato insieme a lei. Ma come potevo immaginarlo? Qui davanti casa... come potevo pensare che sarebbe sparita così all'improvviso? 
Ma in questo momento niente può giustificare ciò che è successo, mi sento tremendamente in colpa e la rivoglio con me. 

Andrea suggerisce di cercarla in alcuni posti frequentati da Sofia, in caso di esito negativo... avremmo avvisato il padre e chiamato la polizia. 
- Vanessa è rimasta a casa - dice ad un tratto rompendo il silenzio mentre camminiamo ispezionando ogni angolo - Sta provando a contattarla in ogni modo -. 
Annuisco con sguardo serio senza perdere la concentrazione, sto cercando di non andare nel panico, non gioverebbe nè a me, nè a lei. 
Però nella mia mente iniziano a farsi spazio film in cui qualcuno le fa del male, la strattona, le urla contro, la lega, la imbavaglia... così piccola e indifesa com'è non sarà riuscita ad evitarlo, non posso sopportare l'idea. 
Maledizione a me! Dovevo stare più attento. 
- La troveremo - dico guardandolo e sentendo il mio cuore perdere dei battiti, così preoccupato che non ho visto dove andavo e sono andato a sbattere contro un ragazzo.

- Scusa - mormoro scrutandolo dalla testa ai piedi. È vestito elegante ed indossa degli occhiali da sole alla John Lennon. 

- Don't worry - dice rialzandosi e sistemandosi la camicia. Appena mi vede assume un'espressione allarmata, sembra quasi che stia per aprire leggermente la bocca per dirmi qualcosa ma poi sussurra un "con permesso" abbassando la testa e se ne va velocemente. 
- Che tipo strano - dice Andrea continuando a fissarlo mentre si allontana. 
- Già... andiamo - aggrotto le sopracciglia e gli faccio segno di continuare la nostra ricerca. 
Se ne sentono così tante di questi tempi che quando trasmettevano una notizia su un rapimento io mi dicevo "speriamo non accada mai alle persone a cui tengo", ed ora ecco qui che mi si presenta davanti qualcosa di tremendamente spaventoso. 

MARTINA'S POV

Ho mandato Carl al supermercato, a prendere qualcosa da mangiare per questa ragazzina, ho intenzione di tenerla lontana da Lorenzo, non di farla morire di fame.
Pfh! Che avete pensato? Sarò matta ma non fino a questo punto.
Stavo quasi per addormentarmi, sarà piccola ma pesa... mi ha dato parecchie gatte da pelare prima di addormentarsi... si dimenava e mi ha anche graffiato un braccio, stupida.
All'improvviso l'ho vista muoversi pian piano sul materasso. Non ho detto nulla, l'ho solo osservata.
Sembra una bambina, come fa a piacergli?
Si siede, si porta una mano alla testa facendo una smorfia, poi si stropiccia gli occhi e sbadiglia.
- Oh finalmente ti sei svegliata - ghigno curiosa di vedere la sua reazione.
Lei si guarda intorno, poi si accorge di avere le mani legate e si schiarisce la voce.
- Ciao - mi dice giocherellando con un filo che pende dal laccio che le tiene legati i polsi. 

Ma che diavolo... non è preoccupata. Non sta urlando, non mi insulta, non piange... non mostra nessun segno di paura.
- Hai capito cosa sta succedendo? - le chiedo alzandomi dalla sedia e facendo un ampio gesto con le braccia. 
Lei sta in silenzio per qualche secondo mentre continua a giocherellare, poi accenna un arricciamento di labbra fastidioso e mi guarda. 
- Devo fare pipì - dice. 
Sono confusa. 
Forse è questo che vuole, deviarmi e non farmi capire più niente, così può scappare più facilmente. Ma non gliela darò vinta. 
Non voglio neanche che faccia i suoi bisogni sul mio letto, però... 
Sospiro infastidita e la porto in bagno.

- Ci metto poco - dice alzando un indice e chiudendo la porta, io mi appoggio al muro incrociando le braccia. Che tipa... 

CARL'S POV

C'è una musica che continua a suonare... mi giro per capire da dove venga il suono e noto che sotto i sedili, sul tappetino della machina c'è un telefono. 
With dele acrobazie lo prendo e leggo "Vane". Mh... maybe is di mrs Martina. Rispondo. 

- Hello? - 
- TU! BRUTTO PEZZO DI... - c'è una pazza che urla very strange parole.
- Chi parla? - chiedo confuso. 
- Ascoltami bene, se hai preso Sofia, ti giuro che ti trovo e ti faccio mangiare le... - ha deto Sofia? Forse non è celulare di mrs Martina...
Non so cosa fare. 
- Ahm... I'm sorry but io ora dovere andare - dico cercando di trovare il tasto giusto. Mentre chiudo sento: - MANIACO, PAZZO, DIMMI DOV'È? - ma tropo tardi...
Non è giusto quelo che ha fato mrs Martina, forse dovevo dire a "Vane" che Sofia stava bene... ricompongo il numero.
- COSA VUOI, PSICOPATICO? - urla ancora.

- Sofia sta bene - dico velocemente per richiudere subito dopo. 
Mrs Martina mi ucciderà se lo verrà a sapere...

LORENZO'S POV

- Non è da nessuna parte - dice Andrea stringendo la mano in un pugno - Dobbiamo avvisare suo padre -. Annuisco deciso e prendo il telefono, sto per chiamare la polizia mentre Andrea rintraccia il padre di Sofia, quando arriva una chiamata da parte di Vanessa. 
- Vanessa? L'hai trovata? - rispondo immediatamente con il cuore in gola, dall'altro capo sento sospiri e borbottii.

- No. Le ho telefonato e mi ha risposto un uomo - a quelle parole mi si gela il sangue nelle vene. 
- Vai avanti - dico cercando di non dare di matto, nel frattempo Andrea si avvicina al mio orecchio per ascoltare le parole della sua ragazza. 

- Non lo so... mi sembrava agitato, confuso... era inglese di sicuro, si capiva dal suo accento - dice con voce ferma. Alla parola "inglese" appare davanti ai miei occhi l'immagine di quel ragazzo con cui mi sono scontrato qualche ora prima. Aveva un fare sospetto in effetti, dovevo pensarci prima. Mi incolpo di nuovo. Mi scambio uno sguardo di intesa con Andrea.

- Adesso dobbiamo andare, forse abbiamo una pista - mi sentii come in CSI. Di solito mi fanno esaltare queste cose, ma stavolta riesco a provare solo rabbia e voglia di andarla a riprendere. 
- Aspetta! - dice appena sto per allontanare il telefono, lo riaccosto all'orecchio. 
- Ha detto che sta bene, non so se crederci ma non costa nulla sperare - dice quasi sull'orlo di un pianto. La saluto dicendole di avvisare suo padre, riattacco e velocemente ritorno con Andrea nella via in cui l'ultima volta abbiamo visto quell'uomo.
Ho voglia di picchiarlo, di staccargli le braccia e riattaccargliele sotto i piedi. Vorrei fare cose molto peggiori, oh se lo vorrei... ma più di tutto il resto voglio Sofia. 
- L'ho visto salire su una Mercedes nera - dice Andrea ad un tratto riportandomi nella realtà posando una mano sulla mia spalla. 
- Lo troveremo - dico sicuro, lui annuisce e riprendiamo le nostre ricerche. 

Favij // A volte ritornano (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora