Parte 12

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SOFIA'S POV

- Spero tu stia scherzando - dico afferrando per istinto la manica della camicia di Carl, che come me ha un'espressione scioccata e confusa allo stesso tempo.

Martina cammina avanti e indietro di fronte al letto dov'è disteso Lorenzo con fare agitato e borbottando qualcosa tra sè e sè. 

- Certo che scherzo, non voglio finire in prigione per omicidio - dice guardandomi come se fossi io la pazza. 
- Per omicidio no ma per sequestro di persona sì? - 
- Non ti ho sequestrata, ti ho solo presa in prestito per far venire qui Lorenzo - ah capisco. 
Capisco, capisco. 
Capisco che è un'emerita cretina. 

Scuoto la testa sospirando e pensando ad una possibile soluzione. "Potrei cercare di uscire da lì e sperare di aggrapparmi ad un ramo di un albero" penso guardando per qualche secondo la finestra, ma no, troppo rischioso, non sono spiderman, nè una tartaruga ninja.

- Vediamo di fare il punto della situazione - bisbiglia la matta - Punto uno: ho sporcato le mie ballerine nuove di cacca. Punto due: ho rapito Sofia. Punto tre: Ho rapito anche Lorenzo. Punto quattro: ho rotto il vaso dell'albergo e spero solo non costi un occhio dalla testa. Punto quattro: ora ho sia la stupida che il mio amore in stanza e non so che fare - poi alza lo sguardo verso Carl. 

- Fai come ti ho detto prima, se no sarò costretta a... - ci pensa qualche secondo, poi afferra uno dei cocci appuntiti del vaso dal pavimento e lo punta alla gola di Lorenzo.
Ho il cuore che sta per esplodere, mi lascio scappare un gemito di paura, Carl scatta come una molla verso Martina ma lo blocco perchè ho il terrore che qualcuno si faccia male. 
- Lo hai detto poco fa, non vuoi essere arrestata per omicidio - dico con voce tremante.
Pensavo stesse scherzando, pensavo che fosse tutta una farsa ma... solo ora, trovandomi di fronte a questa scena, mi rendo conto che è completamente fuori di testa e potrebbe commettere qualsiasi sciocchezza. 
È come se non capisse che ciò che fa è sbagliato, come se il suo modo di agire non avesse delle conseguenze gravi... sembra totalmente persa nel suo mondo che non esiste. 
- È vero, l'ho detto - sorride guardando in basso - Ma lo amo e se non posso stare io con lui, non ci starà nessun'altro -.

Ho due nodi, uno alla gola, per cui non riesco a parlare, ed uno allo stomaco, il peggiore. 
Mi fa capire che quella che sto vivendo è una situazione reale e che per quanto possa essere successo tutto in fretta, adesso mi trovo a dover scegliere se lasciare che Carl la blocchi rischiando il peggio, o arrendermi e farmi portare via, lontano da tutti. 

- Va bene - dico con un filo di voce lasciando entrambi sorpresi - Portami dove vuoi ma non fargli niente - continuo sentendo delle lacrime che rigano le mie guance. Non dovrei fare così, la mia vita è una candid camera continua... mille gaffe, risate, avvenimenti strani, sorprese e divertimenti... mi chiedo come un singolo evento possa trasformare tutto.
- Oh. Quindi niente colpi di scena e robe del genere? - domanda Martina continuando a tenere quell'oggetto affilato in mano. 
Scuoto la testa abbassandola subito dopo - Te lo ripeto un'ultima volta in caso tu non l'abbia capito. Lo sto facendo per lui, non devi torcergli un capello - ecco che inizia a ridere. 
- Molto bene! Così mi piaci piccola stupida. Carl adesso sbrigati, tappale per bene gli occhi non appena si sveglierà Lorenzo, dopo di che andremo tutti insieme a fare una bella gita -. 

LORENZO'S POV


Quando mi risveglio apro gli occhi lentamente ma li richiudo per l'improvvisa fitta alla testa. Gira tutto, mi sento come un ubriaco sulla giostra dei cavalli, ma senza la giostra e senza i cavalli. E senza aver bevuto. Strofino una mano sulla nuca e improvvisamente mi torna in mente tutto. Sofia, la stanza, Martina che mi colpisce... 
Stavolta apro gli occhi con decisione e trovo due figure davanti a me, una bella e una brutta. 
Sofia, ed un tipo che solo dopo avergli dato una seconda occhiata riconosco meglio. 
- Ehi - dice lei con un sorriso spento, poi sento di movimenti dietro di me e vedo che quel ragazzo inizia a bendarla. Mi alzo di scatto - Che stai facendo?! - urlo, ma una mano mi spinge indietro dalla spalla e perdo l'equilibrio cadendo sul materasso. 

Cosa diavolo succede?...
Mi giro e vedo Martina con un'espressione strana, mai vista prima. Ha gli occhi fissi su di me e nasconde in una mano qualcosa, ma non riesco a capire cosa, così mi giro per chiedere spiegazioni ma il ragazzo mi fa segno di stare zitto e mima con le labbra "stai fermo". Non lo ha detto in modo arrogante, sembrava spaventato, gli ho dato ascolto.  

- Sta tranquillo, faremo solo un giretto - fa ad un certo punto Martina cambiando totalmente faccia e sorridendo tranquilla. 
Sono confuso. Molto confuso. 
- Dobbiamo trovare un'altra uscita... ormai sono quasi le tre di notte, non ci sarà nessuno in giro, ma meglio non rischiare - dice facendomi alzare, continuando a guardare verso Sofia e verso il ragazzo, il quale annuisce e distorce la bocca sospirando e chiudendo gli occhi.
Perfetto, così non ci sarà nemmeno la speranza di incrociare Andrea e chiedere aiuto, fantastico. 
Pian piano usciamo dalla stanza, e dopo esserci persi ben quattro volte abbiamo raggiunto l'uscita sul retro dell'edificio. 
Metto una mano in tasca per prendere il telefono, ma non c'è.
- È meglio che lo tenga io - dice la pazza psicopatica utilizzando lo stesso tono che si usa di solito quando si cerca di spiegare qualcosa ad un bambino.
Deglutisco nervoso. 
Arriviamo ad una macchina nera e Martina fa sedere Sofia accanto a Carl che guida, mentre lei si posiziona sui sedili posteriori accanto a me. 
Direi più attaccata, che accanto. 
- Mi spiace ma neanche tu puoi vedere dove stiamo portando la tua amichetta - dice bendando anche me. 
Sono rimasto immobile e l'ho lasciata fare, solo perchè non volevo scatenare un putiferio. Aveva ragione Andrea, è capace di tutto e ancora devo capire cos'ha intenzione di fare. 
Ormai per strada da circa mezz'ora, il ragazzo si schiarisce la voce e rompe il silenzio. 
- My name is Carl - dice quasi bisbigliando. Non so perchè ma Martina ha iniziato ad urlargli contro di stare zitto e di farsi gli affari suoi, e nel frattempo noto guardando dallo spiraglio sotto la benda, la mano di Sofia tra lo sportello e il sedile, che cerca la mia.
La stringo e senza farmi vedere mi avvicino a lei per sussurrarle "Sta tranquilla, si risolverà tutto", poi velocemente ritorno al mio posto. 
Non ho idea di dove stiamo andando ma so per certo che siamo in viaggio da molto tempo. 
Quando la macchina si ferma Martina ci ordina di scendere. 

- Cammina lungo il sentiero e fermati solo quando te lo dico io - dice rivolgendosi a Carl, che non fiata. 
Fa freddo, ho la pelle d'oca e sicuramente Sofia starà congelando... vorrei darle la mia felpa se solo potessi. 
Sotto di me scricchiolano sassolini e foglie secche, sento odore di legna e muschio.
- Siamo in un bosco? - domando allungando le mani di fronte a me per paura di andare a sbattere contro qualcosa nonostante mi stia tenendo Martina per un braccio. 
- Forse - risponde lei ridacchiando. 
È tutto così sbagliato e così... confuso, che non capisco perchè sottostiano tutti al suo volere.
Perchè Carl non dice nulla? Perchè mi ha detto di stare fermo? 
Ad un tratto ci blocchiamo, Martina mi lascia il polso e sento i suoi passi allontanarsi, poi la voce di Sofia leggermente allarmata.
- Dove mi stai portando? - chiede.

- Lo vedrai, piccola impicciona - dopo più niente. Il silenzio. 
O meglio, il fruscio degli alberi per via del vento gelido, gufi e pipistrelli. 
Sono da solo? 
- Ecco fatto - sento ad un tratto, non capisco da dove provenga la voce, continuo a girarmi, poi mi ferma mettendo entrambe le mani sulle mie spalle. 
- Non agitarti, non l'ho mica uccisa - dice ironica. 
- Cosa le hai fatto? Dov'è? - chiedo stringendo le labbra e irrigidendo i muscoli del viso.
- Guardalo come cerca la sua amata... peccato che non la rivedrai più - ora la uccido. 
Riesco a slegarmi le mani e scatto in preda alla rabbia verso di lei, ma all'improvviso sento un oggetto appuntito sull'addome.
- Fossi in te non lo farei - minaccia seria. 
Ricade un silenzio tombale, anche il bosco sembra zittirsi per un istante. 

- Tu... - provo a dire, ma le parole stentano ad uscire per la paura - Tu sei malata -. 


Favij // A volte ritornano (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora