Parte 7

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SOFIA'S POV

Dopo aver fatto colazione Vanessa ha trascinato via il suo innamorato per accompagnarlo nella sua umile dimora, dovevano preparare i bagagli e poi avrebbero raggiunto me e Lorenzo al bar vicino casa mia. 

- Tu non fai le valige? - mi chiede sedendosi accanto a me mentre cerco di mettere l'eye liner facendo molta attenzione. Non vorrei diventare guercia a vita. 
- Sì, però mi mancano alcune cose... prima di andare al bar devo fare un salto al negozio di vestiti qui di fronte - rispondo concentrata, mi fermo un secondo perchè lo sento trafficare con dei CD nella mia libreria. Li osserva attentamente, li spolvera un po' con la manica della sua felpa, poi si sofferma su uno in particolare e si gira a guardarmi. 
- Perchè nella copertina hai scritto "SCHIFO" e come sottotitolo "muori"? - ah sì, quello. 
- Beh contiene canzoni di un periodo piuttosto... brutto - dico ripensando a quando ho scoperto il tradimento di Alessio e Vanessa mi spronava a bruciare quel CD, ovvero quello che ascoltavo sempre con lui quando eravamo in macchina. Devo ammettere che a quel tempo la voglia di ridurlo in mille pezzi era tanta, ma adesso non ci penso più. Lo tengo semplicemente perchè le canzoni in fin dei conti sono belle, e poi ora con me c'è Lorenzo. Sorrido pensando a quanto sono stata fortunata e lo raggiungo abbracciandolo, lui mette un braccio attorno alle mie spalle e continua a guardare la mia compilation. 
- Interessante signore e signori - dice ad un certo punto girandosi come se si stesse riferendo ad un pubblico abbastanza numeroso - Subito dopo SCHIFO (muori), abbiamo un altro CD dell'anno! Ed ecco a voi... SEI SOLO UNA GRANDISSIMA P******! - poi simula fragorosi applausi e si gira di nuovo a guardarmi in cerca di spiegazioni. 
In un primo momento non ricordo il perchè di quel titolo, strano ma vero. 
- Sicuramente era rivolto ad una delle mie compagne di classe alle superiori - dico provando a ricollegare la scritta al soggetto. 

- Spero di non farti mai arrabbiare allora - dice ridendo. 
Passa al terzo, totalmente colorato di nero con un pennarello altamente tossico e sopra una scritta bianca "SE SCRIVO IN NERO NON SI VEDE".
Okay, manca poco e scopre il mio passato oscuro da persona abbastanza disturbata. 
- Perspicace - commenta - Non lo avrei mai detto - mi prende in giro, ma non si ferma, perchè subito dopo ecco comparire l'ultimo ma non meno importante CD. 
- Sofia, sei sicura di non aver mai avuto bisogno di uno psicologo? - mi chiede con le lacrime agli occhi.
- Non vedo cosa ci sia da ridere - dico imbarazzata.
- Ah no? C'è scritto "Voglio chiamarmi Bob" e dentro c'è un foglietto dove dici "Sono Sofia, ho 14 anni e il mio nome mi fa schifo. Fa tutto schifo. Domani scappo di casa e vado a vivere in una capanna, cambio nome e divento uomo, ciao" - sto per dire qualcosa in mia difesa quando prosegue.
- Aspetta ce n'è un altro sotto: "Non sono scappata ma da oggi in poi ho detto a tutti di chiamarmi Bob. E ho comprato una gallina di nascosto." e poi hai interamente coperto di "Bob" tutto il retro - 
- Ero piccola - dico prendendo  CD dalle due mani e mettendoli al loro posto. 
- Hai sul serio comprato una gallina? - mi chiede perplesso, io annuisco fiera. 

- Indovina come l'ho chiamata - dico mantenendo l'espressione d'orgoglio sul mio volto. 
Sbarra gli occhi e si sforza di pensare ad un possibile nome, ma poi si rassegna.

- Come? - chiede preparandosi psicologicamente. 
- Ti arrendi? - domando per sicurezza, lui fa un cenno con la testa allora glielo dico. 

- Gallina - 

- Immaginavo -. 
E dopo questa amabile e costruttiva conversazione ho guardato l'orologio constatando che si era fatto molto tardi. Ho baciato di sfuggita Lorenzo mormorando un "a tra poco" ed ho corso fino al negozio.

- Sciarpa! - urlo ad una commessa che stava per girare il cartello da aperto a chiuso. 

- SCIARPA! - dico più forte raggiungendola con il fiatone. 
Lei mi guarda come se fossi un ladro con tanto di pistola venuto per rubarle anche l'anima, devo avere un aspetto orribile per quanto ho corso. 
- Mi scusi - dico riprendendo a respirare regolarmente - So che sta per chiudere ma mi serve una sciarpa, la prego - dico facendo la faccia più pietosa che ho, al che lei serra le labbra e sembra stia per chiamare la polizia, devo averla spaventata, ma poi sospira.

- Vieni - dice comprensiva dopo aver dato un'occhiata all'orologio. La seguo a ruota fino ad una porta con un cartello "Magazzini", mi ferma. 

- Aspetta qua, in negozio abbiamo solo sciarpe da uomo ma dovrei averne qualcuna da donna qui da qualche parte - la ringrazio e aspetto con pazienza. 
Poteva sempre mandarmi a quel paese, invece è stata gentile, non è da tutti. 

MARTINA'S POV


Secondo me si droga. 
Come può essere così lunatico in meno di due ore? 
Stupido Carl. 
Ha abbassato il volume della radio ma sta correndo come un matto per la strada.
Adesso ci arrestano. Lo sento. Oppure moriamo.
- Puoi per favore rallentare? - chiedo tenendomi stretta al sedile.
- FAST AND FURIOUS! UUUUUUUUH! - urla uscendo la testa fuori dal finestrino.
Riconfermo la mia tesi, per me si droga. 
Tra poco vomito la colazione se continua ad andare così veloce, prende anche tutte le curve della città, lo sta facendo apposta. 
Maledetto Carl. 
Quando sembra stia per rallentare appoggio miseramente la testa sul vetro e mi ripeto in mente che tra poco scenderò e ricomincerò nuovamente il mio piano, stavolta con successo. 
Dovessi metterci ore, giorni, settimane, mesi, an- 

Ecco che ricevo l'illuminazione. 
Lì. 
Proprio lì, in quel negozio, Sofia. 
- FERMATI! - urlo fiondandomi su Carl, che entrato nel panico ha iniziato a non capire più niente ma alla fine si è fermato lo stesso. 
- What? Mrs Martina, ci sono problems? - 
- Oh AHAHAHAHAHAHAH no caro Carl, anzi, ANZI! - scendo in fretta e gli dico di aspettare, dopo di che entro facendo meno rumore possibile nel negozio e arrivo dietro quella sciagurata. 

Sto per prendere il fazzoletto di ieri dalla tasca, quando si gira. 
Ragazzi che spavento... 
Non so come ma non mi ha notata, che idiota. 

Mi accerto un'ultima volta che non ci sia nessuno nei paraggi, ma fortunatamente è ora di pranzo, le strade sono quasi del tutto deserte. 
Mi fiondo su di lei e in meno di dieci secondi si addormenta. 
Fortuna che è smilza e posso portarla via senza troppi problemi. 

Arrivo alla macchina tenendola sulle spalle e busso per farmi aprire lo sportello. 

- Carl! - lo chiamo bussando, ma niente. 
Guardo meglio e noto che ha messo le cuffiette. 

Giro dal suo lato lasciando Sofia per terra qualche minuto e finalmente lui mi vede. 
La sdraio nei sedili posteriori e quando mi risiedo lo rimprovero. 
- Ti sembrava momento di ascoltare musica?! - urlo prendendo le cuffiette e mettendomele in tasca. 
Lui sembra confuso più di prima. 

- Who is she? - chiede preoccupato. 

- Non capiresti - rispondo alzando gli occhi al cielo - Torniamo in hotel, ti spiego dopo -. 

Favij // A volte ritornano (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora