Capitolo 2

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La porta si aprì rivelando il suo angelo salvatore. Non che avesse un aspetto tanto angelico la ragazza senza uniforme... Indossava una canottiera larga che faceva intravedere un pezzetto della stoffa del reggiseno nero ed i tatuaggi sul braccio destro. Aveva una sciarpa a strisce grigie e viola e dei jeans di pelle nera che le fasciavano le gambe ed una giacca.

Adesso poteva vedere i suoi occhi: di un azzurro freddo ed inespressivo che facevano accapponare la pelle.

Stava lì, poggiata sullo stipite della porta con un lecca-lecca in bocca e guardare i tre ragazzi con sguardo severo. Il trio, intanto, si era spostato da Honey di circa un metro.

"Che state facendo, branco di animali?"

Chiese lei, fissando uno ad uno gli aggressori. Le braccia incrociate al petto. Nessuno osava fiatare, l'unico rumore che si sentiva era il vociare di sottofondo della mensa.

"Vi avevo detto di stare buoni e tranquilli. È vero o non è vero?"

I ragazzi annuirono a testa bassa, chiaramente spaventati dalla ragazza che avevano di fronte. Lei sbuffó.

"Guardatemi negli occhi e rispondete"

La sua richiesta non poteva essere ignorata, quando i tre alzarono lo sguardo per incontrare quello gelido del loro capo si erano come paralizzati. Un coro di: "Sì" detti quasi sussurrando sembrarono bastare.

"Ora uscite... tranne te. Sei della 4A, no?"

Indicò uno dei tre, che stava quasi per svenire dalla paura.

"Sì, sono in quella classe"

Un sorrisino si dipinse sul suo volto, tiró fuori dalla giacca di pelle un foglietto e glielo porse.
Non diede il tempo materiale di rispondere al ragazzo, che però prese ciò che gli era stato dato.

"Sono gli argomenti della verifica di lunedì prossimo. Ti conviene studiare"

Spiegò la ragazza. Lui sorrise e si avviò fuori, chiudendosi la porta alle spalle.

Honey, che era stata per tutto il tempo seduta sul pavimento, inchiodó il suo sguardo a quello della sua salvatrice. Si guardarono per un pò poi la maggiore prese parola.

"Il pavimento non mi sembra così comodo, alzati"

Anche una semplice richiesta aveva un tono autoritario, pronunciato da quella bocca. Vedendo che la ragazza seduta al suolo non accennava ad alzarsi le porse una mano, questa venne ben accettata da Honey. Sì alzò e sorrise.

"Grazie... Qual'è il tuo nome?"

"Harriet"

Honey si chiese perché tutti definivano Harriet come una cattiva persona... era fredda e distaccata ma definirla addirittura 'cattiva' era esagerato a suo parere.

"Non ho mai visto la tua faccia a scuola... sei nuova?"

Nonostante fece quella domanda, Harriet, sapeva già la risposta. Girò attorno alla mora dai capelli lunghi come un predatore fà con la propria preda.

"Sì, mi sono trasferita oggi... posso farti una domanda?"

La studentessa senza uniforme non rispose, ma era un chiaro invito a porgere la domanda.

"Perché non porti l'uniforme scolastica? È contro le regole o qualcosa del genere mi pare"

Non vi era alcun tono accusatorio nella voce, ciò fece molto piacere ad Harriet. 'Perché mi sta parlando? Non le hanno raccontato di me?'
Pensò successivamente, credeva che dopo averle tolto dai piedi i suoi scagnozzi lei sarebbe scappata come un coniglietto spaventato o simili...

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