Capitolo 10

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Quando ritornò alla propria tenda trovò Harriet seduta accanto alla riva del lago, mentre sfiorava l'acqua fredda con i piedi.
Prese in grande respiro ma non si fece avanti. Per solo un breve periodo di tempo avrebbe tenuto i suoi sentimenti per sé, solo per assicurarsi che la ragazza ricambiasse. Non voleva trovarsi con il cuore spezzato. La raggiunse e si sedette proprio accanto a lei.

"Scusa... io... non so cosa mi sia preso"

Disse Harriet, tenendo lo sguardo sul pelo dell'acqua.

"Non devi scusarti. Ti ho baciata io"

Ribatté l'altra, poggiandole una mano sulla spalla.
Si era scusata. Ciò voleva dire che era stato un incidente? Sì rifiutava di crederlo. Chissà perché non aveva mai preso in considerazione il fatto che i battiti accelerati in sua presenza o il rossore sulle sue guance (come alla lezione di ginnastica) ogni volta che era troppo vicina potesse essere attrazione. Certo... non sapeva di che tipo. Ma dell'attrazione c'era sicuramente.

"Come va col locale?"

Disse, giocherellando con dei fili d'erba. Forse era una modo stupido di cambiare discorso, ma era il primo che le era venuto in mente.

"Ho fatto un sacco di straordinari, sai, per compensare i giorni d'assenza"

Harriet sospirò e si sdraió sull'erba, con le braccia dietro la testa e sorrise.

"Abiti da sola?"

"No, abito con Carey. Io vado a lavoro e lui fa le pulizie a casa"

Honey fece in modo che anche la sua schiena sul terreno morbido.
La maggiore la avvicinò a se stessa con un braccio. Quella vicinanza era qualcosa di magico...

***

Alla fine non parlarono più di quel bacio e tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Entrambe si meritarono un otto pieno per le loro ricerche.
Dopo l'escursione tutta la scuola continuò a parlare delle due studentesse e del fatto che fossero state messe in coppia assieme.

Honey aveva parlato con la madre ed il padre del suo dubbio sulla propria identità sessuale. Loro non fece una piega, anzi, le dissero che aveva il loro pieno sostegno.
Decise di fare in piccolo regalo ad Harriet. Senza un vero e proprio motivo... semplicemente voleva sentirla vicina in qualche modo. 
Ne aveva parlato persino con Junko, ovviamente all'insaputa di Simon, che si era dimostrata d'accordo con tutto ciò. La trovava davverl un'idea carina

"Sei sicura che le piacerà? Non mi sembra il tipo di persona a cui piacciono certe cose"

Disse Honey grattandosi il mento, pensierosa. Junko le aveva dato un'inoffensiva e scherzosa gomitata al braccio.

"Non importa il regalo. Ma chi te lo fà!"

Durante la pausa pranzo, allora, si alzò dalla sedia con il pacchetto stretto in mano. Non sapeva dove metterlo visto che l'uniforme non aveva alcuna tasca.

Harriet stava parlando con Carey dell'uscita scolastica. Tutto ad un tono di voce talmente basso che nel bel mezzo dell'ora di pranzo era impossibile sentire.

"E poi cosa è successo?"

Chiese il castano, bevendo del succo di mela dal bicchiere.

"Ecco... noi-"

La mora si sentiva non poco a disagio nel raccontare ciò che accadde... ma si fidava di lui. Poi lo avrebbe detto, naturalmente anche a Frank.

Quando arrivò Honey al tavolo smisero immediatamente di parlare.
La ragazza senza uniforme la osservò e sorrise.
Aveva tutte le guance rosse e giocava nervosamente con la scatoletta, che attirò particolarmente l'attenzione di Harriet.

"Vuoi dirmi qualcosa?"

La minore annuì nervosamente e si sedette sulla panca. Tutti i ragazzi presenti al tavolo si girarono verso di lei e la guardarono male.
L'altra se ne accorse e lanciò una severa occhiata a tutti i presenti.

"Calmatevi... lei è con me."

Ad Honey piacevano davvero tanto gli atteggiamenti di protezione che aveva lei nei propri confronti. La faceva sentire protetta.

"Io... ti ho preso questo!"

Le mise tra le mani la scatoletta blu, chiusa da un nastro nero.
Harriet la aprì con estrema delicatezza. Tutto ciò che le veniva dato da Honey lo trattava come un tesoro. Sapeva che la cosa fosse estremamente sdolcinata e per nulla nel suo stile ma le veniva assolutamente naturale.

Incastrata nel velluto vi era una collana, con un bel ciondolo.
Rappresentava la lettera H, costretta da un serpente.

Era bellissima.

"Honey... grazie. Ma io non posso darti nulla... mi dispiace"

La compagna le poggió una mano sulla coscia e sorrise.

"Non importa. Ne ho una uguale. Così saremo legate da qualcosa"

Estrasse dalla camicia una collana, identica alla precedente, e la accostò all'altra.

"Troverò il modo di ricambiare"

"Ti ho già detto che non è importante. Davvero, non devi disturbarti"

Sorrise e si alzò, pronta per andare al suo tavolo. Simon la stava guardando infastidito mentre Junko le fece il pollice alzato.

"Aspetta!"

Harriet le prese il polso in modo che Honey si grasse verso di lei. Quest'ultima osservava la maggiore incuriosita, così come una buona parte della mensa. Tutti si votarono per osservare la scena. Alcune persone non vedevano l'ora di trovare qualche pettegolezzo sulla coppia più interessante di tutta la scuola.

Avvoltoi...

"Dimmi"

Honey la osservava in attesa di una risposta. Tutti gli studenti stavano col fiato sospeso ed aspettavano, quasi più ardentemente di quanto stesse facendo Honey stessa.

Ed ecco che arrivò.

Harriet si alzò in piedi ed afferrò la compagna per le spalle. La guardò con intensità e si fiondó sulle sue labbra.
Le muoveva lentamente sopra quelle della minore e la strinse a sé con fare possessivo.

Tutti avevano la bocca spalancata per lo stupore. Alcune ragazze scattavano foto col cellulare, pronte per pubblicarle su Facebook ed altri Social.

I ragazzi al loro tavolo stavano guardando il loro capo stupiti, tranne qualcuno come Carey.
Che sorrideva.
Junko, come molti bella grande sala, applaudiva e sorrideva. Si era venuto a creare un gruppo di studenti, maschi e femmine, che avevano organizzato una specie di fan club su loro due.
Simon stava per avere un attacco cardiaco, invece.

Quando si separarono, di malavoglia, l'una dall'altra le voci dei compagni erano ancora presenti e tutti gli occhi ancora puntati su di loro.

"Harriet... cosa-"

"Non dire nulla"

La più grande prese per mano Honey, che senza dir nulla si fece trascinare fuori dalla mensa e fuori dalla scuola.

"Dove stiamo andando?"

Chiese quando le venne passato il casco.

"È una bella giornata oggi. Non mi pare il caso di stare chiuse in quelle quattro mura. Andiamo un secondo a casa mia, per prendere una cosa. Poi ti porterò in un posto"

Si sentiva tutta un formicolio. Era ricolma di emozioni, troppe sensazioni che la facevano confondere. Ma che la rendevano davvero felice.

Mi sento più in ritardo del Bianconiglio! Ma ora che è cominciata la scuola hanno ricominciato a tartassarci di compiti. Farò ciò che posso!

Spring Days || Lesbian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora