Capitolo 7

1.3K 69 2
                                    

Harriet andò a trovare Honey a casa per i tre giorni successivi, cioè fino alla sua guarigione.
A scuola tutti discutevano sulla gita imminente e nessuno fece più tanto caso alla momentanea scomparsa delle due studentesse.

Le quarte e le quinte sarebbero andate fuori città per quattro giorni, nel bosco. Avrebbero dovuto analizzare la flora e la fauna di un determinato bioma, assegnato dalla professoressa Clinton: l'insegnante di fisica e scienze della terra.

Quella stessa mattina vennero comunicate i gruppi. E, sorpresa, le due more erano in coppia.
I professori erano bene a conoscenza dell'amicizia che in breve tempo avevano instaurato. Le sezioni si mescolavano ma le quinte e le quarte classi dovevano essere separate, avendo programmi diversi ma... loro erano un'eccezione. Junko e Simon stavano con un ragazzo ed una ragazza della 4D mentre Carey era stato messo insieme a due ragazzi della 5B.
Entrambe non vedevano l'ora. Mancavano solo due giorni.

***

"Harriet, non puoi portare la tua moto. Non è sicura"

Spiegò con calma l'insegnante. Harriet mise il broncio e sbuffó mentre Honey osservava la scena.

"Ma gli altri possono prendere le loro auto. Io la mia motocicletta con posso portarla?"

Honey annuì con sicurezza. La maggiore non aveva tutti i torti, se gli altri potevano perché lei no?
Un sorriso riconoscente da parte sua la fece sciogliere, un brivido la travolase.
Per fortuna per quei quattro giorni avrebbero potuto mettere ciò che volevano. Avrebbe fatto fresco lì.

"Va bene, va bene. Però metterete i bagagli nel bus"

Harriet rise vincente, infilando le  valigie dell'enorme portabagagli.

"Bene ragazzi; salite con calma e non mangiate niente. Parlo soprattutto con te, Martin"

Disse a gran voce la Clinton, attirando l'attenzione degli studenti.

"Prendi questo!"

La ragazza dai capelli corti le passò un casco nero e salì in sella alla motocicletta. Honey la seguì e respirò a fondo il suo profumo e fece un piccolo sorriso. Adorava il suo odore, le dava un senso di pace inebriante.

Harriet mise in moto e partì ad una velocità impressionante. La più piccola strinse con forza il bacino della ragazza, lamentandosi.
Non le piaceva l'alta velocità. Da piccola era stata coinvolta in un incidente stradale con il fratello. Andavano veloci ed un idiota, ubriaco già dal primo mattino, li travolase. Rischiarono la vita. La moretta venne protetta dalla schiena del fratello che si era voltato per proteggerla dai vetri, Lee proprio per quello non morì. Erano stati fortunati.

"Harriet... ti prego, rallenta"

La sua voce veniva attutita dal potente rombo del motore. In breve tempo avevano addirittura superato l'autobus. A quanto pare doveva ben sapere cosa fare e la strada da percorrere, vista la sicurezza con la quale guidava la sua motocicletta fino alla meta.
Arrivarono dopo quasi un'ora, in anticipo rispetto al bus di venti minuti. Durante tutto il tragitto Honey non fece altro che stringere a se il corpo della mora, mentre teneva gli occhi chiusi con forza.

"Siano arrivate!"

Annunciò Harriet, scendendo dalla moto. Si trovavano proprio all'inizio del sentiero che portava dentro la foresta.

"Honey?"

La minore non rispondeva, aveva lo sguardo perso nel vuoto e singhiozzava.

"D-dovevi andar-e p-piano..."

Sussurrò, piangendo ancora. Era scossa da brividi e non dava segno di voler smettere di lacrimare.

"Scusa. Io- mi dispiace..."

Honey venne avvolta dalle braccia di Harriet. Si sentì così protetta...
In un lampo di lucidità cercò di darsi un contegno, smettendo poco a poco di piangere. Quando arrivarono il resto degli studenti entrambe avevano sciolto l'abbraccio, con disappunto di Honey.

"Bene. Ora che siamo tutti qui vi assegnerò un territorio da studiare"

Spiegò la professoressa. Tutti prestavano attenzione. La Clinton diede tutto il necessario per camperare nella foresta e diede una porzione di territorio ad ogni gruppo.

"Siamo state fortunate! Andremo accanto al lago"

Disse Harriet, prendendo il suo borsone con gli abiti. Mentre guardava la mappa si sistemava lo zaino contenente la tenda sulle spalle.  Honey invece trascinava la sua valigia, osservando l'ambiente circostante.

Camminarono per circa un'ora e mezza. Il lago era proprio al centro della zona verde.

Entrambe le ragazze rimasero incantate dal paesaggio. Gli abeti circondavano la cristallina distesa d'acqua, il cinguettio degli uccelli ed il fruscio delle foglie erano le uniche cose udibili.
Presero subito a montare la tenda.
Era abbastanza grande per ospitare le borse ed i sacchi a pelo, però avrebbero dovuto dormire fin troppo strette.

"Riposiamo un paio d'ore. Poi esploreremo la zona. Stanotte se siamo fortunate possiamo anche avvistare una civetta"

Honey propose il programma per la giornata. Harriet non ebbe nulla da obiettare.
Non vedeva l'ora di poter dormire di nuovo abbracciata al corpo mingherlino e caldo della più piccola.
Era inutile dire che non le fosse piaciuto stare accoccolata accanto a lei nei suoi giorni di malattia, sarebbe stato mentire a se stessi.

Sistemarono lo spazio angusto del tenda al meglio ed infine si coricarono.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo, Harriet, poggió un braccio sul fianco di Honey e la attirò a se.

"Harriet... cosa stai-"

Venne interrotta da un lamento proveniente dalla maggiore.

"Shhh... dormi, ragazzina"

Sussurrò piano all'orecchio di Honey, per poi baciarle la testa.
La moretta rabbrividí e poggió la sua mano su quella della ragazza dai capelli corti per poi spingersi maggiormente sul suo corpo, strappandole un gemito.

"Ti ho fatto male?"

Chiese girandosi nella sua direzione. Harriet liberò un sorriso tirato.

"No. Sto benissimo"

La verità era che se ci fosse stata una qualsiasi altra ragazza al posto di Honey in quel momento probabilmente avrebbe detto addio al proprio autocontrollo. Si stava trattenendo dal saltare addosso e baciarla con tutte le sue forze.

Voleva accarezzare la sua pelle e riempirla di baci.
Come avrebbe fatto a trattenersi per quattro giorni?
Aveva trovato difficoltà a tenerla accanto a sé quando sulla moto, figurarsi per i quattro giorni successivi.

"Harriet... tu mi vuoi bene, vero?"

Honey non sapeva perché le avesse rivolto quella domanda. Ma voleva sentirselo dire. Per sfizio personale.
La ragazza, che ancora stringeva la più piccola, sorrise ed immerse il volto nei suoi profumatissimi capelli.

"Certamente. Come potrei non volertene?"



So di essere mostruosamente in ritardo, ma ho avuto dei piccoli problemi che sono ora stati risolti. Grazie per la comprensione

Spring Days || Lesbian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora