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Nessuno si era mai seduto al mio posto in tutto questo tempo, quindi rimango lì impalata a fissare il ragazzo, senza sapere cosa fare o dire.
Nel frattempo, la classe si sta lentamente riempiendo e l'unica ferma immobile al centro, con un'espressione da pesce lesso, sono io.
-C'è qualche problema?-
Una voce mi riscuote dai miei pensieri e sposto di nuovo lo sguardo sul ragazzo.
È stato proprio lui a parlare, e ora mi fissa con aria interrogativa e anche un pò scocciata.
-Sì, cioè no, è che io mi...-
Tento di spiegare ma fallisco, e dalla mia bocca esce solo un balbettio confuso.
-Signorina Montgomery, vuole cortesemente sedersi, così possiamo iniziare la lezione?-
Il professor Hamilton è entrato nell'aula e mi guarda confuso.
-Sì, certo, mi scusi-
Qualcuno ridacchia.
Do una rapida occhiata alla classe e noto che è gremita, non c'è nessun posto libero, eccetto per quello che un tempo era mio, proprio vicino al ragazzo.
Abbasso lo sguardo e mi siedo, imbarazzata e nervosa per questo imprevisto.
-Giuri odio a tutti quelli che osano sedersi al tuo posto?- mi chiede in un sussurro una voce. Proviene ancora dal ragazzo al mio fianco.
-No- bofonchio.
Voglio seguire la lezione, e già mi irrita il fatto di non essere sola, figuriamoci se questo si mette pure a fare conversazione.
Lui ridacchia, mostrando il piercing al labbro che non avevo ancora notato.
-Voglio seguire, quindi per favore sta zitto- gli dico, proprio mentre Hamilton passa tra i banchi a consegnare dei fogli bianchi.
-Sei la reginetta di questo corso o cosa?- mi provoca.
-Non credo debba interessarti- lo liquido.
Prendo la mia penna dall'astuccio e guardo la lavagna, mentre il professore scrive la prima traccia dell'anno scolastico sulla superficie nera. Ci sarà sicuramente da scrivere qualcosa sull'estate appena trascorsa, e sorrido emozionata. Non vedo l'ora di scrivere tutte le cose fatte in questi mesi!
Ero così presa dalla mia euforia che mi ero completamente dimenticata del ragazzo al mio fianco, e soprattutto non mi ero accorta che mi stava fissando chiaramente divertito.
-Ti emozioni così ogni volta che danno una traccia?- mi chiede.
-Sì, ti disturba la cosa?-
Adesso questo tipo strafottente mi ha stancato. Non può semplicemente scrivere il suo tema in silenzio senza provocare continuamente?
Mi giro a guardarlo, pronta per ricoprirlo di insulti se non intende finirla, ma rimango un attimo senza parole.
I suoi occhi sono azzurri e brillanti, e mi guarda ghignando in attesa di dire qualcos'altro per infastidirmi.
I capelli biondi sono sollevati in un ciuffo che sfida tutte le leggi di gravità, mentre con i denti tira il piercing, aspettando che io dica qualcosa all'altezza dell'espressione arrabbiata con cui mi ero voltata.
Però rimango zitta, mi giro di nuovo e comincio a scrivere velocemente.
Lui fa lo stesso, resta in silenzio, tanto che riesco finalmente a concentrarmi e a lasciarmi trascinare solamente dalle parole che scrivo.
Sono immersa nella scrittura, la penna scorre rapida sul foglio, mentre nella mie mente si susseguono i ricordi estivi che sto descrivendo.
Continuo a dar voce ai miei pensieri  fino a quando la campanella non suona annunciando la fine della lezione.
Hamilton passa tra i banchi e ritira tutti i nostri fogli pieni di inchiostro.
Lancio uno sguardo al foglio del ragazzo, al suo inchiostro blu e alla sua scrittura svolazzante.
Riordino le mie cose e sto per uscire dall'aula, quando una voce roca mi sussurra all'orecchio: -Luke Hemmings-.
Mi giro appena in tempo per vedere dei capelli biondi uscire dalla classe.

Basement || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora