7.

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Giovedì mattina, mentre entro a scuola con Noel al fianco, mi raggiunge Spencer nel corridoio.
-Aria, ho bisogno di te! Subito!- urla.
-Oh, ciao Noel- sorride.
Stacco il mio braccio da quello di Noel e mimo un "ci vediamo dopo", per poi seguire Spencer poco più in là.
Noel fa un mezzo cenno, ma si capisce che è infastidito da queste continue interruzioni.
-Luke è stato formidabile! Non so esattamente come ci sia riuscito, ma ha scoperto che in realtà quella bionda era solo la cugina di Daniel, Samantha, che domenica sera ha deciso di fare una sorpresa venendo in città- spiega Spence radiosa. Tiro un sospiro di sollievo, non avrei voluto immaginare cosa sarebbe successo se Daniel l'avesse veramente tradita.
-Bene, allora è tutto finito!- esclamo, più a me stessa che a lei, e abbraccio la mia migliore amica.
Lei sorride e ricambia forte l'abbraccio.
-La cifra era parecchio alta?- chiedo a Spencer quando ci stacchiamo.
-Ah, a proposito, non mi ha inviato nessun messaggio- dice Spencer, e la guardo confusa.
-Oh, meglio cosi- cerco di sorridere ma in realtà sono molto stupita. Luke sembrava così determinato ad ottenere i suoi soldi, e ora non vuole più neanche un centesimo?
In realtà non dovrebbe essere un mio problema, non sarò più obbligata a trascorrere il mio tempo con lui per definire gli affari e l'unica che avrebbe dovuto pagare qualcosa era Spencer, che di certo non ha problemi economici. Se non vuole soldi, a me non cambia nulla. Devo solamente cercare di combattere il presentimento che mi dice che non è finita, che è stata troppo facile, e che Luke sta tramando sicuramente qualcosa.
Ho un'ora di buca e il professore di inglese è assente anche all'ora successiva, quindi mi guardo intorno e decido di passare almeno la prima ora libera in biblioteca. Se non sbaglio, sia Spencer che Noel sono a lezione, quindi decido che le mie fedeli compagne saranno le cuffiette.
Entro nella grande biblioteca: non c'è tanta gente, solo qualche ragazzo che legge in vari punti della stanza e qualcuno che cerca di studiare con un'espressione annoiata. Mi siedo ad uno dei tavoli liberi e faccio partire la musica, mentre osservo attentamente i volti dei pochi ragazzi che ho intorno.
C'è un ragazzo castano che legge vicino alla finestra, ha dei lunghi e larghi jeans e una camicia azzurra. Appena si accorge che lo fisso, alza gli occhi dal libro e si muove a disagio.
Sposto lo sguardo su un'altra ragazza: ha i capelli rossastri e grandi occhiali tondi, e sembra molto presa dalla lettura.
Sto per proseguire la mia analisi, ma la mia attenzione è catturata da una figura alta e snella, che sta aprendo proprio in quel momento una delle vecchie panche di legno in fondo alla stanza, contenenti antichi e polverosi libri che penso, in due anni, di non aver mai visto.
La figura estrae un sacchetto di plastica, ne prende un piccolo involucro e ripone il sacchetto fra i libri vecchi, per poi richiudere lentamente la panca e allontanarsi.
Appena però si gira, il mio cuore ha un tuffo.
-Luke?- la voce mi esce più stridula di quello che pensavo.
Luke si guarda intorno spaventato, colto con le mani nel sacco, ma poi mi vede e il suo viso sembra rilassarsi.
Infila l'involucro misterioso nella tasca della felpa verde militare (ha solo felpe questo ragazzo?) e si avvicina.
-Ciao- balbetta.
-Cosa è quel coso?- chiedo, alludendo allo strano oggetto che ha preso (o rubato??) dalla panca.
-Ehm, ecco, io...-
Si gratta la nuca senza sapere cosa dire, in visibile imbarazzo.
Sto per insistere e spronarlo a parlare, ma ad un tratto mi blocco.
Non so praticamente niente di questo ragazzo, so solo il suo nome e cognome, come lui sa solo che mi chiamo Aria Montgomery e mi piace scrivere.
Io di lui, non so neanche cosa gli piace fare, oltre che giocare a basket.
Se non vuole dirmelo, posso capirlo.
Di certo neanche io andrei a confessarmi con uno sconosciuto.
-No, no, scusami, non fa niente- mi affretto a dire. Lui mi guarda perplesso ma non dice niente. Non sa che mi sono messa nei suoi panni.
Ho ancora la musica a basso volume nelle orecchie, ma non le presto attenzione già da qualche minuto.
Luke rimane accanto a me, immobile e silenzioso, guardandosi le mani.
Mi tolgo gli auricolari, esattamente come aveva fatto lui quando mi ero seduta al suo fianco a pranzo, e rimango anche io zitta e ferma.
Rimaniamo lì, immobili, nel silenzio quasi opprimente della biblioteca, riuscendo a sentire con un pò di attenzione i respiri dell'altro.
Improvvisamente, Luke spezza il silenzio: -Vivo qui a scuola-.

Basement || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora