Quando ero piccola, il sabato era il giorno delle uova strapazzate.
Mi svegliavo tutta eccitata di poter mangiare le uova a colazione e correvo in cucina trovando mia madre e mio padre impegnati a chiaccherare tra una tazza di caffè ed un articolo di giornale.
Era la mattinata che preferivo.
Dieci anni dopo, il mio sabato mattina è cambiato in modo a dir poco radicale.
In un modo o nell'altro, Ashton ha trovato la forza di alzarsi stamattina, lasciando la coperta sul divano insieme al suo maglione, e sta mangiando i miei cereali preferiti.
Glielo permetto solo perchè ha problemi di cuore, che sia ben chiaro.
"Non finirli, ti prego" sospiro entrando in cucina, i miei capelli disastrati e due occhiaie profonde sul volto, ma il riccio non si scompone, annuendo placidamente.
"Ti ha già raccontato del suo appuntamento?" Domanda porgendomi il bricco del latte per poi fare un cenno con la testa alla porta di Sydney, decorata con piccole rondini che si librano in volo.
Scrollo le spalle, afferrando il vasetto di Nutella (ancora quello incriminato) ed il pane a cassetta prima di sedermi al bancone accanto a lui.
"Mi ha accennato qualcosina".
"Non devi mentirmi per farmi stare meglio, lo sai" mormora con un sorriso tirato, e noto dietro ai suoi occhi una profonda tristezza.
Oh, Sydney.
"Crede che sia quello giusto".
"Quello giusto? Dopo un solo appuntamento?".
"È esattamente quello che le ho detto io, ma non ha voluto sentire ragioni" esclamo, posando con un rumore metallico il coltello sul piano marmoreo ed imbronciandomi.
"È troppo innamorata dell'idea dell'amore".
"Lo so, purtroppo".
"Perchè non ti fai avanti? Ora o mai più".
Ashton tentenna, facendo girare il cucchiaio nel latte ormai privo di cereali, prima di alzare lo sguardo su di me, guardandomi negli occhi.
"Non sceglierebbe mai me rispetto a questo Calum, e non dire che non è vero, perchè lo sai anche tu".
Il silenzio cala tra di noi prima che un sospiro lasci le mie labbra.
Mi è passata la fame.
Alzandomi in piedi spingo il piatto con il panino alla Nutella verso Ashton, e lanciandogli un ultimo sorriso triste torno in camera mia, cercando nel cumulo di vestiti sulla sedia un paio di jeans ed un maglione prima di infilarli, allacciando velocemente gli stivali neri.
"Esco" è tutto ció che dico al riccio, che annuisce triste, e lottando contro il mio odio represso per gli abbracci lo stringo da dietro, lasciandogli un bacio sui capelli prima di uscire di casa.
L'aria è gelida ed il cielo bianco, totalmente coperto di nuvole, ma non nevica, e questo mi rattrista leggermente.
Amo la neve.
Con l'ennesimo sospiro della mattina che lascia le mie labbra comincio a marciare verso la caffetteria alla fine della strada, e non appena entro noto il ciuffo di capelli azzurri dietro al bancone sorrido.
Oltre ad Ashton, Michael è uno dei pochi con cui ho stretto amicizia venendo ad abitare in questa via. Il suo amore per l'arcobaleno ed i suoi occhi verdi sarcastici e vivaci mi hanno incuriosita fin da subito, e quando mi ha preso l'ordinazione per la prima volta, facendomi notare la stupidità di prendere una cioccolata calda in piena estate, qualcosa è scattato, e abbiamo cominciato a conoscerci.
"La mia ragazza preferita" mi saluta, afferrando subito un bicchiere pulito per poi versarci dentro della cioccolata calda bianca, cosí dolce da essere nauseante per chiunque tranne che per me.
"Il mio barista preferito. Come va qua dentro?" Domando, prendendo posto al bancone davanti a lui, e Michael sorride, inarcando un sopracciglio.
"Bene, non vedi? C'è il pienone stamattina" risponde, indicando i tavolini vuoti che ci circondano, e scoppio a ridere alle sue parole prima di prendere un sorso di cioccolata.
Esattamente come piace a me.
"Conosco quello sguardo, Virginie. Dimmi cosa succede" mormora, appoggiandosi con un gomito sul bancone, e dopo una breve pausa comincio a raccontargli tutto ció che mi è successo nell'ultima settimana, compreso l'incontro con il ladruncolo di Nutella altrui senza però mai fare cenno a nomi se non quello di Sydney, che conosce personalmente Michael.
Michael sorride, ridacchiando in alcuni momenti, scuotendo la testa in altri, ma mantenendo sempre un sorriso sulle sue labbra finchè non finisco.
Mi osserva qualche secondo, divertito, prima di alzarsi ed inarcare un sopracciglio.
"Credo proprio che tu debba conoscere il mio coinquilino, andreste d'accordo per la vostra ossessione con la Nutella. In ogni caso, la risposta è semplice: chiedi a Sydney di presentarti questo principe azzurro".
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The Sis Code || Calum Hood
FanfictionTra amiche ci sono delle regole non scritte. La prima: se una sta male, l'altra deve starle accanto nonostante tutto. La seconda: in caso di delusione amorosa, non rivolgere più la parola all'ex dell'amica. La terza e più importante: mai e poi mai i...