Non appena apro gli occhi mi accoccolo maggiormente nel calore delle lenzuola appena lavate, sentendo un brivido di freddo percorrere il mio corpo nonostante il piumone, la felpa ed il pigiama pesante.
Mi stropiccio leggermente, cercando di ricordare la sera precedente, quando i miei occhi si spalancano.
Oh no.
Oh, no, no, no, no, no.
Non può essere successo sul serio.
Io e Calum ci siamo baciati.
Di nuovo.
Due volte!
Ed una delle due volte Sydney stessa mi ha dato il via libera!
Ma perchè deve essere cosí difficile dimenticare uno stronzo come Calum Hood, aka il ladruncolo di Nutella?
Continuo a stiracchiarmi, il mio umore nettamente peggiorato al solo pensiero di cosa possa accadere se Sydney ricordasse l'accaduto ed il fatto che nè io nè Calum avevamo bevuto più di tanto, quando le mie dita sfiorano qualcosa che si rivela essere un foglio di carta.
Mi ricordavo di essermi addormentata leggendo le dispense di musica.
Non appena prendo in mano il foglio, però, mi rendo conto che non sono le pagine che dovrei studiare per l'esame, ma è un bigliettino scritto proprio da Calum.
Non ricordavo si fosse fermato a dormire qui.
'Ci vediamo alle sei al caffè di Michael. Cal'.
Non un ciao, non un motivo, nulla.
"Sempre cosí autoritario" sbuffo tra me e me, godendomi la pace mattutina, o almeno provandoci, perchè da quando ho letto quelle parole non riesco a frenare il mio cervello dall'immaginare gli scenari più disastrosi.
Oh, maledetto Calum.***
"E tu cosa ci fai qui?" Domando non appena entro nel piccolo caffè, trovando Ashton seduto al bancone impegnato in una conversazion dall'aria piuttosto accesa con Michael, che scuote la testa rassegnato.
"Avevo bisogno di una seduta psicologica" sospira Ashton, mettendosi le mani nei capelli mentre prendo posto accanto a lui, sorridendo leggermente al ragazzo dietro al bancone che incrocia le braccia al petto.
"Stamattina Calum, poi Ashton ed infine tu. D'ora in avanti mi farò pagare, cinquanta dollari ogni mezz'ora" esclama, prendendo un bicchiere di carta e riempendolo di cioccolata calda bianca prima di posarlo davanti a me.
"Vorrà dire che mi farò bastare il muro di camera mia. Ascolta che è una meraviglia" ribatto, nascondendo un sorriso dietro al bicchiere notando un piccolo broncio fare la comparsa sul viso di Michael.
Ashton sorride leggermente, guardando l'orologio al suo polso prima di alzarsi, lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia.
"Ah, Ash: stasera Syd non c'è, vieni da me sul tardi? Ho la nuova stagione di Criminal Minds" propongo, guardando gli occhi del riccio illuminarsi prima che annuisca vigorosamente.
"Porto la cena!".
Non appena esce dalla porta sento lo sguardo di Michael bruciarmi sulla nuca, e quando mi giro i miei sospetti sono confermati.
"So già tutto. Stamattina non ricordavo nulla, ma Calum nella sua fase isterica mi ha rinfrescato la memoria. E so anche che ti ha dato appuntamento qui" comincia, guardando la mia espressione cambiare, rabbuiandosi leggermente.
"Mi sento una merda. Ieri, quando la bottiglia è capitata su Calum, sai cosa ha detto Sydney? Mi ha incitato a baciarlo, sostenendo che la sua migliore amica non le ruberebbe mai il ragazzo. Non mi sono mai sentita cosí... Colpevole" confesso, facendo battere l'anello al dito contro la carta del bicchiere, quando Michael prende una tazza di ceramica, riempendola d'acqua calda prima di immergervi una bustina di thè.
"Non hai fatto nulla per cui sentirti colpevole. È vero, provi dei sentimenti per il ragazzo della tua migliore amica, ma non l'hai sedotto, non fai la gatta morta con lui e tanto meno ci provi. Anzi, cerchi di tenertene alla larga il più possibile. Con questo non giustifico i vostri baci, nè il primo nè il secondo di ieri sera, mentre noi eravamo tutti quanti svenuti, ma in un bacio ricambiato ci sono sempre le due parti interpellate... Un po' come l'amore: si fa in due" spiega, gesticolando leggermente cercando probabilmente di convincermi del suo discorso, ed effettivamente fila in maniera razionale, ma non riesce a portare via il mio senso di colpa.
"Muoviti, vieni qua dietro, nasconditi dietro il bancone" esclama all'improvviso, guardando verso la strada, ed inarco un sopracciglio confusa prima che mi faccia segno di muovermi, e nel giro di pochi secondi mi ritrovo accovacciata sul pavimento dietro il bancone vicino ai piedi di Michael.
"Ti assicuro che ne varrà la pena" sorride malizioso, quando percepisco la porta aprirsi.
"Non è venuta?".
La voce calda e leggermente roca di Calum fa spalancare i miei occhi, quando Michael risponde, scuotendo piano la testa: "credo abbia avuto dei problemi in facoltà e sia rimasta lí".
"Potrei andarla a prendere lí, ma probabilmente mi prenderebbe per uno stalker... Oppure potrei andare più tardi a casa sua... Ma no, cavolo, devo uscire con Sydney".
Sorrido tra me e me notando la sua preoccupazione, segno che qualcosa di me gli importa, finchè non fa il nome di Sydney, facendo prendere nuovamente il sopravvento al senso di colpa.
"Cristo santo, Cal, smettila di parlare a macchinetta. Tra questo e le tue passeggiate alle due di notte per il corridoio, sono piuttosto tentato di sbatterti fuori casa" sbuffa Michael, incrociando le braccia al petto, quando, lanciandomi un'occhiata fugace, si ricorda del suo stesso piano.
Cosa ha in mente lo sa solo lui.
"Cosa avevi intenzione di dirle? O meglio, cosa le dirai?".
Calum sospira, e da quello che posso immaginare si tocca i capelli, prima di mormorare: "non lo so. Con Virginie non trovo mai le parole giuste, perchè non ci sono. È cosí strafottente che ha la risposta pronta a tutto ciò che dico ma allo stesso tempo cosí fragile che se la baciassi di nuovo cederebbe, o forse cederei io. Ho pensato più volte di regalarle un barattolo di Nutella per farmi perdonare, magari scrivendo qualcosa di stupido sul tappo, ma alla fin fine non faccio mai nulla... Per Sydney. Mi piaceva, Mike, ti giuro che mi piaceva davvero. Ma... Virginie è speciale. Ed ora non so come fare. Non voglio che nessuna delle due stia male e non voglio farle litigare, ma quando guardo Virginie negli occhi so che sto fallendo miseramente, perchè anche se non lo dice a parole piano piano la sto uccidendo. Quindi non lo so, cosa posso dire ad una persona a cui faccio del male senza neanche volerlo?".
Sento il respiro spezzarmisi in gola mentre alcune lacrime cominciano a pizzicarmi gli occhi, ma sono veloce a trattenermi, non riuscendo però ad alzare nuovamente il viso.
Non credo che nessuno mi abbia mai capita cosí a fondo, forse neanche Sydney, ed è strano sentire queste parole lasciare le labbra di Calum.
"Sei davvero un imbecille" sospira Michael, fingendo di guardarsi le scarpe per lanciarmi un'occhiata eloquente, e cercando di nascondere ogni traccia di lacrima mi alzo, incontrando lo sguardo a dir poco stupito di Calum.
"Erano le parole giuste, anzi, non avresti potuto trovarne di migliori".
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The Sis Code || Calum Hood
FanfictionTra amiche ci sono delle regole non scritte. La prima: se una sta male, l'altra deve starle accanto nonostante tutto. La seconda: in caso di delusione amorosa, non rivolgere più la parola all'ex dell'amica. La terza e più importante: mai e poi mai i...