~• unusual feelings •~

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Corro per il vialetto della scuola.. Per fortuna mancano ancora 5 minuti.

Non ci tengo a far brutta figura già il terzo giorno di scuola.

Faccio per entrare in atrio e una mano mi ferma, chiudendomi la bocca e tirandomi indietro.

- bella bambina, sai che devi sempre fare quello che io dico? - ovvio.. Era Ostuni..
Quella voce è inconfondibile.

- mm.. mmm - non riesco a parlare a causa di quella mano che mi blocca le parole. Vorrei tanto chiedergli cosa stia facendo.

- non ti muovere ragazzina!! - mi dice incazzato.
Ubbidisco. Ho troppa paura.

Mi sta trascinando al bagno, il 'NOSTRO' posto.
Non al campo di cereali.

Entriamo e chiude la porta a chiave con una mano, mentre con l' altra mi tiene ferma non so come. Sto zitta Anche se potrei urlare.

Poi penso all' eyeliner, lo avevo calcato per cosa?
Mi tolgo la sua mano di dosso.
E velocemente vado verso la porta, ma è chiusa, non mi ricordavo.

Lui è lì tranquillo, a fissarmi mentre cerco di forzare la porta.

Mentre cerco di aprirla, mi si avvicina alle spalle, iniziando a mordermi il collo. Non riesco a resistere, mollo la porta e mi lascio trasportare dalle sue labbra.

Poi penso, ricordo. Ricordo tutto. Ricordo il sogno, la strada per il campo di cereali, ricordo i baci, i sorrisi.. Ricordo ogni cosa di quel fottuto sogno. L' altalena, l' aria fra i capelli..

Mi blocco e lo spingo via da me, dicendogli, prima che lui possa fiatare,
- zitto, lasciami parlare. Apri quella fottuta porta e seguimi. -
- nessuno da me gli ordini piccola - ribatte avvicinandosi ancora a me, in modo molto più pauroso.

Il suo sguardo è minaccioso. I suoi occhi, nerissimi, mi squadrano da testa a piedi.
Cazzo.

Non posso, devo dirgli tutto. Di lui mi fido.

- stai fermo, ti prego stai fermo!! Fermati!! - mi guarda sorpreso dalla mia reazione.
- sentiamo cosa ha da dirmi la bambina - ribatte con un sorrisino malizioso.
Si avvicina a me, ora siamo a 3 centimetri di distanza.

Inizio a parlare.
- senti, sta mattina mi sono addormentata di botto sul tavolo, mentre facevo colazione - lo vedo ridacchiare - ho fatto un sogno strano, mi avevi portata in un campo di cereali, c'era un albero, un' altalena..
Poi tu mi chiesi di.. di giocare a nascondino - lo sento ridere - stai serio, non è divertente, ascolta ti prego - ritorna serio e continua ad ascoltarmi - tu mi trovasti e il patto era che se tu avessi trovato me, mi avresti fatto fare quello che volevi tu -
- interessante - lo sento balbettare.
- ma io ti baciai all' improvviso, tu ricambiasti, poi ci sdraiammo tra i cereali, la sera, a guardare le stelle -
Sembra incantato da questo sogno.

- seguimi - mi disse all' improvviso.

Non so cosa mi spinga a fidarmi. Di lui. Di Ostuni. Di LORENZO.
Non so nemmeno dove mi stia portando. Ma ho un presentimento che c' entri con il sogno. Forse non era solo un sogno.

Mi porta fuori dalla scuola, sempre prendendomi per il polso. Un pò stringe, ma non ci faccio caso.
Mi dice - senti, Evangeline, forse quello che tu hai sognato, ha qualcosa di reale. Il campo... -

È un pò turbato, non so perché.

- quel campo, esiste. - sbarro gli occhi ma lui continua a parlare. - pensi da dove sia uscito quel sogno? - mi chiede preoccupato - non lo so.. - rispondo.

- senti, ti porto in quel campo, vedi se ti ricordi qualcosa d' altro - È tornato stronzo. Sembra un' obbligo ricordarmi qualcosa.

- ti prendo in braccio, stiamo più veloci - mi prende a mo' di principessa.

Sea inside him - Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora