Capitolo Venticinque: Di' Sì, Naomi

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"Sono senza speranze."

"Non fare così."

"Sono una disgrazia."

"Dai, non è vero."

"Sono un idiota."

"Sì, hai ragione."

Parker alza la testa dal tavolo e mi guarda confuso. "Cosa?"

"Sì, sei un idiota," Ripeto.

Unisce le sopracciglia. "Ma pensavo che-"

Storco il naso. "Hey. Sei tu quello che ha detto che sei stupido. Ti sto solo dando ragione."

Tira su col naso. "Non devi per forza essere così diretta," Borbotta.

"Sei stato ad insultarti e tutto quello che ho fatto è stato negarlo," Gli dico. "Alla fine ne ho avuto abbastanza e ti ho dato ragione."

"Scusa," Dice. "Ma questa domanda è troppo difficile."

"Parker," Dico lentamente. "È solo la prima domanda."

C'è un lungo silenzio. Poi inizia a sbattere ripetutamente la testa sul tavolo, facendo scuotere i libri e le matite.

"Sono."

Colpo.

"Stupido."

Colpo.

Sono stanca. Mi alzo dalla sedia e gli do uno schiaffo dietro la testa. Parker smette di colpirsi da solo, gira lentamente la testa verso di me e mi fissa con uno sguardo incredulo. Non posso biasimarlo. Nemmeno io riesco a credere di aver appena colpito Parker O'Neil dietro la testa, ma quel che è fatto è fatto, e mi sta finalmente prestando attenzione. Potrei farne buon uso e fargli un discorsetto.

"Cerca di controllarti! Pensi di essere stupido, giusto?" Gli chiedo e lui annuisce in risposta. "Allora faresti meglio a studiare e a lasciare che io ti dia delle ripetizioni così non resterai stupido. Stando all'ultima volta che ho controllato, il coach non permette ai ragazzi di stare nella squadra se prendono brutti voti. E tu non vuoi essere cacciato, vero?"

Scuote la testa.

"Allora mettiamoci a studiare."

Parker annuisce, la sua sicurezza è tornata. Si siede sulla sedia correttamente con la matita pronta nella mano. Annuisco in approvazione e apro entrambi i nostri libri all'inizio del primo capitolo. Tocco con il dito il titolo del capitolo dopo avergli messo davanti un foglio di carta bianco.

"Adesso rivedremo cosa abbiamo imparato in queste prime settimane, a partire dall'inizio. È solo per farmi un'idea di dove sei," Gli spiego. "Oggi faremo le funzioni. Quanto sei bravo a risolverle?"

Mette il broncio. "Il mio cervello non funziona con le funzioni."

"Parker..."

Mi sorride. "Okay, onestamente, ricordo qualcosa, ma diciamo che non ne ho mai sentito parlare prima."

Sospiro. "Bene, partiremo dall'inizio."

Qualche minuto si trasforma in un'ora che poi ne diventa un'altra. Sembra che il tempo passi velocemente nella biblioteca della scuola. Ho detto ai ragazzi che sarei restata a scuola per dare ripetizioni di calcolo a Parker. Ovviamente si sono offerti di restare ed aspettarmi, ma ho detto loro che sarei stata bene e che potevano andare via. Sarei tornata a casa a piedi, non dovevano aspettarmi. Con riluttanza, si sono arresi e sono andati via, ma non prima di aver bisbigliato qualcosa all'orecchio di Parker. Sospetto che fosse una minaccia.

The Good Girl's Bad Boys: The Good, The Bad, And The Bullied (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora