The Good Girl's Bad Boys: The Good, The Bad, And The Bullied (traduzione italiana)

Capitolo I: Veleno? Dai Jordan, Dovresti Provarlo

Mi sveglio al suono del cibo che sfrigola in padella.

E non è una cosa buona.

In genere è piacevole svegliarsi sentendo il suono e l'odore della colazione che viene preparata. Ma per le persone che vivono da sole nel proprio appartamento, questo è l'ultimo suono da cui si vorrebbe essere svegliati.

Mi siedo sul letto e noto che ho calciato via la coperta senza rendermene conto. Mentre incontro l'aria fredda del mattino, sento il bisogno di prendere le coperte e rintanarmi nel letto, ma combatto quest'impulso. Mi sposto i capelli dagli occhi e vengo accecato dalla luce che filtra attraverso le tapparelle. Non sono mai stato una persona mattiniera, e di certo svegliarsi prima della sveglia a causa di quello che potrebbe essere un intruso non è il miglior modo di iniziare la giornata.

Non mi piace il pensiero di avere un intruso in casa mia, soprattutto a quest'ora del mattino. Lancio uno sguardo al comodino accanto al mio letto e in particolare ad un cassetto specifico. Non voglio usarla, e quindi decido di non farlo per il momento. Una scelta piuttosto stupida da parte mia, ma dato che è prestissimo non vorrei svegliare i vicini.

Sono ancora mezzo addormentato e non riesco a pensare con lucidità. Nonostante questo, riesco ad alzarmi dal letto. Mi dirigo verso la cucina, aspettando il momento in cui dovrò affrontare l'intruso che ha fatto irruzione in casa mia solo per... cucinare.

Che tipo di ladro si metterebbe a cucinare nella casa che sta derubando? Resto fermo un attimo, mi sono appena reso conto di una cosa. E non mi piace.

Butto a terra la sveglia che era appoggiata sul comodino. Lo sfrigolio si interrompe nel momento esatto in cui la sveglia tocca il pavimento. L'orario riportato sul display, le 6 del mattino, svanisce in un batter d'occhio.

Sospiro.

Dopo aver rotto una sveglia di troppo, Jordan ha deciso di regalarmene una. E dato che questa è stata la prima volta che l'ho usata, non mi ero reso conto che avesse personalizzato la suoneria.

Resto fermo, guardo un attimo l'orologio. Non sto riflettendo sul modo in cui l'ho fatta morire e non sto ripensando a tutto ciò che abbiamo passato. Sto pianificando l'omicidio di Jordan. Anche se rimanderò il piano a più tardi, dovrei discutere ulteriormente dei dettagli con Declan.

Come prima cosa rifaccio il letto, non riesco a sopportare il pensiero di tornare a casa e vederlo così in disordine. Poi vado in bagno a prepararmi per andare a scuola. Non c'è bisogno di entrare nei dettagli su cosa succeda in bagno. Anche se posso dire che serve moltissimo tempo per sistemare i miei capelli indisciplinati di prima mattina. Dopo essermi vestito, vado in cucina a preparare qualcosa prima di passare a prendere i ragazzi.

Accendo la macchinetta per il caffè, mi rimbocco le maniche e mi metto a lavoro. Prendo una padella e la metto sul fornello. Decido di cucinare in fretta un'omelette, ieri sera avevo già tagliato le verdure per stamattina. Rompo le uova e le sbatto - se sapete cucinare un'omelette, è inutile descrivere il noioso procedimento.

Metto l'omelette nel piatto e mi verso una tazza di caffè con un tipo di cioccolato in polvere che volevo provare. Ne bevo un sorso e non posso fare a meno di lasciarmi scappare un sorrisetto. Do una lunga occhiata all'appartamento che chiamo casa. Non mi dispiace la solitudine in cui sono da quando mi sono trasferito. Nonostante viva qui solo da pochi mesi, mi sento come se ci avessi vissuto tutta la vita. Ringrazio solo lei per avermi supportato e aver fatto in modo che fossi in grado di vivere qui, mi ha aiutato con la documentazione, le firme e, nonostante i miei rifiuti, l'assegno. Devo ricordarmi di scriverle e dirle come vanno le cose.

All'improvviso squilla il telefono. Guardo il nome del chiamante e noto che non c'è più bisogno di scrivere niente. Mi fermo un attimo e mi preparo, come faccio prima di ogni nostra conversazione. Mi siedo e bevo un altro sorso di caffè.