Rivelazioni

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Buio.
Ecco quello che vedevo in quel momento, buio. Non vedevo nulla, neanche ad un millimetro dalla mia faccia. L'oscurità più assoluta. Ero sommersa dal nero più nero. Sotto di me non percepivo nessuna superficie, ma non stavo cadendo. Stavo... galleggiando. Sì, stavo galleggiando nell'aria, sempre che quella potesse chiamarsi aria, dato che era così pesante che mi stava schiacciando.
Non capivo dove fossi. E neanche perchè fossi in quel posto. Il panico mi stava divorando, non riuscivo a pensare a niente, l'unica cosa che avevo in testa era la paura. Ma di cosa poi?
Vidi una luce. Una piccola luce in lontananza. Sembrava una debole fiamma. Provai a raggiungerla ma non ci riuscì. Feci per dirgli di avvicinarsi ma non ce ne fu bisogno. Si stava già incamminando verso di me. Più si avvicinava più prendeva forma. Quando fu davanti a me vidi... un ragazzo. Credo della mia stessa età. Mi sembrava di conoscerlo. Anzi, ne ero sicura, ma non capivo proprio chi potesse essere. Gli chiesi chi fosse ma dalla mia bocca non uscì nessun suono. Provai nuovamente ma nulla, neanche un sussurro. Ad un certo punto si inginocchiò per arrivare nella mia stessa posizione e riuscire a guardarmi negli occhi, i suoi così luminosi, i miei in quel momento così bui. Mi fissò per un tempo che a me parve infinito. Poi con una mano iniziò ad accarezzarmi la guancia. Successivamente me la passò fra i capelli, il tutto non spezzando la catena che legava il mio ed il suo sguardo. Mi beai di quei gesti dolci che mi riempivano di calore, che mi tranquillizzavano e mi facevano sentire protetta, come se nulla al mondo avrebbe più potuto ferirmi. Come se i miei problemi si fossero di colpa volatilizzati con un semplice "poof" . Fino a quando non si alzò di colpo, si girò e si incamminò per la sua strada, allontanandosi da me. Lasciandomi sola. Ogni suo passo provocava una stretta al mio cuore. Provai ad urlargi di non andare, di tornare e non abbandonarmi mai più e di proteggermi con le sue forti braccia, ma come prima non un suono.
Nulla.
- No!- urlai svegliandomi bruscamente con gli occhi spalancati.
Mi guardai intorno. Non ero più nell'oscurità. Mi trovavo in ospedale. Il che non era neanche troppo tranquillizzante. Ma almeno lì la luce non mancava. Ero stata portata lì il pomeriggio del giorno precedente dopo l'incendio. Ero svenuta quasi appena arrivata ma poi non si erano più verificati incidenti. Sarei stata dimessa la mattina dopo. Non vedevo l'ora di andarmene per svariati motivi. Il primo era il cibo. Non sto' scherzando. Mi venivano i conati di vomito solo alla sua vista. La minestra era una pappardella verde troppo densa. Sembrava un mostro. Una volta mi era sembrato di vederla muoversi. Qualche volta trovavo dei capelli nel cibo. Non uno. Non due. Erano più di dieci. Li contavo. L'altro motivo era la solitudine. Sì, c'erano gli orari di visita, ma non duravano molto e dopo di essi rimanevo sola. In più l'infermiera non era una grande simpaticona ed anche una scansafatiche. Avrei potuto morire davanti ai suoi occhi e non se ne sarebbe accorta. Che nervi! Poi c'era la noia. Non avevo libri da leggere, con cui senza io non vivo, e passavo la giornata crogiolandomi nel letto. Uffa! In più c'era l'odioso. È così che avevo sopranominato Dean.
Ma se ti ha salvato la vita
Coscienza, vuoi stare zitta?!
Dico solo la verità! Dovresti essergliene grata non dargli soprannomi stupidi!
E gliene sono grata! Sarei davvero una cattiva persona se non lo fossi!
Appunto.
Solo non capisco perchè. Perchè l'ha fatto.
Guarda che magari l'ha fatto perchè è una persona di buon cuore! Non sono tutti come te!
Io sono una persona di buon cuore! Ma non capisco perchè la prima volta che mi vede quasi mi ammazza, poi mi salva la vita. Non ha senso! Deve decidersi se mi vuole morta o no!
Per te hanno tutti doppi fini.
Non ho detto questo!
Più meno questi erano i dialoghi che facevo al tempo con la mia coscienza. Sì, capisco quello che pensate. Come facevamo ad essere così in sintonia? Non lo so nemmeno io. In ogni caso non riuscimmo a finire la nostra pacifica conversazione.
- Signorina, avete visite- mi avvertì l'infermiera.
- mm, va bene- annuì
Appena aprì la porta mi trovai fra le braccia di Emily.
- Stupida, stupida, stupida! Perchè cavolo non me l'hai detto prima?! Dovevi dirmi che quel giorno saresti quasi morta, avrei fatto qualcosa!- mi sbraitò contro tirandomi dei piccoli pugnetti sul petto.
- Emily, come avrei potuto sapere che sarei rimasta coinvolta in un incendio?- le chiesi con un piccola risata mentre le accarezzavo la testa.
- Avresti dovuto essere più prudente! Avresti dovuto...-
Non la lasciai finire e le presi il mento per alzare la sua faccia cosi da poterla guardare negli occhi.
- Emily, sto bene, davvero! Non ti devi preoccupare! Tocca la mia mano. Vedi? Non sono un fantasma sono viva e vegeta! Nulla di rotto. Quindi non stare qui ad urlarmi contro, va bene?-
Lei annuì, poco convinta, e ricominciò ad abbracciarmi. L'infermiera ci interruppe.
- Ehm, c'è una chiamata per lei-
- Chi è?- chiesi
- I suoi genitori-
- Ah, va bene, me li passi-
Non feci neanche in tempo ad avvicinare l'orecchio al cellulare che dovetti allontanarlo subito a causa di un urlo di mia mamma.
- ADDY!-
- MAMMA!- urlai con il suo stesso tono per prenderla in giro.
- Che hai da urlare, è successo qualcosa?!- chiese preoccupata
- Sì, un mostro è venuto a prendermi e mi vuole mangiare, ma con il tuo urlo supersonico l'hai allontanato!- scherzai cercando di usare un tono spaventato.
- Addy Knight, non prendere in giro tua madre!- mi rimproverò scherzosa una voce maschile.
- Johnny Knight, come osa usare quel tono con me!-
- Hey, non siamo qui per questo! Johnny, passami il telefono! Addy, come stai, tutto bene? Come è successo? Perchè eri lì? Come ti sei salvata? Quando? Sei svenuta?-
- Mamma, calma, una cosa per volta! Sto bene non è successo niente! Sono viva!-
- Per poco!-
- Mamma, tranquillizzati!-
- Io sono tranquilla!- chiese con una voce che di più isteriche non ne ho mai sentite.
- Infatti, vedo- risi
- Quando ti dimetteranno dall ospedale?- chiese mio padre tranquillo.
- Domani mattina torno a scuola-
- Bene-
- Ci manchi così tanto Addy!- riprese mia mamma
- Anche voi-
Continuammo a parlare ancora per un po' ma non potevo tenere il telefono oltre un certo limite e li dovetti salutare. Emily rimase ancora del tempo con me ma poi dovette andare a casa.
- Signorina, ci sono altri che aspettano di entrare- disse l'infermiera rivolgendosi ad Emily.
- Va bene, allora vado. Ci vediamo domani a scuola Addy!-
- Certo!-
La salutai per poi fare entrare la persona dopo. Dean. O, come preferivo, l'odioso.
- Hey!- salutò.
- Hey!- ricambiai.
- Cos'è, non ti inginocchi davanti a me per rigngraziarmi?- chiese beffardo
- Neanche se fossi il re in persona!- risposi con un ghigno.
- Ti ricordo di averti salvato la vita!-
Quanto adoro questo ragazzo!
Abbiamo idee decisamente diverse.
- Avrei benissimo potuto cavarmela da sola!- ribattei fingendo indifferenza.
Ma smettila che saresti morta senza di lui!
- Ma smettila, che saresti morta senza il mio aiuto!- rispose lui riflettendo la mia coscienza.
Ho già detto di adorarlo?
.
- Questo lo dici tu!- dissi con aria di sfida.
- Lo dico io ed il tuo corpo che ho dovuto portare in braccio fino all'uscita. Ma lo sai quanto cavolo pesi?-
- Meno di te sicuro-
- Su questo ho molto da ridire-
- In ogni caso io sono magrissima!- affermai inrociando le braccia e guardandolo con superiorità.
- In effetti, con quelle pianure che hai sul petto- rispose malizioso.
Arrossì per un momento ma mi ripresi subito. Non dovevo farmi sconfiggere da lui. Lo ripagai con la stessa moneta.
- Non crederti tanto superiore Dean, che se ti entrasse un Piranha nei pantaloni morirebbe di fame- ribattei sorridendo notando il suo silenzio che però durò troppo poco.
- Come fai a saperlo? Hai per caso guardato?-
- Quindi ho ragione?-
- No, ma mi chiedo come tu possa sostenere questa affermazione-
- Lo immagino e, da come parli, credo che il mio intuito abbia fatto centro-
- Arriva la nuova Sherlock Holmes, attenzione!-
- Grazie, grazie, gli autografi dopo!- dissi con un inchino.
- Io non posso crederci...- disse mettendosi una mano davanti alla faccia.
- A cosa? Alla mia intelligenza superiore alla tua? Dovrai rassegnarti, mi spiace, prova con qualcun'altro-
- Ecco appunto...-
Restammo in silenzio per un po', fui io a parlare nuovamente.
- Posso farti una domanda?- chiesi seria.
- Dimmi pure-
- La prima volta che ti incontrai mi misi attaccata al muro cercando di soffocarmi-
Rise ripensando a quei dolci momenti.
- Successivamente mi minacciasti con un coltello-
- E dissi anche che non era finita lì- sorrise maligno.
- Continuiamo il discorso. Cercasti di uccidermi svariate altre volte...-
-Questo non è affatto vero!-
Come risposta gli lanciai un occhiata che lo zittì.
- E ieri mi hai salvato la vita. Perchè?-
Non rispose subito, prima mi guardò sbalordito. Poi ridacchiò.
- Sono seria!- dissi anche se anche io mi stavo trattenendo dalle risate.
- Tu cosa avresti fatto? Mi avresti lasciato lì a soffocare?-
- Beh no... ma tu mi hai quasi ucciso altre volte! Devi deciderti se volermi viva o morta!-
- Addy, non mi stai simpatica ma non ti odio neanche così tanto dal volerti vedere senza vita. Tu vorresti mai vedere qualcuno in questo modo?-
- Certo che no!-
- Allora dovresti capire benissimo-
- Ma io ti credo una persona spietata e senza cuore!-
- Ah, è così? È questa la tua opinione su di me? Ora sì che mi sento meglio!- scherzò
- Dico solo la verità!-
- Adesso ti ammazzo per davvero!- rise per poi farmi il solletico sulla pancia.
- Ehm... scusate...- ci interruppe l'infermiera visibilmente imbarazzata.
- L'orario di visita sarebbe finito-
- Va bene, arrivo-
Prima di uscire si girò per dirmi un ultima cosa.
- Devi spiegarmi cosa hai fatto per affermare che un piranha nei miei pantaloni morirebbe di fame-
Sorrise e si dileguò non lasciandomi il tempo di ribattere.
Ora avete capito il perchè di quel soprannome?
                                                                               ~
Finalmente mi avevano dimessa dall'ospedale e potevo tornare a scuola. Mi portarono lì prima cosicchè avessi il tempo di preparare il mio zaino con i libri che mi sarebbero dovuti servire quel martedì. Trovai Dean addormentato ed erano già le 7.30! All'inizio sbuffai non sapendo cosa fare ma poi decisi di approfittare della situazione e mi si accese una lampadina nel cervello. Presi il mio astuccio e cercai velocemente il pennarello, poi mi avvicinai lentamente al suo letto e gli scrissi, rapida,cercando di non svegliarlo, sulla faccia. Avevo scritto sulla fronte " Attenzione! Soffro di cretinaggine" poi sulla guancia destra avevo disegnato, provando a farci stare tutto, dei pantaloni con un pesce che sembrava volesse entrarci; e su quella sinistra dei pantaloni da dove spuntava un fumetto con scritto " Non c'è niente!". Vendetta! Volevo aggiungere ancora qualche particolare ma un suo grugnito mi avvertì che si stava per svegliare, così corsi dall'altra parte della stanza cercando di rimanere indifferente e facendo finta di mettere ancora a posto la cartella. Erano le 7.50 quando si svegliò.
- Mmm... ma che... oh, ciao Addy- borbottò con la sua voce roca.
- 'Giorno bella addormentata-
- Sul bella non ci sono dubbi-
- Quindi ora sei femmina?-
- Vado a lavarmi-
- Muoviti-
- Si si-
Credetemi quando vi dico che mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non ridere. Dovetti aspettare un po' prima che ci fosse il botto.
- ADDY!-
Qui non riuscì più a trattenermi, d'altronde come avrei potuto? In un attimo fu fuori dal bagno arrabbiato come non mai.
- E questo cos'è?!- ringhiò indicandosi la faccia.
- Io non vedo niente- risposi con la voce da santarellina.
- Ora non ho neanche tempo per lavarlo per bene! Devo girare per tutta la scuola come uno scemo?-
- Direi che non cambia nulla, lo sei sempre stato-
- Sai cosa intendo!-
- Dean,vuoi muoverti si o no? Devi ancora fare colazione!- lo rimproverai quasi ridendogli in faccia.
- Io ti...-
- Muoviti! Su su, scattare, scattare!-
Purtroppo per lui sapeva che avevo ragione e dovette finire lì il discorso per correre in mensa. Quanto ero felice! Presi la cartella e uscì dalla camera per poi aspettare le mie amiche all'entrata, ancora chiusa. Dopo pochissimo vidi in lontananza Emily, Lindsday e Molly che anche loro si accorsero di me e si fiondarono davanti alla porta per poi sbatterci i pugni ed urlare di aprire. Quando finalmente poterono entrare mi abbracciarono.
- Credo di essere dimagrita di tre chili da tutti gli abbracci che ho ricevuto- risi
- Non lamentarti, hai scoperto una dieta veloce!- disse Molly
- Hai ragione, la farò conoscere al mondo intero e diventerò milionaria! Anzi, miliardaria!-
- Adesso stiamo divagando- sorrise Lidsday
- Cosa abbiamo alla prima ora?- chiesi cambiando argomento.
- Storia- sospirò Emily seguita da un finto conato di vomito di Lindsday.
- Dai, non fate le drammatiche!-
- Non sono drammatica, sono realista! Ma l'hai vita la prof? È identica all'omino Michelin! È una sosia!-
- In effetti- dissi io.
Mentre ci stavamo avviando in classe vidi Dean che si copriva, cercando di non farsi notare, la faccia. Anche lui mi notò e con un'espressione che sembrava quella di un cane rabbioso, mi fece il segno del taglio alla gola per poi indicarmi. Come risposta feci finta di tremare per poi scandire con la bocca " Che paura!", lui rispose con un "dovresti". Il nostro dialogo muto venne interrotto da Lindsday.
- Ma che ha in faccia Dean?- chiese curiosa.
-  Non lo so. Perchè non lo chiediamo direttamente a lui?- risposi maligna senza aspettare che mi rispondesse.
- Dean!- urlai sventolando una mano correndogli poi incontro trascinando la mia amica con me.
- Addy io non...- balbettò Lindsday impaurita.
- Lindsday voleva sapere come mai ti stessi nascondendo il volto. Hai per caso qualcosa sulla faccia?- chiesi con un ghigno. Prima di rispondere  mi guardò in un modo che se non fosse stato per la situazione esilarante mi sarebbero tremate le gambe.
- Per mia sfortuna non ho potuto saltare lezione perchè se avessi bigiato un altro giorno di questo mese mi avrebbero sospeso. Ma ride bene chi ride ultimo cara Addy-
Finito questo suo teatrale discorso si dileguò, se vogliamo usare parole misteriose tanto quanto il suo commento, ed io mi ritrovai soddisfatta affiancata da Lindsday che, dopo essere rimasta scioccata e confusa incrociò le braccia al petto e mi guardò severa.
- Tu mi devi spiegare qualcosina, non credi?-
- Non so' proprio di cosa tu stia parlando-
- Addy...-
- Mi stò solo godendo un piccolo piacere- risposi misteriosa con un piccolo sorriso
- Lasciamo perdere... è troppo tardi per decifrare i tuoi messaggi in codice, dobbiamo correre a lezione-
- Esattamente!-
                                                                             ~
- Dean, potresti alzare la testa e prestare attenzione? Non è educato rimanere con il volto nascosto dalle braccia. Guarda verso la tua insegnante!-
L'odioso era rimasto tutte le ore fino a quel momento con la faccia appoggiata sul banco e circondata dalle sue braccia incrociate. Quanto godevo! Inutile dire che non ascoltai una parola quel giorno di ciò che venne spiegato. Ero troppo impegnata a ridere sotto i baffi e a rimanere soddisfatta della mia vittoria.
- No- rispose con la sua solita arroganza.
- Invece sì se non vuoi venire sospeso. E, caro il mio ragazzo, di sospensioni ne hai già avute fin troppe- ribattè la prof. con un ghigno che si stava facendo strada sul suo grasso volto. Purtroppo sapeva che l'avrebbe fatto davvero se non avesse obbedito ai suoi ordini. Così, sempre cercando di coprirsi i suoi meravigliosi tatuaggi, alzò leggermente il capo tanto quanto bastava per riuscire a guardare al di fuori della sua barriera.
- Meglio. Ora possiamo continuare-
- Preferirei di no- sussurrò lui facendosi sentire dalla prof. apposta, la quale si girò di scatto con il viso paonazzo dalla rabbia.
- Come hai detto scusa?!-
- Nulla-
- Non mi prenda in giro signorino White, che ci metto poco a metterlo nei guai!-
- O mamma mia, ora sì che ho paura! Le prometto che, per farmi perdonare, le prescriverò una dieta migliore di quella che prende ora che, a quanto pare, non funziona-
Dopo questa promessa nella classe si levarono piccole risatine qua e là che fecero arrabbiare ancora di più la prof. facendola quasi tremare. Ma non potè fare niente perchè la campanella salvò il ragazzo rimasto impassibile durante tutto il discorso.
- Questa volta la fai franca, ma non la passerai liscia-
Detto ciò uscì dalla classe sbattendo i piedi per terra.
- Quel ragazzo passerà brutti guai se continua così- sospirò Molly
- Ci sarà abituato, non mi immagino neanche quanto possa essere grande il numero delle volte in cui è stato bocciato- risi io con disprezzo.
- Il numero è pari a zero, se proprio vuoi saperlo-
In quel momento pensai realmente di non avere sentito bene. Dovevo non aver sentito bene!
- Puoi ripetere, non ho capito-
- Invece hai capito benissimo. Non è mai stato bocciato-
Adesso ero sicura di avere capito. Ma non riuscivo proprio a pensare che fosse vero.
- Ma una cosa del genere è...impossibile!- disse Emily
- Invece sembra proprio sia possibile. È quel che è successo-
- Ma come ha fatto a non venire mai bocciato! Con quel suo caratterino!-
- Allora...- iniziò Lindsday
- Racconto io, racconto io! Adoro raccontare vicende misteriose!- la interruppe Molly entusiasta.
- Molly, non è una vicenda misteriosa-
- Dipende dai punti di vista!-
- Eh va bene, racconta- sospirò Lindsday
- Sediamoci. Bene, tutto iniziò l'anno scorso. Dean era entrato in questa scuola all'inizio della terza. Sì, anche lui è quasi nuovo. All'inizio si era presentato come un normalissimo studente, chiaccherava, studiava, si comportava normalmente, insomma nulla di strano. Tutte le ragazze lo adoravano per la sua bellezza e quando giocava a basket, eh già giocava e gioca tutt'ora, da quel che so', tutte facevano gridolini di gioia nel vederlo in divisa o a petto nudo durante gli allenamenti e le partite-
Feci finta di vomitare nel sentire questa notizia creando qualche risata zittita poi dall sguardo gelido di Molly.
- Non bisogna mai interromperla quando racconta gossip o, come dice lei, vecende misteriose- mi avvertì con un sussurro Lindsday.
- Capisco...-
- Continuiamo. Questa storia continuò per un mese circa, anche meno; fino a quando non si scoprì che nello studio era un vero genio! Iniziò a collezionare dieci su dieci, infatti i voti che vedete sulle sue verifiche adesso sono nulla in confronto a ciò che erano in passato. A venire a galla non fu solo la sua genialità ma anche il perfetto carattere. Oggi vedete un Dean scorbutico e maleducato, ieri era gentile, disponibile, generoso, insomma, la perfezione stessa. I ragazzi divennero anche gelosi di lui ma nessuno riusciva ad arrabbiarsi realmente. I gridolini delle ragazze si fecero sempre più acuti e le occhiate da casca morte che riceveva ogni due per tre le ricambiava con sorrisi abbaglianti. Tutto l'anno si riempì di dieci, sorrisi, vittorie della squadra di basket e molti altri avvenimenti felici. Poi ci fu il botto. La scuola era quasi finita, mancava pochissimo alle vacanze. Quel giorno Dean tirò un pugno ad uno studente-
- Perchè?- chiese Emily
- Non si sa' di preciso. Il ragazzo gli chiese se poteva prestargli una penna e di punto in bianco si ritrovò con un livido sulla guancia-
- Di per sè la cosa è esilarante-  dissi io abbastanza sconcertata.
- Già, ma non lo è se ti capita realmente. Da quel momento Dean divenne antipatico, rabbuiato e permaloso. Non venne bocciato perchè la rappresentante di classe, di cui lui era il cocco, convinse gli altri prof. che fosse solo un brutto periodo e così la passò liscia. Ma ora quella santa ha cambiato scuola e se continua così la sua bocciatura è assicurata-
Rimanemmo zitte per un po'immersi nei nostri pensieri. Non avrei mai immaginato...questo. Come può una persona da gentile ed educata trasformarsi in scorbutica e maleducata. Così di colpo. Non ha alcun senso! Anche se in fondo fino a quel momento con quel ragazzo nulla aveva mai avuto un senso. Non ci capivo niente! Continuando a pensare però mi venne in mente che conoscendolo meglio qualche lato positivo l'avevo trovato. Non che lo frequentassi come se fosse un amico di vecchia data, lo conoscevo da un mese circa, forse anche meno. Ma qualche volta, se non raramente, mi era sembrato quasi... simpatico.
Ti ricordo che ti ha salvato la vita!
Quelli sono dettagli.
Tu chiami questo "dettaglio"?! Devi rivedere le tue priorità.
Non sei tu che devi dirmi quali sono e quali non sono dettagli!
Sono la tua coscienza! È questo il mio lavoro!
Quelli sono...
Dettagli?
Già
Immaginavo...
Dovevo saperne di più. Non è possibile che ad una persona un giorno gli giri di tirare pugni a caso. Normalmente non sono quel tipo di persona che ficca il naso negli affari altrui ma questa situazione ormai mi aveva presa e dovevo andare fino in fondo.
Sicura di non essere quel tipo di persona?
Vuoi stare zitta?!
...Mi hai offesa.
Scusa...
Dovresti.
Ma come potevo saperne di più? A chi avrei dovuto chiedere...pensa...pensa... Ah sì! Luke, Edwyn ed Aaron! Loro sì che avrebbero saputo darmi risposta! Prima ancora che avessimo ricominciato a parlare mi fiondai alla loro ricerca lasciando le altre imbambolata intente a guardarmi stranite.
Sei davvero sicura di non essere quel tipo di persona?
Va bene, forse quando la situazione diventa interessante un po' lo sono...
Solo un po' eh?
Li trovai in biblioteca a chiaccherare invece di studiare, ovviamente. Mi avvicinai a loro ansimante.
- Addy, tutto bene? Ma che hai?-
- Ti senti male?-
- No...-
- Meno male. Comunque, ben tornata!- Disse sorridente Edwyn.
- Grazie, ma non è il momento- dissi seria
- Oh, come mai?-
- Devo chiedervi una cosa, so' che potrei sembrarvi una ficcanaso ma è importante-
- Dicci pure-
Gli raccontai tutto quello che avevo saputo da parte di Molly e qualche volta durante il discorso si lanciavano sguardi preoccupati. C'era qualcosa sotto tutta questa storia. Ne ero sicura. Quando ebbi finito di parlare gli esposi la domanda.
- La mia domanda è: perchè. Perchè di colpo è cambiato così profondamente. Non vi chiedo questo solo per semplice curiosità, voglio aiutarlo- dissi convinta.
- Aiutarlo?- chiese sorpreso Aaron
- Sì-
- Perchè?- chiese Luke
- Perchè non credo che una persona un giorno si svegli la mattina e decide di diventare un'altra persona. Se succede è perchè qualcosa turba questa persona. E normalmente si ha bisogno di aiuto. Per quanto possa odiarlo sono sempre una persona e posso aiutare anche lui-
Ma come siamo premurose
Non è il momento.
- Quindi, mi spiegherete cosa è successo?-
- Perchè noi dovremmo saperlo?-
- Non lo sapete?- chiesi io scettica.
- No- rispose Luke ovviamente mentendo. Gli lanciai un'occhiata per fargli capire che non gli credevo minimamente.
- Lascia stare, ha capito benissimo che conosciamo la storia- sospirò Edwyn
- Già. Quindi?- chiesi
- Non saprei...-
- Non credo che a Dean andrebbe bene-
- Ovviamente no-
- Ma un aiuto gli farebbe comodo-
- In effetti...-
- Che dite, gli spieghiamo tutto?-
- Addy, lo aiuterai davvero?- chiese Aaron questa volta rivolgendosi a me.
- Sì-
- Sicura?-
- Ragazzi, farò il possibile. Lo farei per chiunque. In più lui mi ha salvato la vita, devo ricambiare-
Prima di rispondere si lanciarono un occhiata veloce seguita da un loro cenno del capo per annuire.
- Bene, Dean ci ucciderà. Ma ne vale la pena-
- Cerca di non dirgli che te lo abbiamo detto noi!- disse scherzando Edwyn.
- Oh, tranquilli. Lo so' già- rispose una voce ferma e glaciale, piena di rabbia. Ci girammo e quel che vedemmo fu un Dean infuriato con le nocche bianche dalla stretta dei pugni troppo forte.

un vampiro come coinquilinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora