PARTE 19

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-Okay, adesso è ora che tu scopra finalmente la verità Celine- 

-Ma prima voglio che tu sia sincera con me. Quando è stata l'ultima volta che sei entrata in contatto con Eve?- 

Perchè dovrei rispondergli? 

-Perchè se non sarai sincera con me, potrei non esserlo nemmeno io con te. Potrei tenerti all'oscuro di cose che troveresti interessanti e utili nelle tue condizioni.-

Che bastardo... e se ti tiro un calcio sugli stinchi che fai? Mi sculacci

Rimugino tra me e me.

-In quel caso ti faccio rinchiudere in una delle stanze fin quando non ti riterrò più un pericolo. Smettila di giocare con me. Ne ho visti molti di ragazzi usciti dalla DPC testoni, ma tu- dice puntandomi addosso i suoi magnetici occhi e un dito  -tu sei di certo la più problematica. E ora rispondimi.- dice con voce perentoria.

Si nota lontano un miglio che è abituato a comandare. E' maleducazione mettersi a  frugare nelle menti altrui, lo sai vero?

-Celine, la mia pazienza ha un limite- continua ancora.

Sbuffo contrariata. 

E' inutile mentire eh?

-Circa due settimane, o giù di lì, non ricordo con esattezza- in effetti è vero, non mi ricordo l'ultima volta che Eve si è messa in contatto con me.

Samuel continua a guardarmi con i suoi occhi indagatori, e quando inizio a non poterne più del suo sguardo addosso, si volta e armeggia con i pannelli.

Come nella DPC, essi si avviano, attivando imponenti schermi tridimensionali. La definizione non è poi delle migliori, come era da aspettarsi d'altronde; ma bisogna ammettere che questi tizi dal nulla hanno tirato fuori artiglieri e tecnologie non indifferenti.

Quando finalmente Samuel se la smette di far apparire e scomparire immagini creando nella stanza un vivace caleidoscopio di luci che mi irritano maggiormente, guardo attentamente l'ultimo fotogramma che è sospeso di fronte a noi.

E' una foto. Non ha proprio l'aria di essere stata scattata  il giorno prima, ne tanto meno con unno degli apparecchi moderni.

L'immagine ritrae tre persone sorridenti fasciate da abiti eleganti. Sono due uomini e una donna posta in mezzo ai due e seduta su una sedia da ufficio.

Due di loro mi risultano stranamente familiari. Guardando attentamente mi rendo conto che la donna con i lunghi capelli sciolti sulle spalle esili non è altro che Eve.  

Non sembra nemmeno lei, tanto è giovane e solare. Poggia le mani ben curate su un pesante tavolo nero, e una di esse è coperta dall'uomo alla sua destra. 

Anch'egli sorride, ma a differenza degli altri due, lui guarda in giù vero Eve. So di conoscerlo, ma non riesco a capire chi sia.

Il terzo invece è il più anziano dei tre. Avrà una settantina di anni a guardarlo, ma l'età non intacca minimamente la sua postura fredda e impeccabile.

-Li riconosci?- mi riscuoto e mi volto leggermente verso il mio carceriere.

-Riconosco Eve. Quello alla sua destra mi sa familiare, il tizio più vecchio non ho idea di chi sia. Non riesco proprio a vedermela Eve con i capelli sciolti, li porta sempre così severamente legati e poi non sorride mai. Mmm, forse mi sono sbagliata. Forse non è lei- 

-No, è lei. Diciannove anni fa era così- dice guardano la foto con un misto di nostalgia.

-Quello alla sua destra sono io, e quello alla sua sinistra è suo padre il signor Looner. Carter Looner. Vedi Celine, questa è stata la prima foto dei tre Creatori della DPC.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2017 ⏰

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Celine. Storia di un esperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora