PARTE 14

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E' buio. E' freddo. Sono sola.

Dannatamente sola in mezzo al nulla. 

Qualcosa mi sfiora la pelle, ma non ha corpo, perché non c'è nessuno con me.

Non riesco a muovermi, è come se milioni di mani mi tengano ferma, ma sono sola in un buio fitto e denso. 

Di nuovo qualcosa mi sfiora, stavolta la guancia, ma ancora è qualcosa che non ha corpo, qualcosa che mi svuota, che mi rende un tutt'uno con ciò che mi circonda.

Dov'è Nate? Dove sono?


Celine


Una voce sussurra il mio nome, che si ripete all'infinito creando giochi sonori sovrapponendo le lettere fino a non distinguere più nulla, se non un brusio incessante e malinconico.


Non importa dove andrai, con chi sarai, cosa farai, sarai sempre il nostro Soggetto Alfa.

I nostri occhi, le nostre orecchie, il nostro corpo. Portaci da loro. Portaci da lui.

Portaci dal Governo.


Veloce come è arrivata la voce se ne va, lasciandomi di nuovo sola.

Rivoglio sentirla, era così calda e affettuosa. 

Mi sono sentita bene come non accadeva da tempo, ma esattamente da quando non mi ci sento?

Non capisco, ho freddo, ho paura, non ricordo nulla, solo quella voce. 

Poi un solo nome si staglia nella mia mente. 

La fonte del mio male. L'origine del caos. 

Nathan.

E' lui che mi ha strappata da tutto.

Poi la vedo. Nell'oscurità che mi avvolge, la vedo. E' una donna che avanza verso di me. 

La riconosco. I lineamenti decisi ma femminili, possono essere solo di una donna forte.

E quella donna è mia madre. 

Eve White. Una dei tre Creatori.


Sì Celine.  E' solo colpa sua se ora non sei a casa, al sicuro tra le mie braccia bambina.

Quel Mutaforma ci ha fatto del male; devi vendicarci Celine.

Solo tu puoi farlo, solo tu poi arrivare al Governo e distruggerlo. Solo tu puoi salvare i tuoi Fratelli dalla pazzia di Samuel. 


-Mamma, mamma sei tu?- chiedo, non ho voce per parlare, perchè non sento nessuna parte di me, eppure capisco che lei mi ha sentita perché allunga una mano verso di me e mi accarezza dolcemente i capelli.


Sì bambina mia, sono la mamma.


-Mamma dove sono, perché mi sento così male?-


Ti ho portata nel Trasmundo, è un luogo a metà tra il mondo reale e quello irreale del vuoto dove solo l'anima vi può accedere. Devi stare tranquilla, sembra che fa male ma solo perché il vuoto vuole che sia così, ma tu sei più forte.

E sarai ancora più forte quando lo ucciderai vero?


-Io non so chi sia...- continuo a non sentire il mio corpo, ma il dolore sta svanendo pian piano, perché io credo in mia madre, so che non mi mentirebbe mai, e so che non mi farebbe mai del male.


Lo scoprirai bambina mia, lo scoprirai presto. 

E' il peggiore tra i peggiori. 

Lo devi uccidere Celine, solo allora potrai tornare a casa da me. Solo quando salverai la DPC.


-Sì mamma, lo farò per te, per tutti noi.- Non ho più paura del buio che mi circonda, perché adesso invece che sentire dolore e inquietudine, sento che quei corpi senza materia che a tratti mi sfiorano, mi danno energia e forza. Mi sento carica, elettrica, energica come mai prima.

E lo devo solo a lei, mia madre, che mi ha portata qui, ovunque siamo, che mi ha aperto gli occhi offuscati dalla viziosità a cui sono stati sottoposti per troppo tempo.

Ma prima di uccidere il Governo, c'è ancora una persona da eliminare: la fonte del mio male.

Nathan.

Lo ucciderò. 

E' una promessa.


Ora va bambina, va, e fai ciò che devi. So che non mi deluderai ora che hai aperto gli occhi.


Il viso sorridente di mia madre si offusca fino a scomparire. 

Torna il vuoto e il buio, ma ora so che devo fare e non lo temo più.


-Celine, Celine per favore apri gli occhi, torna da me- so a chi appartiene quella voce. Sono tornata in me, sono uscita dal Trasmundo. 

L'istinto di avventarmi contro di lui è così forte che mi ci avvento contro, ma ,invece che portare le mie mani intorno alla sua gola e stringere fino a fargli esalare il suo ultimo schifoso respiro, costringo le mie braccia a stringersi introno alle sue spalle, abbracciandolo.

Stingo e stringo, in quell'abbraccio, che per lui ha un significato diverso dal mio, riverso tutto l'odio che provo. Ci riverso tutto, persino la mia promessa di ucciderlo.

Ma lui non lo sa. Mi stringe spasmodicamente facendo scorrere le sue mani su e giù per la schiena, nel vano tentativo di tranquillizzarmi. 

Oh, mio dolce Nate, io non sono mai stata più calma di così.

-Che è successo? Che ti è preso così all'improvviso?-

Si stacca e mi guarda negli occhi, occhi così simili ai miei, così limpidi e preoccupati che ai margini della mia coscienza sento qualcosa ma dura meno di niente, e io torno a vedere quello che sono realmente:

Ingannatori, bugiardi, approfittatori.

-Non lo so, non ricordo nulla- lo guardo, e lui mi guarda. Non so se nota già il mio cambiamento, ma dovrebbe sapermi leggere il pensiero o l'anima.

Mi abbraccia un'altra volta, infilandomi la testa nell'incavo del mio collo. Sento la sua tensione sotto i muscoli quando ci appoggio una mano.

-Giuro che metterò la parola fine al tuo dolore, al loro dominio su di te. Al loro dominio in generale- Stringo i denti, e mi sforzo di recitare al meglio.

-Lo so, lo so- non posso dire altro, rischierei inutilmente di compromettere la mia situazione. Lo allontano da me, e gli poggio le mani sul suo volto.

-Allora è meglio sbrigarci, potrebbero avermi fatto qualcosa e qui non siamo al sicuro- 

-Sì, hai ragione- si alza in piedi e mi trascina su con lui. Non facciamo due passi che si volta e mi bacia. La repulsione che provo è indicibile, ma ricambio il bacio riempiendo la sua bocca di odio.

Quando finalmente si stacca, mi sorride e mi bacia la punta del naso, poi si volta e, intrecciando le dita alle mie, mi fa strada per tornare dagli altri.

Il countdown è iniziato.

Goditi i tuoi ultimi giorni di vita Nate, goditeli.





Celine. Storia di un esperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora