Allyson's povLa strada che dal parco portava a casa non era molto lunga, ma il cielo stava cominciando a scurirsi e siccome non ero una grande amante del buio mi affrettai a raggiungere la mia destinazione.
Nel tragitto, pensai a quello che William mi aveva raccontato. Sembrava quasi impossibile che circa due giorni prima quel ragazzo mi fosse piombato davanti, dandomi l'impressione di essere la persona della quale fidarsi il meno possibile, mentre quel pomeriggio si fosse dimostrato tutto il contrario; come se l'atteggiamento imperturbabile e da duro fosse solo una maschera. Probabilmente lo era davvero. Più pensavo a lui e più mi sentivo strana, ma non in senso negativo. Era certamente un bel ragazzo e il modo in cui mi aveva parlato mi aveva in un certo modo ammaliata....tu sei mia Ally...
Scrollai quei pensieri dalla testa, non potevo provare dei sentimenti per lui; restava il fatto che lo conoscevo da pochissimo tempo, malgrado fossi al corrente della sua storia. Un paio di occhi blu non erano una buona scusa per cadere fra le sue braccia.
Mi riscossi dalle mie considerazioni e notai di essere arrivata davanti a casa. Aprii la porta e quando oltrepassai l'uscio mi aspettai di sentire arrivare Dionne di corsa per salutarmi o almeno per chiedermi come fosse andato il mio primo giorno di scuola e perché non fossi tornata per pranzo.
Quello che sentii, però, non furono né risate né domande interessate. Margaret, la mamma di Dionne, stava posando il cellulare su un mobile e a prima vista capii subito che aveva finito di piangere da poco, perché aveva le guance umide e gli occhi rossi. «Maggie, cosa succede? Stai bene?» Lei mi guardò, con le lacrime che minacciavano di uscire nuovamente e poi mi disse: «Ho chiamato la polizia. Dionne è scomparsa.»Quella notte dormii sì e no due ore, ma il sonno fu pieno di incubi. Come poteva essere altrimenti? La mia migliore amica si trovava chissà dove e io ero lì, sdraiata sul letto, senza i mezzi per fare qualcosa. Avevo provato a chiamarla decine e decine di volte, ricevendo sempre una risposta solo dalla segreteria.
Prima di "andare a dormire", tentai di calmare Margaret per come potevo e non appena vidi che si era calmata un attimo e aveva chiuso gli occhi ero tornata in camera mia, pur sapendo alla perfezione che si sarebbe svegliata nel giro di qualche minuto, in preda all'ansia.
Il temporale che infuriava fuori non migliorava senz'altro la situazione.
Fu un tuono a svegliarmi di soprassalto e automaticamente cercai la mano di Dionne. Quando eravamo bambine era normale per noi dormire insieme se una delle due andava a casa dell'altra, e se c'era un temporale ci stringevamo e sentivamo meno la paura. Con il tempo, sebbene fossimo cresciute, mantenemmo quest'abitudine e quando io mi trasferii a Liverpool con mia mamma ci misi un bel po' a pensare che, anche se lei non era vicina a me fisicamente, occupava lo spazio più grande del mio cuore e ciò mi bastava a tranquillizzarmi in circostanze poco piacevoli.
Quella notte neanche il pensare a lei mi calmò e non trovarla vicino a me,sapendo che poteva essere in pericolo, mi provocò un'irrefrenabile crisi di pianto. Piansi in silenzio per non farmi sentire da Margaret e mi coprii il più possibile con la coperta, rannicchiandomi contro il cuscino, come se un semplice pezzo di stoffa potesse isolarmi dalla realtà.
Rimasi in quella posizione almeno per dieci minuti e quando mi accorsi che le lacrime mi avevano permesso di scaricare buona parte della tensione, sentii dei colpi leggeri alla finestra. Non poteva essere solamente la pioggia, quindi mi alzai lentamente sgranchendomi le gambe; mi avvicinai alla finestra e vidi una figura scura che guardava verso di me. Ero già pronta a prendere il telefono e chiamare la polizia quando, grazie al bagliore della luna, riconobbi il viso quasi etereo dell'individuo. William.Nessuno di noi due può vivere senza l'altro...
A gesti mi chiese di aprire la finestra perché voleva salire.
In qualunque altra situazione e con qualunque altra persona avrei probabilmente chiamato il 112 in meno di mezzo secondo, ma in quel momento qualcosa mi disse che potevo fidarmi. Aprii la finestra, ignorando la pioggia che cadeva sul pavimento e William, saltando dal ramo dell'albero su cui si era arrampicato,si appoggiò prima sul davanzale e poi toccò terra senza fare rumore. Era bagnato fradicio ovviamente, ma trascurai il fatto che l'acqua che gli colava di dosso stava lentamente formando una pozza sul pavimento. Mi guardò per un attimo, respirando affannosamente, come se avesse corso. Eravamo così vicini che potevo sentire una specie di energia emanata dal suo corpo. Lui non disse niente, mi prese semplicemente fra le sue braccia e senza avere il tempo di pensare di non farlo, tornai a piangere. Sentendomi singhiozzare, William mi strinse ancora di più, facendomi sentire al sicuro nel modo in cui,solitamente, solo Dionne era capace di fare.
Dionne... era per quel motivo che lui si trovava nella mia stanza, lui sapeva.
Dimenticai le parole che mi ero detta nella mente poche ore prima, ovvero che per me era poco più di uno sconosciuto e che le modiche ore passate insieme non potevano significare nulla per lui. Solamente grazie a quell'abbraccio mi fece capire che ovunque fossi stata, lui mi avrebbe affiancata, per aiutarmi e sostenermi e io avrei fatto lo stesso. Sempre.Non posso evitare di starti accanto.
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Buon salve cari! (๐^.^๐) (se preferite che vi dia un nomignolo carino ditemi voi quale ve gusta más; non so, penso sia una cosa dolce avere un nome per i propri lettori, un po' come se apparteneste ad un fandom♥)
Come promesso, sono riuscita a pubblicare prima di quanto credessi un nuovo capitolo; ho visto anche che siamo arrivati a 205 letture e... WOW! Non potrò ringraziarvi mai abbastanza, perché sto realizzando uno dei miei tanti sogni ed è solo grazie a voi♥
Come dico sempre, lasciate un commento, se vi va, per farmi sapere cosa ne pensate ^▪^ ...and...keep voting hahaha
Buona serata a tutti♥
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Accadde un Mattino |#Wattys2016|
Vampire● William era di fianco a me, ma seduto a terra. Aveva lo sguardo perso e non sembrava così desideroso di lasciare quel posto, come invece lo erano gli altri, che non la smettevano di camminare avanti e indietro. <<William, a cosa pensi?>&g...