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Dionne's pov

Quel mattino fu uno dei più strani della mia vita. Non so spiegare la sensazione che provai svegliandomi, ma ero certa che non fosse nulla di buono. La più strana però era Allyson. Appena sveglia, non la trovai nel letto accanto al mio, e non era neanche nelle altre stanze della casa. Pensai che fosse uscita, ma dov'era andata? Aveva anche lasciato a casa il cellulare.
Dopo quasi due ore che non si faceva vedere ero uscita a cercarla; la trovai svenuta su un marciapiede davanti ad un bar mai frequentato, in una via nella quale non passava praticamente nessuno. <<Ally!>> Chiamai subito mia mamma che mi aiutò a portarla a casa. Sapevo che Allyson era sempre stata una ragazza particolare, ma per quanto lo fosse ero sicura che non sarebbe mai uscita per andare in un posto come quello.

<<Ora spiegami cosa ci facevi in giro alle sette del mattino, in quel posto.>> Ero seduta di fianco a Ally e stavo cercando di farmi dare delle spiegazioni. <<Te l'ho già detto: volevo cercare quei ragazzi di cui ti ho parlato. Ne ho incontrato uno, che mi ha detto di essere un vampiro.>> <<Smettila con queste stupidaggini. Quando sei svenuta avrai battuto la testa e ora stai delirando>> Voleva convincermi di una cosa che era logicamente impossibile. Sì, i vampiri esistevano ma solo nei film horror e nei libri per ragazzine. <<Sei troppo realista Dionne. Ti sto dicendo la verità!>> <<E' proprio perché sono realista che non ci credo. Senti, noi siamo amiche giusto? Possiamo ridere e scherzare finché vuoi ma così è troppo. Ora riposa, io esco un attimo con mia mamma a prendere due o tre cose che ci servono.>> Magari se l'avessi lasciata un po' da sola si sarebbe schiarita le idee. Di certo la persona che avevo davanti non era la Ally che conoscevo. <<Torniamo tra poco.>>
Per fortuna la pioggia aveva cessato di cadere, ma il freddo restava pungente.

Avevamo percorso si e no un chilometro quando la macchina si fermò; ci trovavamo vicine al punto in cui avevo ritrovato Allyson quella mattina... <<Ti prego muoviti, muoviti!>> Era esilarante guardare mia mamma che schiaffeggiava il volante dell'auto, credendo di far ripartire l'auto. <<Mamma calmati!>> dissi con un sorriso <<Non riparte comunque anche se fai così. Tu cerca di rimetterla in moto, io vado a piedi, non è lontano.>> Odiavo ammetterlo, visto che era tutto il pomeriggio che cercavo di persuadere Ally da questa folle idea, ma dentro di me avrei voluto davvero trovare quei due sconosciuti. Forse era solo invidia o forse ero semplicemente curiosa, c'era solo una cosa che mi spaventava; non sapevo fin dove mi avrebbe condotta questa mia curiosità.
Avevo perso il conto dei metri che avevo fatto, ma poco importava perché il negozio in cui mi sarei dovuta recare era chiuso. Strano... non era un giorno di chiusura.
Subito pensai di tornare da mia mamma, con la speranza che fosse riuscita a far ripartire la macchina, ma poco prima di svoltare l'angolo che mi separava da lei, qualcuno mi afferrò il polso. Mi voltai di scatto e vidi un ragazzo. Era altissimo, tanto che dovetti alzare totalmente la testa per poterlo guardare negli occhi. <<Ma che cosa...? Cosa vuoi da me, chi sei?>> <<Non cercare di far finta di niente, tu lo sai chi sono io.>> <<Ma vattene! Chi ti conosce!>> "Ti dico la verità! Erano due persone stranissime. Uno, se non ricordo male, era riccio..." In quel momento mi ritornarono alla mente le parole di Ally, il primo giorno che l'avevo rivista. In effetti il ragazzo che mi trovavo di fronte aveva i capelli leggermente mossi, ma chissà quanti ce n'erano come lui al mondo. E proprio io dovevo trovarlo? <<Non cercare di sfuggirmi Dionne, più tenterai di trovare una via d'uscita più questa si allontanerà da te. Ti consiglio di fare attenzione; se cerchi di scappare da me, aumenti solo la mia voglia di poterti avere tutta per me, e sai cosa intendo. Adesso che ci penso potrei anche lasciarti scappare, se questo sarà il risultato.>> Cominciava a mancarmi il fiato, il cuore per poco non mi usciva dal petto. Senza un apparente motivo iniziai a piangere. Non ero mai stata una ragazza paurosa, tanto meno mi sarei fatta spaventare da un tipo come quello. Sì insomma, generalmente avrei saputo come affrontarlo. <<Cosa succede? No, non piangere...>> Si avvicinò lentamente a me e asciugò le mie lacrime con un dito. Il ragazzo pervertito che si era mostrato poco prima sembrava aver lasciato posto ad una persona dolce, sensibile. Pochi istanti dopo dovetti ricredermi. <<Cosa vuoi da me?!>> <<Semplicemente farti mia, più di quanto tu non lo sia già.>> Venni avvolta da una nube nera, l'oscurità era ovunque. Ora si che iniziavo ad avere paura. In preda all'ansia, presi la testa tra le mani e mi sedetti sui talloni a ridosso di quello che poteva sembrare un muro di pietra. Com'era possibile che nessuno fra tutte le persone che passavano in quel viale vedesse ciò che vedevo io?
Nessun'altro suono oltre al pulsare del mio cuore e a un lontano stillicidio d'acqua. Ma dov'ero finita? Era tutto nella mia testa, non era reale... Eppure le pareti che mi circondavano erano vere. <<Ora se vuoi scappare puoi farlo, qua avrai tanto da correre e io non aspetto altro che trovarti.>> Quella costruzione, qualunque cosa fosse, doveva essere immensa: un labirinto di pietra senza fine, con muri che parevano spostarsi e cambiare forma. Mi ritrovai a vagare lungo corridoi, oltre vecchi arazzi sbiaditi, scendere infinite scale a chiocciola. Sentivo delle risate, che non riuscivo a distinguere dal malizioso e il crudele, ma facevano comunque venire la pelle d'oca.
Sapevo di non potermi fidare di quel ragazzo, ma se avessi dovuto scegliere tra l'addentrarmi in altri corridoi oscuri e tornare alla flebile luce di partenza avrei scelto quest'ultima soluzione.

Così cercai di tornare sui miei passi, ma le tenebre mi assediarono. Avrei trovato la calma, contando fino a diecimila, poi sarei riuscita a trovare la strada per tornare indietro. Quando arrivai a ottantasette i miei occhi si erano già abituati all'oscurità e la stanza mi appariva più definita. Quando cercai di appoggiarmi ad una parete sentii qualcosa di appiccicoso e freddo: era sangue. Gridai, così forte da stordirmi. Dalla penombra vidi una figura avvicinarsi. <<Te l'avevo detto che ti avrei trovata.>> Non potevo vedere chiaramente il suo viso ma quelli che scintillarono non furono i suoi occhi. <<T-tu sei un vampiro...>> Allyson aveva ragione, fin dall'inizio. E io non le avevo creduto.
In un centesimo di secondo me lo ritrovai alle spalle: mise una mano sulla mia pancia, alzando lentamente la mia maglia. Chiusi gli occhi, mi morsi il labbro e allontanai la paura. <<Forse avrei dovuto capire prima che non ti importava molto di me come persona.>> <<Astuta. Ti garantisco che mi importa molto di te, ci credi se ti dico che ti amo più della mia stessa eterna vita?>>
Stava cercando di togliermi la maglietta. <<No ti prego, fermati...>> <<Non puoi dirmi che non ti stai divertendo però. Perché dovremmo finirla qua?>> Mi fece voltare e posò le sue labbra sulle mie. <<Ora sono io a pregarti: non ti farò del male, ti sembrerà di sentire come un pizzicotto e nulla di più>> <<Ma che vuoi fare?!>> <<Voglio condurti al tuo destino, anche se per questo sarò dannato. So che non dovrei farlo, ma tanto ho tutta una vita davanti e anche di più per pentirmene>> Continuò a baciarmi sulla gola, fino a farmi abbandonare la testa indietro. Poi i suoi denti affondarono nella mia gola e io gemetti, mentre lui beveva il mio sangue con impeto. Avevo una paura immensa e avevo perso totalmente la ragione; avrei voluto scansarlo e scappare, ma al contempo non avrei mai voluto lasciare quella stanza, per nessun motivo. Mi faceva sentire come se quello che stava facendo in quel momento lo volessi anche io. <<Chi sei tu?>> gli chiesi. Mi resi conto che ero finita in quella situazione senza neanche sapere il nome di quel ragazzo. Brava Dionne... <<Io sono Oliver, uno dei cinque fratelli vampiro, gli unici in vita in tutto il mondo. E tu ora sei parte della mia famiglia.>>
In un soffio, tutto ciò che mi circondava scomparve, compreso Oliver, con la stessa velocità con cui mi aveva travolta. Per un attimo venni accecata dalla luce del giorno, ero di nuovo a Londra. Mi guardai intorno, incredula. Probabilmente era tutto un sogno e di lì a pochi secondi mi sarei svegliata. Ma il pizzicore che provavo sul collo era reale. Mi specchiai in una vetrina lì accanto e vidi due piccole cicatrici poco sotto la mandibola.
Era tutto dannatamente vero... Una voce mi risuonò nella mente: benvenuta nella tua nuova vita Dionne.


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Se siete arrivati fino a qui, beh: GRAZIE MILLE!♥ ♥  So di non avere molte "visualizzazioni" (se si possono chiamare così :D) ma se penso che il primo capitolo l'ho caricato solo due giorni fa e ho già 21 letture... per me equivale a un regalo stupendo! Non oso immaginare la mia reazione se dovessi mai raggiungere traguardi come 100 o 200 letture (sogna sogna..)   
Se voleste lasciare un commento, anche solo per farmi sapere cosa ne pensate, ne sarei molto felice ^_^
Buona giornata a tutti (๐^.^๐)

Accadde un Mattino |#Wattys2016|Where stories live. Discover now