Allyson's pov
...Io non voglio nulla da te... Non sei brava a mentire...Avevo paura, ma forse era quello che mi meritavo. Ero incapace di tenermi fuori da guai e quello che stava succedendo ormai non potevo più evitarlo.
Una sensazione strana mi avvolse il cuore e lo stomaco, come una morsa di ferro.
Un attimo: sensazioni? Io teoricamente dovevo essere morta, ogni cosa mi doveva essere negata. Ma respiravo, sentivo il battito dentro il mio petto e, seppur debolmente, riuscivo a vedere la luce tra la fessure delle palpebre. Provai ad aprire gli occhi e sopra di me vidi un viso familiare rigato da un fiume di lacrime. Dionne. Mossi appena una mano, anche perché fu l'unica cosa che riuscii a fare senza provocarmi un dolore lancinante in tutto il corpo; pensai di richiamare la sua attenzione cercando di chiamarla, ma persino parlare mi faceva male. Dionne si accorse del debole movimento e si girò verso di me,guardandomi stupita. «Ally...Allyson! Non ci credo, sei viva! Co-come è possibile?Tu eri lì, stesa a terra con quella ferita enorme sulla pancia e...non respiravi e...»
Mentre venivo investita da quel torrente di parole, tirai su la testa e la vista mi vacillò per un secondo. Non ricordavo bene cosa fosse successo prima di finire a terra, apparentemente morta. Notai con orrore che mi trovavo ancora in quella stanza semi distrutta, con la carta da parati completamente rovinata dai tagli. Poi di colpo, ebbi l'illuminazione: ero stata rapita, qualcuno mi aveva legata e poi accoltellata. Due occhi color dell'oro fuso mi balenarono nella testa: Edric. «Dionne, dobbiamo andarcene da qui. Non puoi capire, non siamo al sicuro.» Intanto che pronunciavo quelle parole, riuscii ad alzarmi,perdendo l'equilibrio e dovendomi reggere alla parete che stava dietro di me.Mano a mano che mettevo a fuoco la stanza mi accorsi che potevo vedere ogni singolo particolare di quel piccolo ambiente: ogni bordo strappato della carta sulle pareti, ogni briciola di intonaco caduto a terra e non sapevo spiegarmi come potesse essere possibile. Potevo vedere anche dove la flebile luce della lampadina sopra le nostre teste non arrivava. Mi sentivo stranamente più forte,ma preferii continuare a reggermi al muro; mi diressi verso uno degli angoli bui del locale e provai a spostare un armadio, sperando di trovare qualcosa come una chiave o un'altra via di fuga che non fosse la porta, che quasi sicuramente sarebbe stata chiusa. «Che cosa stai combinando Ally?» «Ti sto salvando la vita.» Dissi quella frase con un tono da forsennata, come del resto doveva essere la mia faccia. «Sai, non credo che buttare all'aria questa stanza più di quanto non lo sia già possa aiutarci. Inoltre, ho scoperto da meno di tre minuti che la mia migliore amica che credevo morta è in realtà miracolosamente sopravvissuta ad una pugnalata nello stomaco, sono sotto shock E TUTTO QUESTO CASINO MI AIUTA ANCORA MENO!» Bloccai la mia ricerca frenetica e guardai Dionne. Lei ricambiò il mio sguardo, respirando velocemente. «Tu non capisci, dobbiamo andarcene il prima possibile. Edric potrebbe tornare da un momento all'altro e se scoprisse che sono ancora viva e che tu sei qui...»
Lei mi interruppe, puntandomi addosso un dito come a volermi accusare. «Insisti con il dire che non posso capire, allora scusami se siamo venuti qua a salvarti, la prossima volta dillo che vuoi cavartela da sola.» «Siamo?»«Sì Allyson, anche William, Oliver e Daniel sono qui. E ora sto iniziando a temere qualcosa di brutto. Prima di lasciarmi qua con te mi hanno detto che sarebbero tornati presto, dopo aver "fatto a pezzi quella sottospecie di essere pulcioso", testuali parole di Oliver.» Sentivo di essere vicina ad un esaurimento nervoso e sentire il nome di William mi ci aveva avvicinata ulteriormente. Ero immobilizzata, come se i piedi mi fossero diventati di piombo.
Dionne si avvicinò a me, guardandomi con ancora qualche lacrima che minacciava di uscire. «Ma che diavolo... Ally, vieni sotto la luce.» Seguii il suo ordine a fatica, mettendomi sotto la lampadina. La mia migliore amica sembrava voler analizzare ogni particolare del mio viso e non ne capivo il motivo. In realtà era concentrata sui miei occhi. All'improvviso si portò una mano davanti alla bocca e mi disse: «O mio dio, i tuoi occhi!» Continuavo a non capire. Che cosa potevano avere di così inusuale i miei occhi per sconvolgerla al punto da allontanarsi spaventata dal cerchio di luce sul pavimento? Non l'avevo mai vista così terrorizzata. Incominciavo ad avere paura anche io.
Non trovavo nulla su cui specchiarmi, fatta eccezione per il coltello che mi aveva "quasi" uccisa, che era abbandonato ai piedi di quello che una volta doveva essere stato un letto a baldacchino. Lo raccolsi, sopra vi era ancora un po' del mio sangue. Con un brivido, lo ripulii passandola sul lenzuolo e guardai il mio riflesso nella lama. Dire che fui sorpresa da quello che vidi è dire poco: l'iride del mio occhio destro non era più verde, ma color del ghiaccio, di un azzurro talmente chiaro che a fissarlo a lungo avrebbe potuto sembrare bianco. L'iride destra invece era ancora prevalentemente verde, ma screziata dello stesso azzurro ghiaccio dell'altra. «Cosa mi è successo?!»dissi urlando. Non pensai al fatto che, alzando la voce, avrei rischiato di farmi sentire da Edric. Ero completamente sconvolta da ciò che avevo appena visto. «Allora è vero...» «Cosa? Dionne, cosa è vero?!» Sembrava volersi nascondere nel buio della stanza, stava trattenendo a fatica delle parole che non voleva pronunciare. Nel frattempo, io stavo provando a calmare i brividi e con uno sguardo supplicante mi avvicinai a Dionne, che simultaneamente si scostò ancora di più da me. Cadde a terra e si tirò le ginocchia vicino al petto. Aveva... paura di me? «Non avvicinarti. Allyson stai lontana da me.» «Ma che cosa ho mai fatto? VUOI DIRMELO??» Dionne diede l'impressione di non aver minimamente sentito le mie domande. « Ho letto vari documenti, in passato,riguardo a quelli come te, solo che prima non li avrei mai presi sul serio. Ora ci siamo dentro fino al collo e tu sei probabilmente l'essere più pericoloso per quelli come me, il colore dei tuoi occhi ne è la prova.» Si portò le mani nei capelli e, fra le lacrime, disse: «Tu sei un'ibrida Allyson.» Non ebbi il tempo di dire nulla, la porta della stanza si spalancò e sull'uscio si presentò Edric, una figura scura illuminata da dietro dalla luce che proveniva dal corridoio e riconoscibile solo per la sua mole imponente e i capelli biondi spettinati. Era decisamente infuriato. E questo non avrebbe portato a nulla di buono.
Come se il dolore provato in precedenza non fosse bastato, mi ritrovai con una caviglia slogata a cui fare attenzione. Edric, dopo aver realizzato che in realtà avermi pugnalata mi aveva fatta diventare solo più forte, aveva preso sia me che Dionne per un braccio, stringendo la presa come se volesse spezzarli a metà. Ci aveva letteralmente trascinate in giro per quell'enorme casa, giù per una rampa di scale –sulle quali mi ero slogata la caviglia- fino a giungere in una specie di salone enorme, completamente ridotto in macerie.
«Sono stato uno sciocco, non ho pensato che la lama d'argento di quel pugnale,così fatale per me, sarebbe stata la tua salvezza. Paradossale, parlando di un'arma,ma l'argento ha avuto una sorta di reazione chimica con il tuo sangue da vampiro.» Finalmente Dionne parlò: «Lei non è un vampiro, non lo è mai stata. A causa tua ora è un'ibrida e sai cosa significa? Non avrai una vita facile con una come lei alle costole.» Avrei dovuto sentirmi almeno un po' fiera di quelle parole, ma l'effetto fu esattamente l'opposto. Mi sentivo sotto pressione e il peso della mia nuova vita da ibrida gravava sulle mie spalle.
Io e Dionne ci eravamo sedute, o meglio accasciate, sul pavimento dopo che Edric ci aveva mollato le braccia. Lui ci stava fissando appoggiato all'architrave del camino e aveva stampato sulla faccia un sorrisetto a metà fra il malizioso e il divertito. «È ovvio che non lo era, ma lo sarebbe stata presto. Raggiunti i diciotto anni si sarebbe trasformata.» Infine, rivolgendo le sue parole direttamente a me disse: «La tua amichetta invece è un vampiro per puro caso,non vi era destinata.» A questa affermazione Dionne chiuse gli occhi riducendoli a due fessure, strinse i denti e poi, con un urlo da guerriero, si scagliò contro Edric. Lui, per la sorpresa, non fu abbastanza veloce per difendersi e venne bloccato alla gola dal braccio di Dionne. «Sarò anche un vampiro contro la mia volontà, ma se voglio ti uccido a mani nude.»
Nell'impatto che i due avevano avuto con il muro, notai che dalla tasca dei pantaloni di Edric era caduto qualcosa. Spostavo velocemente lo sguardo da lui al pavimento, per non fargli capire che mi ero accorta che aveva perso quell'oggetto. Sembrava una collana, con un grande ciondolo bianco appeso. In ogni caso non avrei potuto raccoglierlo senza destare sospetti, perciò decisi che ci avrei pensato più avanti.
La sorpresa di Edric lasciò in fretta il posto ad una sonora risata. Mentre rideva,spinse di nuovo a terra Dionne, nonostante lei ci avesse messo tutta la forza che aveva in corpo per bloccarlo alla parete. «Credo che cambierai idea quando vedrai quello.» Indicò un punto in fondo al salone, poco illuminato. La parete su quel lato della stanza era decorata con alcune colonne di stile ionico e alla base delle stesse si riconoscevano tre figure. La luce si accese di colpo sopra quelle colonne, forse attivata da Edric, e quando riconobbi chi erano le tre persone mi crollò il mondo addosso: Oliver, Daniel e William erano riversi contro le colonne, privi di coscienza, con il viso pieno di ferite e le braccia che sembravano bruciate dal fuoco, ma dall'interno.
Il mio cervello smise di funzionare razionalmente, volevo alzarmi, andare da loro e salvarli, ma quando ci provai la caviglia dolorante cedette,ributtandomi giù. Strisciai fino ad arrivare ai piedi di William. Appoggiandomi sulle ginocchia, gli presi il volto esanime fra le mani e piansi. «Vivi William... ti prego, vivi per me.»
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Finalmente un aggiornamento, sia ringraziato il cielo!!!
*coro di voci angeliche che arrivano da tutte le parti*
Purtroppo non sono riuscita a scrivere un capitolo molto lungo, ma ho cercato di concentrare due episodi differenti nello stesso capitolo così da renderlo più interessante.
Ah, un'altra cosa: ricordate quel capitolo dove avevo chiesto se vi sarebbe piaciuto avere un nomignolo, come lettori di questa storia? Ecco, siccome in questo capitolo si è scoperto che Allyson è un'ibrida ho pensato che un nomignolo buono potesse essere "ibridi"♥ perché sono sicura che siete delle persone in grado di affrontare qualunque cosa, più forti di molti altri e poi perché io mi immagino gli ibridi come delle persone strabelle e sono sicura che voi siete delle persone strabelle hahahah
Ok così sembro una stalker O_o
Eehm-ehm, no davvero, ditemi se vi piace come nomignolo, altrimenti non importa, non mi offendo ◕‿◕
Alla prossima ♥
#lotoflove♥

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Accadde un Mattino |#Wattys2016|
Vampir● William era di fianco a me, ma seduto a terra. Aveva lo sguardo perso e non sembrava così desideroso di lasciare quel posto, come invece lo erano gli altri, che non la smettevano di camminare avanti e indietro. <<William, a cosa pensi?>&g...