Allyson's povIl mattino dopo mi sentivo un vero schifo. Non avevo dormito bene, mi sentivo bruciare la gola e mi faceva male la testa. A peggiorare tutto, il ricordo dei ragazzi che avevo visto all'aeroporto. E come se non bastasse pioveva di nuovo e non aveva intenzione di smettere.
Dionne non si era ancora svegliata e la casa senza le sue risate squillanti sembrava vuota. Ero decisa a trovare quelle due figure misteriose, ovunque si trovassero; in quel preciso istante mi sembrò quasi di sentirli vicini, come se stessero cercando di comunicare. Nonostante i miei dubbi, preferii comunque non svegliare Dionne e uscii da sola, con la giacca a vento e il cappuccio tirato sulla testa.Le gocce di pioggia mi scivolavano sul viso e i ciuffi di capelli bagnati si appiccicavano alla giacca. Un tuono improvviso mi fece sussultare e distrattamente inciampai e caddi a terra in una pozzanghera. <<Cavolo! Ma perché sono uscita?!>> Quando alzai la testa vidi un ragazzo che mi porgeva la mano. Esitai, ma poi afferrai la mano e guardai in faccia il mio 'salvatore': aveva gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro. Era di una bellezza senza eguali. <<Grazie...>> dissi timidamente <<...tu chi sei?>> No. Era lui. Uno dei ragazzi dell'aeroporto. Avrei riconosciuto dovunque quell'abbigliamento macabro e scuro. Per non parlare della sua stazza fuori dal normale. Solo che questa volta lo stavo osservando da vicino. Così vicino che potevo sentire il suo respiro. I suoi occhi color cielo mi scavavano dentro, mi stava squadrando dalla testa ai piedi. Deglutii, restando impietrita sul marciapiede. Finalmente riuscii a sentire la sua voce:<<Ho speso quasi due secoli alla ricerca della mia sposa, ora me la trovo davanti, sotto la pioggia. Però accidenti, con tutti questi vestiti bagnati addosso non sei molto sexy, magari se te li togliessi...>> Perfetto, un maniaco. Non mi aveva mai visto prima e già ci stava provando? <<Ma chi ti credi di essere? Non farti più vedere, non voglio avere niente a che fare con te. Perché mai avrò pensato che avrei fatto bene a cercarti...>> Di scatto, mi misi una mano sulla bocca, come fanno i bambini quando capiscono di aver parlato troppo. <<Ah, quindi tu mi stavi cercando, eh? Vedi, nessuno di noi due può vivere senza l'altro, di conseguenza non posso evitare di starti accanto. A proposito, tu sai chi sono io?>> <<No, e non lo voglio nemmeno sapere!>> Certo che ero davvero incoerente: pochi minuti prima avrei fatto di tutto per capire chi fosse e ora non sapevo come fare per togliermi da quella situazione. Perché dovevo stare a discutere con un perfetto sconosciuto, sotto un temporale, rischiando di prendermi una polmonite? Molto probabilmente ero capitata sulla strada di un pazzo che credeva di poter prendere le ragazze a suo piacere. Ma nonostante fosse dannatamente bello non dovevo cedere, non potevo dargli questa soddisfazione.
Lui mi sorrise malizioso: aveva i denti più bianchi e perfetti che avessi mai visto in vita mia. Brillavano come armi tirate a lucido. <<Rimedio subito.>> Sopra di lui la luce di un lampione tremolò per un istante. Ok, c'era qualcosa di decisamente strano in quel tizio. <<Io sono William, uno degli ultimi cinque fratelli vampiro ancora in vita. Apparteniamo tutti ad una famiglia reale.>> Poi si puntò un dito al petto e scandì bene le parole, come se avesse a che fare con una bambina. <<Io sono un vampiro>> Poi indicò me. <<Tu sei un vampiro. Sicuramente ora non ci crederai, ti arrabbierai con me e scapperai via, sostenendo quanto io sia pazzo e via dicendo.>> Non riuscii a processare bene ogni parola; il mio cervello si fermò a vampiro.
Era assolutamente impossibile che io potessi essere un...
Mi convinsi sempre di più di trovarmi davanti ad un pazzo. Se tutto ciò che stavo vivendo fosse stato vero, mi sarei trovata nel bel mezzo di un grande casino, dal quale non avrei saputo come uscire.
Poco alla volta quei venti centimetri che ci separavano divennero dieci, poi cinque e infine restarono circa due centimetri tra le nostre labbra. Mi circondò la schiena con un braccio, avvicinandomi ancora di più a lui. Abbassò il cappuccio della mia giacca e cominciò a baciarmi con foga, partendo dalla bocca per poi arrivare alla gola. Se era davvero un vampiro potevo immaginare quali erano le sue intenzioni: voleva mordermi. Ero sconvolta: un ragazzo, che non avevo mai visto prima, che mi stava baciando come se fossi la sua fidanzata. Il mio primo pensiero fu quello di tirargli un pugno, ma poi tra i baci sentii qualcosa di freddo premere sulla gola; fu solo a quel punto che mi scostai da lui. <<No!>> <<Allyson, non puoi sottrarti a questo, lo sai.>> Vidi che i suoi canini erano cresciuti improvvisamente e una scintilla attraversò i suoi occhi blu. Tentai di liberarmi dalla sua presa d'acciaio, ma lui mi strinse ancora di più. <<Mi fai male... Come conosci il mio nome?>> <<Io so tutto Ally.>> Mi staccai da lui con forza, procurandomi un graffio quando mi scontrai con l'albero dietro di me. <<Ahi! Solo questo ci mancava!>> Una goccia di sangue scorse giù per il dito. William lo fissò con gli occhi spalancati, luccicanti. Automaticamente mi misi il dito in bocca per pulirmelo dal sangue. <<Dio, ma così provochi Allyson! Hai visto che cosa intendo quando sostengo che anche tu sei un vampiro? Quel taglio ne è la prova.>> <<Di quale prova parli? È normale per me.>> <<Proprio non vuoi capire... Tanto bella quanto testarda: sei fatta apposta per me.>> Si avvicinò di nuovo a me, accostò le labbra al mio orecchio e il suo respiro freddo mi fece il solletico. <<Tu sei mia Ally...>> Infine sussurrò qualcosa di impercettibile sulla mia pelle e in un batter d'occhio non fu più lì. Un ultimo soffio di aria gelida e poi caddi a terra svenuta.
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Accadde un Mattino |#Wattys2016|
Vampire● William era di fianco a me, ma seduto a terra. Aveva lo sguardo perso e non sembrava così desideroso di lasciare quel posto, come invece lo erano gli altri, che non la smettevano di camminare avanti e indietro. <<William, a cosa pensi?>&g...