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                 Allyson's pov

«Pensi davvero che ora io verrò con te, concedendoti la mia protezione e diventando la tua schiavetta su cui potrai sempre contare?» dissi rivolta a Edric. Lui non rispose alla domanda, non aveva neanche ascoltato le mie parole. «Avanti Allyson, non cercare di prendere tempo. Non cambierò la mia idea: prima farò fuori i tuoi amichetti e poi tu verrai con me. Con o senza il tuo consenso.»
Di colpo ebbi un lampo di genio: Edric sapeva che stavo cercando di guadagnare più tempo possibile, così da trovare una soluzione, mi toccava solo continuare a farglielo credere. Si sarebbe lasciato distrarre dal discorso, allentando la presa dalle braccia di Alec, il quale a quel punto lo avrebbe steso. Un ottimo piano...nella mia testa. Non potevo essere certa della sua riuscita, mi rimaneva da sperare che Alec stesse pensando ad una via di fuga simile alla mia. Non era molto su cui basarsi, ma azzardai comunque e andai avanti a parlare. «Dove vorresti portarmi scusa?» «Lontano da qui, dove nessuno potrà interferire con la nostra vita e, cosa più importante, dove nessuno potrà ritrovarti.» «Quindi vorresti rapirmi?» «Non essere così tragica Ally. Consideralo come un lavoro a tempo pieno, che non ti permetterà di tornare alle tue solite abitudini.» Stava funzionando: Edric era stranamente preso dalla nostra discussione, stava tenendo fermo Alec solo con una mano. Temevo che stesse bluffando, che stesse cercando di farmi solamente credere di essere deconcentrato. Con l'altra mano si era messo a gesticolare, forse per sostenere la validità delle sue parole. «Grazie per l'offerta ma credo che non accetterò. Alec, ORA!» Passai la collana a Dionne, che la prese per un pelo evitando di lasciarla cadere. Quindi mi lanciai fulmineamente verso Edric, gli tirai un calcio nello stomaco, facendolo sbattere contro il camino. Il colpo secco che aveva dato lo aveva stordito, quindi Alec ne approfittò per puntargli sul cuore una spada che aveva sfoderato dal suo fianco destro. «Ti conviene rimanere fermo. Se non sbaglio l'argento non ti piace molto.» Dopo essermi accertata che Alec fosse in grado di tenere sotto controllo la situazione, tornai da Dionne, immobile e quasi sicuramente sbalordita dal mio comportamento. Ero sempre stata una ragazza decisamente poco atletica anche solo per alzare le borse della spesa, pertanto entrambe dovevamo ancora abituarci alla mia nuova e incredibile "forza da ibrido". «Cosa facciamo Ally? Come possiamo scappare da qui?» Dalla voce di Dionne potevo capire che era più disperata di quanto volesse dare a vedere. «Non andiamo da nessuna parte, senza di loro.» Mi accovacciai a terra, davanti a William. Mi ricordai le parole di Edric, riguardo alla pietra d'Agata: chiunque la possieda può contare su una protezione continua. Presi il polso di Will e gli arrotolai intorno la collana, posando il ciondolo sul suo palmo. Le possibilità di avere successo nel mio intento erano veramente poche, non avevo certezze, ma non mi sarei arresa. «Dionne, ascoltami. Quello che sto per fare potrebbe essere la cosa più pericolosa a cui io sia mai andata incontro e non so nemmeno se funzionerà. Questa collana mi ha in qualche modo resa più forte e mi...protegge, come un angelo custode. Edric ha detto che però può proteggere chiunque, allora io ho pensato: se combinassi la mia forza alla protezione che la collana può dare, riuscirei a salvare William, Dan e Oliver?» Dall'altra parte della stanza, prima che Dionne potesse rispondere, sentii Alec imprecare e dire: «Fate pure con comodo, tanto io sono contento di fare da balia ad un lupo.» Mi rivolsi nuovamente a Dionne e continuai: «Passami un pezzo di vetro, uno qualunque che trovi a terra.» Lei obbedì e nel frattempo, dopo alcuni minuti in cui Edric aveva smesso di parlare, quest'ultimo sentenziò: «So cosa vuoi fare Allyson... non te lo consiglio affatto, sprecheresti solo un sacco del tuo prezioso sangue.» «Sangue? Ally, di cosa sta parlando? Se stai pensando anche solo lontanamente di farti del male...» Presi un respiro profondo; non volevo mettere a rischio la vita di nessuno, nemmeno la mia, ma proseguii comunque secondo la mia intenzione. Con il pezzo di vetro, incisi un taglio sul palmo della mia mano destra. Al principio il dolore fu pungente, quasi accecante e quando vidi il sangue uscire dal taglio mi si annebbiò la vista. Concentrati Allyson, qui si parla di salvare delle vite! Superai le fitte che mi stavano percorrendo il braccio e strinsi la mano di Will, quella dove avevo posato il ciondolo. Il sangue stava colando a terra e riempiva l'incavo creato dalle nostre mani intrecciate. Progressivamente, il dolore passò e anche quelle che sembravano bruciature interne sulle braccia di William, si affievolirono, fino a sparire del tutto. Non riuscivo a crederci: stava davvero funzionando. Non appena vidi che Will stava aprendo gli occhi, ci mancò poco perché non impazzissi dalla gioia. Mi limitai a ridere, una risata che si trasformò presto in un pianto di felicità. Lui era di nuovo con me e mi stava guardando, con i suoi splendidi occhi color del mare in tempesta. Era incredibile come potessero cambiare colore in base alle emozioni che provava.
Ricambiai lo sguardo e gli misi la mia mano sinistra su una guancia, posandogli un bacio delicato sulla fronte.  «Oh mio... Allyson l'hai salvato, ce l'hai fatta! L'ho sempre detto che la mia migliore amica era un portento.» Con la fronte appoggiata a quella di William, gli dissi con voce rotta: «Torno subito Will, devo salvare i tuoi fratelli.» Lui annuì, affaticato come se avesse ripreso a respirare solo in quel momento. E ad essere sinceri era proprio così.
Avrei dovuto riaprire la ferita, che grazie alla mie nuove capacità fisiche si era rimarginata in fretta, e ripetei lo stesso processo con Oliver e Daniel. Tutto era andato per il verso giusto.
Fu allora che sopraggiunse un'altra complicazione: come avremmo fatto a scappare?

La parte più difficile sarebbe stata liberarsi di Edric. Le sue seguaci -o qualunque ruolo ricoprissero- Beth e Lyanna erano scomparse, troppo codarde ed egoiste per correre ad aiutare il loro padrone. Oliver e Daniel avevano recuperato le armi che Edric aveva sottratto loro, prima di metterli fuori gioco, e ora le stavano puntando tutte verso di lui. William, invece, era di fianco a me, ma seduto a terra. Aveva lo sguardo perso e non sembrava così desideroso di lasciare quel posto, come lo erano gli altri. «William, a cosa pensi?» gli chiesi, abbassandomi alla sua altezza. Non ricevetti risposta; lui voltò la testa verso di me, mi guardò con i suoi penetranti occhi azzurri e mi sfiorò il viso con una mano. D'istinto, presi la sua mano fra le mie e gli domandai di nuovo: «A cosa stai pensando?» «A te e quanto ti devo per avermi salvato. Se ci penso troppo potrei convincermi che è tutto un sogno.» Avrei voluto dirgli cosa stavo pensando: L'ho fatto perché ti amo William, è questo che si fa per le persone che ami. Ma non dissi niente, non avrebbe mai saputo cosa provavo per lui, perché in caso contrario non avrei avuto le forze e la volontà di allontanarmi da lui, come intendevo fare. E l'avrei fatto, per proteggerlo. «Rimandiamo i convenevoli, dobbiamo pensare a cosa fare di lui. Non possiamo non impiegare le nostre armi e le nostre forze per una buona causa come ucciderlo.» Alec e il suo crudele sarcasmo. Aiutai Will a rimettersi in piedi e ci avvicinammo agli altri, che stavano circondando Edric. Questa volta ero d'accordo con Alec, non avremmo dovuto neanche perdere troppo tempo per liberarci di lui, eravamo sei contro uno e sarebbe stato facile. William però fu più veloce di me, proponendo un sistema diverso per cavarcela. «Hai ragione, sarebbe fattibile ucciderlo, ma non servirebbe a nulla. Sarebbe solo un lupo in meno nel Paese.» «E questo non ti basta?» «No Alec. Dobbiamo fare in modo che si ricordi con chi ha a che fare. Insegnargli la lezione con gli strumenti che più teme.» Will mi porse un pugnale e mi disse: «Sai cosa fare.» Ipotizzai che potesse essere d'argento, altrimenti tutto quello che aveva detto William non avrebbe avuto senso. Non dovevo uccidere Edric, solo ricordargli di cosa ero capace. Mi chinai, fino a trovarmi con i suoi occhi puntati sui miei. Nessuna emozione, nessun ghigno cattivo sulle sue labbra. Era come se sapesse di meritarsi ciò che stavo per fare.
Rigirai fra le mani il pugnale e con la punta della lama strappai un lembo della maglietta che portava, scoprendo una parte del petto. Non appena posai la lama sulla sua pelle, questa divenne rossa come il fuoco ed Edric urlò. Era uno strazio sentire quelle urla, una voce lontana e comprensiva nella mia testa voleva convincermi a smettere quel supplizio, ma lui non aveva fatto niente per guadagnarsi la mia pietà.
Dopo qualche istante sollevai la lama e mi raddrizzai, osservando quasi soddisfatta "il mio lavoro".
Gli avevo lasciato solo una lettera, che avrebbe costantemente rievocato il mio ricordo nella sua mente. La A. La A di Allyson.

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-Quindi ha aggiornato davvero?-
-Ti dico di sì, era ora!!-

Eccomi con un nuovo capitolo, miei cari/e ibridi!♥♥ ultimamente trovo a stento l'ispirazione, è per questo che aggiorno ogni morte di papa... e la scuola non aiuta...
Enjoy this new chapter e fatemi sapere se vi piace con un voto e un commento ^_^ (grazie di nuovo per tutte le letture,  ogni volta rompo i tre quarti di una certa con i ringraziamenti ma almeno sono sinceri♥)
#lotoflove♥

Accadde un Mattino |#Wattys2016|Where stories live. Discover now