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Allyson's pov

[qualche ora prima del rapimento]

Risvegliarmi fra le braccia di William fu, a primo impatto, più una sorpresa che una gioia, siccome non ricordavo che dopo essere arrivato la notte precedente fosse poi rimasto con me. Dovetti ammettere a me stessa che comunque non era stato spiacevole saperlo vicino a me, in quel momento difficile e triste.
Persa nei miei pensieri non mi resi conto che erano già le sette e mezza e che di lì a poco mi sarei dovuta trovare a scuola. Spalancai gli occhi rapidamente e scesi dal letto, svegliando William scuotendogli un braccio. «Guarda che non sto dormendo, sto solo riflettendo ad occhi chiusi» mi disse con un mezzo sorriso, quindi aprì gli occhi e mi osservò. «Dovresti provarci anche tu, è veramente rilassante.» «Wow interessante, però ora devi andare. Io sono già in ritardo per la scuola e devo anche vedere come sta Margaret.» Solo dopo che finii la frase capii di aver usato un tono troppo scontroso visto che l'espressione sul viso di William era passata da allegra a delusa. «Perdonami, è che sono ancora scossa per quello che è successo con Dionne e sono in alto mare con la scuola nuova, cerca di capirmi.» Per tutta risposta lui si avvicinò a me, mi accarezzò una guancia e disse: «Non posso dire di comprenderti appieno riguardo alla scuola, ormai argomenti come lo studio, le interrogazioni e le verifiche non mi toccano più.» Mi sfuggì un sorriso; un raggio di sole gli illuminò una parte del viso, rivelandone la perfezione, e i suoi occhi divennero di un azzurro mozzafiato. Poi continuò a parlare. «Ma sicuramente so cosa stai provando per la scomparsa di Dionne e che tu mi creda o no farò di tutto per aiutarti a trovarla. Ora vai a prepararti, non vorrai mica che i professori pensino che sei una ritardataria.» «Potrò sempre dire che la causa della mia mancata puntualità sei tu.» Ridemmo entrambi, mentre io mi stavo letteralmente fiondando verso l'armadio per trovare qualcosa da mettermi e William era prossimo ad uscire dalla stanza. Solo allora ricordai che non sarebbe potuto uscire dalla porta principale, se Margaret fosse già stata sveglia ovviamente si sarebbe chiesta chi fosse. «Aspetta Will!» Will... Da quando in qua mi ero presa tutta quella confidenza? «Ehm...William, non puoi uscire di lì, Margaret ti vedrà e se scopre che porto dei ragazzi in casa senza che lei ne sia a conoscenza posso dire addio alla mia vita.» «Giusto, meglio la finestra.» rispose lui a bassa voce. Riavvicinò la porta della stanza che era pressoché tutta spalancata e si avviò verso la finestra. Prima di saltare si girò verso di me. Sembrava che volesse dirmi qualcosa ma appariva quasi imbarazzato a parlare.: «Allyson, se ti va oggi possiamo andare a fare un giro per la città.» Uscire insieme? Ci conoscevamo appena ma d'altronde avevamo passato la notte insieme –certo senza trovarci in situazioni ambigue- e un'uscita non avrebbe portato conseguenze sgradite, al contrario mi sarei potuta distrarre dalle mie preoccupazioni almeno per un pomeriggio. «Certo che mi va, ci troviamo al parco vicino alla scuola?» «D'accordo. Allora buona giornata.» Non riuscii a rispondere niente di sensato. Augurargli a sua volta una buona giornata sarebbe stato strano, dato che non sapevo che cosa avrebbe fatto dopo essere uscito dalla stanza e dirgli solo ciao sarebbe stato troppo scontato. Mi limitai a sorridergli, come facevo sempre quando ero a disagio.

Come mai adesso inizi a farti problemi su come salutare le persone? È un ragazzo come gli altri.
Beh non esattamente ma... Nel frattempo il mio ritardo per la scuola era ulteriormente aumentato. Se non mi avesse uccisa Maggie sapendo che un ragazzo era stato in casa sua tutta la notte mi avrebbe uccisa la professoressa della prima ora, poco ma sicuro.
Dopo essermi lavata di corsa ed essermi messa addosso le prime cose che avevo trovato davanti alle altre nell'armadio scesi di corsa al piano inferiore. Notai che Margaret non c'era, quindi le lasciai un biglietto sul bancone della cucina, con su scritto che avrebbe potuto chiamarmi in qualunque momento se avesse avuto bisogno di qualcosa e che quel pomeriggio non sarei tornata presto.
Mi affrettai ad uscire di casa rischiando di dimenticarmi le chiavi. Per la fretta inciampai anche due o tre volte prima di riuscire a tenere l'equilibrio –avrei scommesso di sentire delle risate sommesse provenire da dietro casa mia- e cominciare a correre verso la scuola.

Accadde un Mattino |#Wattys2016|Where stories live. Discover now