...Don't leave me alone
Cause I barely see at all
Don't leave me alone, I'm
Falling in the black...
(...Non lasciarmi solo
perché io lo capisco a malapena
Non lasciarmi sono, io sto
Sto cadendo nell'oscurità...)Seduto sulla sedia di plastica pieghevole, le mani ingrembo e la schiena ingobbita, rimase ad osservare assorto il volto addormentato del suo uomo. Il rassicurante bip... bip... di una delle tante macchine collegate al corpo dell'inventore, segnava la vita che scorreva senza tregua nell'altro, vita che aveva così disperatamente creduto che fosse andata persa. Tony si stava rimettendo con una velocità sorprendente, ma numerose cicatrici attraversavano il suo corpo a testimonianza di tutto ciò che quell'uomo così minuto eppure così forte aveva sopportato. Accarezzò lentamente la fronte dell'altro, soffermandosi sulla cicatrice che la percorreva con mano tremante.
Quanto avrebbe voluto essere stato forte come lui... Perché sì, lui era un debole al suo cospetto, un debole che era ricaduto nel peccato, di nuovo, di sua spontanea volontà. Si passò sul volto la mano che stava accarezzando Tony, incapace di arrestare i ricordi che presero a figurarglisi difronte agli occhi.Quando i suoi compagni di squadra lo avevano raggiunto, dopo aver fermato gli uomini dell'Hydra, erano rimasti immobili ad osservare basiti il corpo di Iron Man segnato da mille ferite che veniva così dolcemente cullato dal Capitano in lacrime.
Solo dopo lunghi istanti, Steve si era rivolto loro con un'unica parola, il tono apatico, il volto congelato in un espressione di pura agonia: «Stane?»«È ancora vivo.» aveva risposto asciutta l'agente Romanoff.
Senza altre parole, Captain America si alzò, appoggiando delicatamente il corpo del suo amato a terra, per poi andare con passo lento, quasi trascinato, verso la sala principale, dall' 'uomo' che aveva ridotto in quell'orrido stato l'inventore.
Gli altri Vendicatori, in tacito accordo, rimasero a sorvegliare la salma del loro compagno, aspettando che Steve portasse a termine la propria Vendetta.Quest'ultimo nel mentre si stava avvicinando ad Obadiah Stane con un maschera impenetrabile sul volto.
«Oh, da quanto posso dedure dalla tua espressione, il nostro amichetto in comune è passato a miglior vita!» disse sghignazzando il Carnefice, gli occhi porcini arsi da una luce di folle gioia, ammanettato ad una delle strutture della vecchia fabbrica. «Si vede che il piccolo Anthony non era così forte come il resto del mondo credeva...»
Il Capitano gli fu addosso repentinamente. Con un manrovescio, gli fece voltare di scatto la testa.
«Non. Osare. Pronunciare. Il. Suo. Nome.» scandì lentamente, accompagnando le parole con colpi secchi, forti, mirati a frantumare le ossa, ormai privo di alcun freno morale.
«Cos'è principessina? Avevi una cotta per il bellimbusto? E dire che fino a poco tempo fa, avresti fatto anche di peggio al caro Tony Stark se solo ti fosse stato chiesto...» ribatté quel mostro, accartocciato su se stesso dal dolore, ma ancora ghignante, sputando ai piedi di Steve un miscuglio di saliva e sangue. «Peccato non aver avuto il tempo di mostrare a Stark il documento d'autorizzazione per l'eliminazione di Howard e la sua incantevole moglie, da te firmato insieme agli altri pezzi grossi dell'Hydra... sarebbe stato bello guardare la sua espressione mentre si rendeva contro che il suo Capitano non era meglio del proprio carnefice!»
La risata di Obadiah risuonò per le fredde, grigie, mura della fabbrica, la risata di sa di aver già vinto, nonostante fosse lui stesso quello sanguinante ed in catene.
E sapeva, Steve, di aver perso. Aveva perso su tutti i fronti, anche prima che avesse iniziato a combattere.
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Lost Creatures //Stony//
Fanfiction/Seguito di "Lost Time"/ [Stony!] Forse avrebbe vinto. O forse no. Forse sarebbe sopravvissuto. O forse no. Forse lo avrebbe salvato. O forse no. L'unica cosa certa, è che aveva bisogno di riverdere colui che aveva perso in quel dannato disastro. {...