Aria aperta.
È ancora notte, qui in periferia.
Sembra impossibile che siano trascorse poche ore dall’inizio dell’incubo.
Sembra impossibile che esista ancora vita oltre l’inferno dello scantinato.
Respiro a fondo.
Ripenso alle parole di Jake, più un consiglio che una minaccia, al lampo di preoccupazione negli occhi del mio ex-amico.
Non fare scherzi. Questi fanno sul serio.
Poche parole sufficienti a fugare ogni proposito di fuga. Per il momento.
Stringo tra le dita la busta, l’indirizzo a cui sono destinato.
Poi chiudo gli occhi, un istante di silenzio nel tumulto delle ultime ore… li riapro ed è come il riaprirsi di un mondo.
Ho deciso.
Inizio a correre.
No, non sto andando all’indirizzo.
E non sto neanche fuggendo.
Forse sono pazzo.
Forse no.
Occhi terrorizzati, che non osano neanche battere le palpebre.
La ragazza buttata in un angolo.
La busta tra le sue mani, ancora chiusa, come un biglietto di sola andata per l’inferno.
Io che mi avvicino, rasente la parete. Il killer è girato, ora o mai più.
“Come ti chiami?”
Un sussurro senza neanche alzare gli occhi.
“Rachel”.
Anche lei è uscita insieme a me.
Altri sono rimasti dentro, forse le loro istruzioni non agivano nell’immediato.
Ecco dove sto correndo.
A raggiungerla.
A farmi dire il contenuto della sua busta, per capire cosa diavolo vogliono da noi.
E, spero, anche a salvarla.
“Rachel!”
La vedo, poco più avanti. Cammina a rapidi passi irregolari, come se fosse strattonata da un filo invisibile.
Si volta appena, uno sguardo atterrito e sconvolto, un cenno del capo.
No!
Ignoro la muta implorazione di quegli occhi e la raggiungo, tenendomi un po’ indietro.
“Non è prudente che giri da sola, di notte”.
Un commento idiota, che le provoca una risatina nervosa e ironica.
Cosa altro di peggio ci potrebbe capitare?
“Vattene”
“No” rispondo “Rachel, ascoltami. Noi possiamo opporci. Se mi fai leggere le tue istruzioni, potremmo capire cosa vogliono e opporci! Forse noi…”
“Noi non possiamo niente!” esclama voltandosi, uno spettro di paura e lacrime “ Io non posso niente. E ora te ne devi andare. Io dovrei far finta di non averti neanche visto. È scritto”.
Si sta consegnando con la remissività di una vestale.
“Rachel, no, ascoltami!”
“Ascoltami tu” Si volta, mi afferra per un braccio. Le lacrime si srotolano dai suoi occhi nocciola come grani del rosario di una supplice “Io farò quello che mi è stato ordinato. E ti… ti prego, fallo anche tu. Ti prego! Non… non voglio morire” singhiozza, col capo chino e le mani giunte sul mio braccio.
E io, semplicemente, mi arrendo. Non posso decidere per lei.
Ma posso sempre proteggerla. “Io non mi muovo di qui”
Un sorriso amaro sulle sue labbra infelici. “Oh, lo so. Io sono arrivata. Addio”.
Si stacca da me e, stretta nel suo cappotto scuro, si infila in un portone, chiudendolo dietro di sé.
Oh, lo so.
Cosa… cosa vuol dire?
Non credo si stesse prendendo gioco del mio spirito cavalleresco.
A meno che…
Il sangue si cristallizza nelle vene.
Oh, Dio.
Oh mio Dio.
Fa che non sia così.
Fa che…
Le dita tremano a ritmo con il cuore mentre apro la busta.
Jaymison Street, 42.
Alzo il capo alla targa grigio sporco sul muro di fronte a me.
Jaymison Street .
Il portone in cui è entrata Rachel è il 41.
Respiro a fatica.
È questo.
È l’indirizzo.
Nonostante tutto ho seguito le istruzioni.
È come se non mi appartenessi più.
Mi scopro a dirigermi verso il portone 42, lì accanto.
Mi scopro a salire lentamente le luride scale dell’androne fino al terzo piano.
Mi scopro a guardare dalla finestra la palazzina di fronte.
E la vedo.
Rachel.
Una stanzetta squallida, un grande letto.
Un uomo di spalle, seduto là sopra.
E lei, Rachel.
Che lentamente fa scivolare il cappotto dalle spalle esili, rivelando pizzo nero e pelle candida.
Mi guarda, attraverso la finestra.
Un lieve cenno di assenso, un sì muto.
E mentre raggiunge l’uomo sul letto, mi scopro a impugnare la mia macchina fotografica.
- See more at: http://www.theincipit.com/2012/11/flash-martatempra/7/#sthash.9iMamVDi.dpuf
![](https://img.wattpad.com/cover/7161522-288-k806826.jpg)
STAI LEGGENDO
Flash
Mistério / SuspenseColin ha ventun anni e l'hobby della fotografia. Ma quando quest'hobby lo porta a intrufolarsi nei sobborghi della città e ad assistere a qualcosa che mai avrebbe dovuto vedere, inizia una fuga rocambolesca negli sporchi vicoli di una periferia che...