Corro. Le Nike grige sfrecciano sull'asfalto bagnato con tutta la velocità che le mie esili gambe riescono a dargli. Nel vicolo stretto e silenzioso, il rumore dei miei passi agitati, degli schizzi di acqua sporca che sollevano, del respiro ansante che mi squassa il petto risuona come un'esplosione.
Come se fosse l'unico, assordante suono nel raggio di chilometri.
Svolto alle cieca un paio di volte. Queste stradine sembravano tutte dannatamente uguali. Perché, perché diavolo ho dato retta a quel coglione di Jake? Atmosfera noir, vedrai che foto. Successo garantito.
Inciampo su un mucchio di spazzatura, atterro con violenza sull'asfalto. Dannazione, no. Prima ancora di poter sentire dolore sono di nuovo in piedi, in corsa, con la remota percezione del sangue che inizia a colare dalle sbucciature e il cuore che sembra pulsarmi direttamente nelle tempie.
E ogni tanto, solo ogni tanto, un'occhiata indietro. Al dedalo di viuzze deserte, alla sporadica luce dei lampioni. Con l'immagine di quella viuzza, di quel lampione fissa in testa. Il ronzio del neon, un cono di luce giallastra. Una macchia scura che si allarga lentamente sull'asfalto. E più in là, nella penombra...
Oh, Cristo.
Il mio nome è Colin Parks, e non sono mai stato forte. Mingherlino, biondiccio e l'aria indifesa, sembro la versione appena meno penosa di Peter Parker: peccato solo che i superpoteri non siano arrivati mai. Ma a ventun anni suonati, ho imparato a fare a meno di un fisico massiccio fino a non sentirne più la necessità.
Fino a questo momento.
Perché fa male, Cristo. Ogni singola fibra del mio corpo pulsa di dolore.
Ma le mie gambe ormai vanno avanti da sole. Hanno iniziato a correre, senza che me ne rendessi conto, e ora continuano a farlo, fregandosene di tutto il resto. Io le seguo per pura inerzia, guidato dai meccanismi più primitivi della mente umana. Istinto di sopravvivenza. Paura.
Non c'è spazio per pensieri coerenti. C'è un unico, impellente impulso: muoversi. Non importa in che direzione, o verso cosa. Semplicemente muoversi.
Mi getto a caso in una via sulla destra, sbandando contro una palazzina fatiscente, senza fermarmi mi guardo freneticamente attorno.
Finestre sigillate con assi di legno, qualche portone sprangato, e... Dio, grazie.
Un bar.
Con le ultime forze che mi restano, mi precipito oltre le porte di vetro smerigliato.
Finalmente al sicuro.
Mi accascio esausto contro la parete. L'odore è un misto di tabacco, sudore e alcool. Respiro comunque a fondo, come se quell'aria stantia fosse balsamo per i miei polmoni contratti.
Il posto è praticamente vuoto. I pochi avventori se ne stanno in disparte, assorbiti dai propri boccali; dietro il bancone, un uomo sulla cinquantina pulisce svogliatamente dei bicchieri.
"Beh, ragazzo, cosa cerchi?" mi dice ad un tratto, senza alzare gli occhi dallo straccio.
Apro la bocca per rispondere, ma riesco solo a prendere avidamente aria.
A quel punto, l'uomo mi guarda. "Sei pallido come un cencio. Cos'è, hai visto un morto?"
E a quelle parole, si sente una risata. Un tipo in giubbotto di pelle liso, palesemente ubriaco, si alza barcollando dal proprio sgabello. "Ehi, Sam, qualcosa di forte per questo ragazzo, offro io" biascica, passandomi un braccio attorno alle spalle. L'odore di alcol è insopportabile.
Provo a parlare. "I-io non..."
In un istante, il fiato mi esce dai polmoni: mi ritrovo di colpo con le braccia bloccate dietro la schiena.
"Tu non dici proprio nulla" sussurra brusco al mio orecchio. Non è una voce da ubriaco, questa. È fin troppo lucida e minacciosa.
Oh, Cristo.
"Ora prendi quel cazzo di bicchiere e vieni con me, senza fiatare"
"Cosa..." Un'ulteriore stretta ai polsi mi convince a tacere. Ma che... nessuno nel bar si accorge di cosa mi sta facendo? A nessuno viene in mente di intervenire?
A quanto pare no. Nemmeno al barista, che annuisce distrattamente quando il tipo gli dice "Lo porto di là", spingendomi con passo sicuro verso la porta accanto al bancone.
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Misterio / SuspensoColin ha ventun anni e l'hobby della fotografia. Ma quando quest'hobby lo porta a intrufolarsi nei sobborghi della città e ad assistere a qualcosa che mai avrebbe dovuto vedere, inizia una fuga rocambolesca negli sporchi vicoli di una periferia che...